La rivolta delle piazze spagnole

VENERDI’ 5 OTTOBRE’012 dalle 19

I movimenti che ci sono e quelli che fanno fatica ad esserci. Discussione sulla mobilitazione in Spagna contro l’austerità e i tagli voluti dalla BCE e dalla Commissione Europea.

Dalle 19 mostra fotografica e proiezioni video

Alle 20 cena sociale

Alle 21 presentazione del libro “La crisi desnuda. Quel che ci insegna la Spagna” (Observatorio Metropolitano de Madrid- Manni editore – Coll. ‘Sollevazioni’). Con la partecipazione di Sandro Mezzadra (università di Bologna), Adrià Rodriguez e Dario Lovaglio (attivisti da Barcellona del movimento 15M).

“Niente nella crisi è determinato dalla necessità economica: né la riforma del mercato del lavoro, né il sistema pensionistico, né le misure di austerità. La crisi è determinata, dall’inizio alla fine, dalle decisioni politiche. Ed è sul terreno della politica che si gioca la partita dell’immediato futuro”.

OBSERVATORIO METROPOLITANO DE MADRID

E’ un gruppo di ricerca e di intervento politico composto da attivisti e studiosi. L’Osservatorio Metropolitano è un progetto che riunisce diversi gruppi di riflessione multidisciplinare sui fenomeni di trasformazione che caratterizzano le metropoli contemporanee. Il lavoro dell’Osservatorio si basa sull’inchiesta militante, per dotarsi delle conoscenze e degli strumenti politici necessari per affrontare i processi di cambiamento, per comprendere le istanze dei movimenti sociali, per costruire uno spazio di comunicazione.

LA CRISI DESNUDA – Quel che ci insegna la Spagna

Un fantasma si aggira per il mondo, morde l’Europa: la CRISI.
I suoi profeti, i banchieri e gli economisti, hanno imposto alcuni comandamenti: il mercato ha le sue leggi, e la politica deve assecondarle; se i governi non favoriscono l’impresa, non si crea occupazione; va ridotto il costo del lavoro; va contenuta la spesa sociale. Infine: torneremo a crescere.
Il libro prova come ciò sia totalmente falso e illustra il fallimento delle politiche di sviluppo dell’ultimo ventennio del Novecento, che lasciano sul campo la fine dell’illusione della classe media, i diritti sociali alla fase terminale, la distruzione dell’ambiente.
Nel corso degli ultimi cinque anni, gli eventi hanno preso un ritmo sostenuto, come si verifica solo nei momenti drammatici. Lo scoppio delle bolle immobiliari di mezzo pianeta e la caduta dei giganti di investimenti americani, la crisi dell’Unione Europea che minaccia di sommergere l’unità politica del continente stesso, l’euforia dei mercati del 2000 e l’emersione rapida di una massa incredibile di debito che colpisce quasi tutta la popolazione, le politiche finanziarie della BCE e l’imposizione dei tagli più severi che l’Occidente abbia mai vissuto dagli anni Trenta.
Gli anni di crisi, i programmi di austerità e di tagli sociali non si sopportano più. Il controllo attuale della politica economica europea (Banca centrale, Commissione, FMI) non ha portato a nulla del recupero previsto. Piuttosto, la loro fedeltà ostinata agli interessi delle grandi banche è servita solo a incoraggiare e benedire la più grande operazione di socializzazione del debito privato nella storia d’Europa (leggi: crisi del debito sovrano e fallimento prevedibile chiamato gli stati periferici). E quel che è peggio, ha portato a una situazione di crisi permanente e di distruzione sociale. In assenza di altri attori, il risultato della tragicommedia europea è stata ridotto a una scelta tra un cambiamento radicale (che né le élite politiche, né quelle economiche sembrano in grado di attuare) o insistere sul neoliberismo rampante, che minaccia di inghiottire lo stesso progetto europeo.
Questi anni sono stati caratterizzati da una subordinazione della spesa pubblica agli interessi dell’oligarchia e del nuovo business. C’è stato un enorme trasferimento di reddito e di ricchezza dalla maggioranza della popolazione verso un piccola casta di persone sempre più ricche. Si continua a proporre un un modello di crescita sempre più insostenibile. Si produce sempre esclusione, si eleminano progressivamente i diritti di cittadinanza per i lavoratori, i precari, i disoccupati e i i migranti.
Non esistono possibilità di uscita progressiva dalla crisi, le vecchie ricette socialdemocratiche o liberiste non possono salvarci: è arrivato il momento di prendere in mano il nostro destino e di organizzare forme di resistenza e di ribellione all’interno di uno scontro di classe che si prospetta lungo e senza quartiere. La crisi è una truffa che è mantenuta artificialmente con mezzi politici. Le lotte del 15M spagnolo e del movimento greco dimostrano che la risposta alla crisi diventa immediatamente un problema politico.

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