* Iniziative, comunicati, foto e video in aggiornamento *
* Su Zic|notes il racconto sulla nascita di Vag61: “Vent’anni di libertà” *
Vent’anni in mare aperto, libero è il cuore di chi libera spazi! Era il 6 dicembre 2003 quando l’avventura di Vag61 prendeva il largo con l’occupazione di un immobile dei Monopoli di Stato in via Azzo Gardino 61. Uno splendido edificio assurdamente vuoto da anni, che per qualche settimana riprese vita dando spazio a un mediacenter e a uno spazio di incontro, di autogestione e di sperimentazione politica in una città che si confrontava con la prima amministrazione di centrodestra della sua storia mentre nel Paese imperversava il secondo governo Berlusconi.
Meno di un mese dopo, nonostante le molteplici attività sviluppate nello spazio e la solidarietà raccolta in città e non solo, arrivò lo sgombero da parte delle forze dell’ordine e con esso la solita condanna per la Palazzina Magnani: un bel muro per richiudere l’ingresso e altri anni di abbandono.
Nei mesi successivi, l’energia accumulata con l’occupazione in via Azzo Gardino consentì a Vag61 di riprendere il proprio cammino nell’attuale sede di via Paolo Fabbri 110: altro immobile pubblico precluso alla cittadinanza e che invece da quel momento, ancora oggi, respira al ritmo delle tante iniziative e dei progetti che lo attraversano.
Da allora, in questi vent’anni, di amministrazioni comunali ne sono passate sette e di Governi nazionali una dozzina. Da allora, in questi vent’anni, la nostra avventura ha conosciuto molte e diverse stagioni di movimento, ha salutato vecchie/i compagne/i e ne ha accolte/i di nuove/i, ha visto susseguirsi talmente tante progettualità al proprio interno che sarebbe impossibile elencarle tutte. Ha fatto passi avanti e passi falsi, ha cambiato pelle ma non anima. Ha resistito a eventi travolgenti come una pandemia e anche a molteplici tentativi di sfrattare Vag61 dalla propria casa: assalti di politicanti e burocrati, passioni tristi che si sono puntualmente scontrate con la nostra testa dura, la solidarietà della città e la vicinanza di un quartiere che ormai ci scorre nelle vene. Siamo ancora qua!
Cos’è oggi Vag61 forse neanche noi siamo in grado di dirlo fino in fondo. Ma sappiamo bene che è tante, bellissime, preziose cose.
Vag61 è uno spazio libero autogestito. Antirazzista, antisessista, antimilitarista.
Vag61 è una strada ribelle della Cirenaica antifascista, il rione dove le Resistenze del passato si mescolano a quelle del presente.
Vag61 è un giardino intitolato dal basso a Lorenzo “Orso” Orsetti ed è complicità con la rivoluzione del Rojava.
Vag61 è solidarietà e mutualismo, è una porta aperta per la relazione con altri percorsi di autorganizzazione sociale.
Vag61 è un Doposcuola solidale che offre uno spazio inclusivo di aiuto didattico e socialità.
Vag61 è la memoria attiva custodita e trasmessa dal Centro di documentazione “Lorusso-Giuliani”.
Vag61 è l’informazione autogestita e partigiana di Zeroincondotta.
Vag61 è la produzione audiovisiva indipendente di Smk Factory e OpenDDB.
Vag61 è la musica appassionata con cui la Bologna Calibro 7 Pollici accompagna e supporta le attività dello spazio.
Vag61 è una Brigata cucinieri che ci ricorda come condividere il cibo sia un atto rivoluzionario.
Vag61 è un porto di attracco per il coraggioso impegno di Mediterranea saving humans.
Vag61 è uno Spazio libero dall’apartheid israeliana e vicino ai popoli che resistono.
Vag61 è un sostegno alla prima fabbrica socialmente integrata d’Italia promossa dalle/gli operaie/i ex Gkn.
Vag61 è e vuole continuare ad essere una voce dissidente all’interno di una città che in questi vent’anni è in parte rimasta uguale a sé stessa e in parte è profondamente cambiata. Una città nella quale le disuguaglianze sociali crescono al ritmo dei profitti incassati dalle piattaforme e dalla speculazione, una città che attira categorie ad alto reddito e contemporaneamente espelle chi non riesce in alcun modo a trovare una casa e non può permettersi affitti stellari, mentre la precarietà dilaga e il lavoro si impoverisce. Una città che continua a convivere con la vergogna di due carceri, la Dozza e l’istituto minorile del Pratello, cronicamente e cinicamente sovraffollati. Una città che vara progetti di mobilità sostenibile come il tram o la Città 30 ma, allo stesso tempo, allarga il Passante facendo spazio all’aumento del traffico e dell’inquinamento ambientale.
Una città, infine, in cui il tema degli spazi resta un nervo scoperto: spazi continuamente sgomberati, spazi dismessi perennemente abbandonati, spazi negati e spazi mercificati. Hanno molto da dire, in merito, due vicende che riguardano da vicino anche la storia di Vag61: quella della già citata Palazzina Magnani di via Azzo Gardino, rimasta inutilizzata da quel lontano 2003 e intanto passata da un ente pubblico (il Demanio) a un altro ente pubblico (il Comune) con la spesa di due milioni di euro; e quella dell’ex Arcobaleno di piazza Re Enzo, che a riaprirà come Modernissimo ma dopo ben 12 anni di vuoto seguiti allo sgombero del Community center occupato da Santa Insolvenza.
Ma l’attenzione ai temi della città non può distoglierci, ovviamente, dalla consapevolezza che è necessario contrastare con tutte le forze un Governo tanto profondamente retrivo e reazionario quanto pericolosamente liberista. In questi giorni, crediamo sia sufficiente una sola parola per racchiudere le mille ragioni che rendono indispensabile la costruzione di un’opposizione sociale alla banda Meloni-Salvini: Cpr. In questi vent’anni, caratterizzati dalla legge Bossi-Fini che ha prodotto una massiccia “clandestinità”, abbiamo attraversato le mobilitazioni contro i Cpt (legge Turco-Napolitano) e poi i Cie (pacchetto sicurezza Maroni) e oggi, al di là dei cambi di denominazione, lo diciamo con tutta la chiarezza possibile: l’idea che a Bologna (come altrove) possa essere riaperto un centro di reclusione per le/i migranti che rischiano la vita per scappare da guerre, fame e cambiamenti climatici è semplicemente raccapricciante e crediamo che questa città abbia il dovere di sollevarsi per impedire che accada.
Su questi e altri temi intendiamo confrontarci tramite una serie di iniziative che organizzeremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi per trasformare i vent’anni di Vag61 in un’occasione di incontro con e sulla città.