Call for papers :: I Quaderni di Cirene #4

Armatevi di penna, tastiera, china o pastelli. Cirene ha bisogno di voi curiose, studiose, scrittrici, illustratrici per il prossimo quaderno. Resistenze in Cirenaica si tinge di fucsia per raccontare storie poco note di staffette, partigiane, “madame”, “veneri nere”, “sentinelle della patria lontana” o rivoltose prima, durante o dopo il fascismo in Italia e nelle colonie sull’altra sponda del Mediterraneo.

Per il prossimo numero de I Quaderni di Cirene, che contiamo di pubblicare l’8 marzo 2020, la redazione si propone di dare voce a una componente che, a conti fatti, nei numeri precedenti è sottorappresentata. Per quanto le attività di Resistenze in Cirenaica, come la re-intitolazione di via Libia in via Vinka Kitarović durante il trekking urbano nel rione o il racconto di chi fossero le partigiane «Lina», «Giuliana» e la sua sodale «Tosca», abbiano cercato di compensare questo divario, c’è ancora tanto da fare.

Ma quali sono gli argomenti che vorremmo affrontare e le modalità di partecipazione a questa chiamata alle armi? Vorremmo puntare i riflettori sulle «oscure operaie di quel grande mestiere che fu la guerra partigiana», per dirla con le parole di Ilio Barontini, fare luce sul madamato, sui mutamenti nella condizione e nel ruolo delle donne al dì qua e al di là del Mediterraneo dopo la promulgazione delle leggi razziali, sull’immagine e l’immaginario che il patriarcato fascista costruì sul corpo e la pelle del così – svilentemente – detto sesso debole.

Ci serve una mano per raccontare o illustrare la reclusione di Giovanna Zaccherini Alvisi, detta «Giannina», a Regina Coeli; il legame di profonda amicizia tra Tolmina Guazzaloca e Adalgisa Gallerani; le missioni di Ena Frazzoni, Adriana Feletti, Gorizia Giovannini, Grazia Poljana o Ada Tonelli, che con Ada Zucchelli ebbe in comune non solo il nome di battesimo ma anche quello di battaglia.

Vorremmo riscoprire i nomi e raccontare le storie di quelle donne che, nell’Africa Orientale occupata, si sono messe alla testa dei ribelli e degli arbegnuoc, che hanno imbracciato le armi per liberare i loro connazionali dall’arrogante oppressione fascista o che attraverso altre forme di lotta hanno resistito all’occupazione coloniale.

Vorremmo raccontare la pratica del madamato e delle spose bambine di cui troppo spesso si è taciuto per salvaguardare la rispettabilità di alcuni “santini” dell’Italia democratica come Indro Montanelli.

Ci piacerebbe che il quaderno non si limitasse a raccontare la condizione femminile nelle colonie o sotto il fascismo o le storie delle protagoniste della Resistenza, ma che riflettesse anche la visione e le pratiche dell’attuale femminismo antifascista.

Stile e forma narrativa dipendono da voi. Sono benvenuti racconti, saggi, reportage, articoli, graphic novel, illustrazioni, forme ibride, fotoromanzi (!), ecc. purché non superino le quindicimila battute (spazi inclusi) o le sette pagine nel caso degli illustrati.

Lanciamo anche una call for cover. Per la copertina del quarto Quaderno abbiamo bisogno di un ritratto illustrato della indomita condottiera etiope Kebedech Seyoum che rispetti l’impostazione grafica della collana di cui andiamo molto fier*.

In redazione crediamo che il rigore della ricerca storica costituisca la conditio sine qua non alla base di qualsiasi elaborato che si proponga di narrare e divulgare fatti realmente accaduti e storie di vita e di resistenza, pertanto invitiamo tutte coloro che vorranno accogliere il nostro appello a fare vostro questo ineludibile criterio.

Il termine di consegna è la mezzanotte di lunedì 31 ottobre 2019, la notte delle streghe. Se il numero delle produzioni che arriverà in redazione entro la scadenza sarà molto cospicuo, ça va sans dire, dovremmo operare una selezione per determinare quali saranno destinate alla versione cartacea del quaderno. Vi rassicuriamo fin d’ora sul fatto che tutte le produzioni che passeranno il vaglio della commissione composta dai membri della redazione verranno  pubblicate nel sito web di RIC.

Augurandoci che in tante vogliate raccogliere la sfida, non ci rimane che ringraziarvi anticipatamente per i vostri contributi.

Resistenze in Cirenaica è un “collettivo di collettivi”, un “cantiere culturale permanente” che lavora sulla memoria del colonialismo italiano, del razzismo fascista e sui segni che hanno lasciato, così come sulla storia della guerra partigiana a Bologna. Inoltre promuove incontri e riflette sul neocolonialismo, sulle sue pratiche e cerca di divulgare i scempi.

RIC considera tutte le resistenze al fascismo, in Italia, in Africa, nei Balcani e ovunque, una sola grande resistenza intercontinentale e meticcia. Alcune vite lo illustrano molto bene: come quelle di Carmine Iorio o Ilio Barontini, italiani che parteciparono alle resistenze africane; o come quelle di Carlo Abbamagal, Aden Scire Giama e Abbagiru Abbauagi, africani che presero parte alla resistenza italiana; e ancora quelle dei partigiani italiani afrodiscendenti come Giorgio Marincola e Alessandro Sinigaglia.

RIC ha cominciato ad aggregarsi nel 2014 attorno a due poli: il centro sociale autogestito Vag61 e la associazione Spazi Aperti nata in difesa dell’area verde che poi è diventata il giardino Lorenzo Giusti, una conquista dei cittadini, un lotto strappato alla cementificazione e intitolato a un ferroviere anarchico.

Le principali attività di RIC hanno uno scopo informativo e cercano di promuovere una riflessione. Il collettivo ha organizzato trekking urbani nel rione Cirenaica, reading, presentazioni di volumi e azioni di guerriglia odonomastica.

I Quaderni di Cirene, i libri di RIC, contengono storie inedite. Sono le autoproduzioni della fantomatica casa editrice Senza Blackjack. La grafica della copertina è un détournement di Medusa, una storica collana di uno dei principali editori italiani, nata nel 1933. Il titolo che ha inaugurato la collana è stato presentato il 22 gennaio al Vag61 di Bologna durante Un inverno di resistenze in Cirenaica e raccoglie tutte le voci e le musiche che il 27 settembre 2015 avevano inaugurato il cantiere permanente. Il secondo quaderno aveva come comune denominatore la simbologia equestre e narrava la storia di Carmine Iorio, beduino salernitano dalla mira infallibile e quella di Fe’ras, maestro nell’arte della selleria che grazie alla sua abilità si prende la sua piccola vendetta. Il brano che dà il titolo al numero, All’ippodromo domani ci saranno le corse, riprende la frase che doveva dare il via all’insurrezione partigiana, mentre Il cavallo dei gappisti, che chiude il quaderno, è la metafora equestre del mezzo di trasporto utilizzato dai membri dei GAP, oggetto del divieto d’uso emanato nel 1944. Il terzo volume della serie, si intitola Relitti fascisti e parla di come risemantizzare architetture e monumenti del Ventennio, con esempi sul lavoro fatto (o non fatto) a Predappio, Bologna e Bolzano. I numeri si possono ordinare sul sito Distribuzioni dal basso, openddb.it.

Di seguito trovate uno schema delle informazioni più importanti, ma in caso di dubbi o altre eventualità non esitate a contattarci all’indirizzo quadernidicirene@gmail.com, indirizzo al quale dovrete inviare i vostri elaborati entro la scadenza.

DEADLINE
– Mezzanotte del 31 ottobre 2019.

ARGOMENTI
– Giovanna Zaccherini Alvisi, perché ogni Quaderno di Cirene racconta in breve le vicissitudini di una/un partigiana/o che da il suo nome alle vie del rione bolognese.
– Partigiane, gappiste e staffette attive a Bologna e con particolare riguardo a quelle che hanno vissuto nel rione Cirenaica o che sono passate dalla sede del C.U.M.E.R di via Bengasi 2.
– Il madamato e la condizione della donna nell’Africa Orientale occupata.
– Le “veneri nere” e il corpo della donna libica, etiope ed eritrea nell’immaginario patriarcale di inizio Novecento.
– La trasformazione, in Italia e nelle colonie, del ruolo della donna con l’approvazione delle leggi razziali.
– Kebedech Seyoum e le ribelli d’oltremare.
– Il femminismo antifascista.
–  Le insegnanti antifasciste all’estero.
– Elisa Chimenti, fondatrice di una scuola italiana a Tangeri.

LUNGHEZZA
Gli scritti non devono superare le quindicimila battute (spazi inclusi).
Gli illustrati, fotoromanzi(!) o altre forme narrative non devono superare le 7 pagine.

AVVERTENZA
Tutte i contenuti saranno pubblicati in scala di grigi e con licenza Creative Commons.

Buon lavoro a tutte!

Resistenze in Cirenaica
(Comitato redazionale) 

Questa voce è stata pubblicata in Comunicati. Contrassegna il permalink.