Paolino, che c’era sempre

E’ consuetudine, quando si organizza un’assemblea, un presidio o un corteo, fare prima una sorta di conta delle presenze auspicabili all’iniziativa poi un rendiconto consuntivo delle persone che hanno partecipato. A Bologna, dalle giornate della rivolta del marzo ’77 ai giorni nostri, negli appuntamenti di movimento, un più uno è sempre stato assicurato dalla presenza di Paolino e dei suoi “impegnativi” baffoni. Ne ha mancati veramente pochi nel corso di quasi cinque decenni, così come è sempre stato presente ogni 11 marzo davanti alla lapide di Francesco Lorusso in via Mascarella.

La presenza di Paolino è sempre stata debordante, calorosa, avvolgente: lo hanno aiutato il suo sorriso unico, la sua voce tonante, la sua passione, la sua voglia di cambiare le cose e il suo voler esserci in tutti i percorsi radicali di modificazione dell’esistente.

Valerio Evangelisti, in suo bellissimo scritto sul concetto di fraternità, lo portò ad esempio per il suo modo di aiutare e di stare insieme agli altri compagni e per la sua “gentilezza rivoluzionaria”.

Per la comunità solidale di Vag61 Paolino ha fatto parte da sempre della “famiglia allargata”, aveva una bellissima “confidenza” con tutte e tutti noi. Se l’era conquistata, se l’era meritata in tutte le sue forme: dall’andare a curiosare in cucina per sapere in anticipo il menù di un pranzo o una cena sociale all’essere sempre nelle prime file, commentando e sottolineando ad alta voce quello che gli garbava o che non gli andava giù di un intervento; dal cantare a suo modo le canzoni di lotta, facendo andare in tilt che ricercava sul palco una certa tonalità, alla sua capacità di trasmettere affetto ed entusiasmo con le sue calorose risate; dal portare una bottiglia di grappa o di buon vino e dividerla con il maggior numero di persone possibile al regalare qualche manifesto della sua collezione al CentroDoc Lorusso-Giuliani.

Sempre euforico e spumeggiante, ma con una capacità di non far mai uscire sotto i suoi baffi parole “a cazzo”. In piazza poi, nei momenti caldi, usava l’arma del silenzio… per capirsi con Paolino bastava guardarsi negli occhi.

E tutto questo Paolo l’ha portato in tanti luoghi e in tante situazioni, fino all’ultimo, fino a pochi giorni fa, nelle manifestazioni e negli incontri contro i massacri a Gaza e per la libertà della Palestina.

Da ieri, tutto il bagaglio di passioni ed emozioni che Paolino si portava appresso e dispensava a chi gli stava vicino non c’è più, se n’è andato con lui… per sempre.

Ci mancherà, questo è sicuro… cercheremo di trovare i modi per ricordarlo, perché un compagno così non si può dimenticare.

Un grande abbraccio alla sua compagna Elisa.

Vag61

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