Mai più lager etnici! + Presentazione di “Disegni dalla frontiera”

VENERDI’ 2 FEBBRAIO’018 alle 19,30

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Mai più lager etnici!

Non possiamo permettere che nel cuore delle nostre città si elevino questi monumenti all’avarizia, all’estraneità e all’ostilità etnica. Luoghi in cui il razzismo è istituzionalizzato e dove vengono rinchiuse, picchiate, narcotizzate, umiliate e offese persone che hanno come colpa principale quella di essere nate in altri paesi. Per questo la città che vogliamo è un luogo dove non devono esistere centri di detenzione per migranti, siano essi CPT, CIE o CPR.

– alle 19,30: apertura della mostra “Mai più lager etnici” con fotografie raccolte in vari momenti sulla cosiddetta “detenzione amministrativa” e proiezione di “CPT”, il film realizzato da Visual Cominication Project che ripercorre due anni di lotte a Bologna contro l’apertura di un centro di detenzione per migranti nell’ex casema Chiarini di via Mattei (dall’occupazione del 2000 allo smontaggio del 25 gennaio 2002 quando centinaia di persone entrarono nella struttura dove erano in corso i lavori per la costruzione del nuovo CPT)

– dalle 20,15: cena sociale

– alle 21,30: presentazione del libro “Disegni dalla frontiera”, di Francesco Piobbichi. Con l’autore saranno presenti alcuni ragazzi profughi, provenienti da Lampedusa, attualmente a Bologna.

Nel corso della serata verranno fatte letture su testimonianze di migranti ed episodi avvenuti nei centri detenzione.

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Disegni dalla frontiera
In questi disegni si concentra l’ingiustizia che attraversa il Mediterraneo e che prende forma in uno sguardo, in un gesto e in tante immagini impresse nella memoria dell’autore – Francesco Piobbichi. Alcuni disegni sono stati fatti poche ore dopo aver “vissuto” queste immagini, altri sono invece veri e propri manifesti contro l’indifferenza che uccide, messaggi per disarmare una frontiera che attende popoli senz’armi, migranti che approdano a mani nude e a piedi scalzi, che fuggono dalla guerra, dal suono delle “nostre” armi che sconvolge le loro vite.
“Disegnare vuol dire entrare dentro se stessi, una volta che riesci a illustrare quello che ti attraversa, quell’immagine diventa una chiave di una porta di un racconto che attraversa le frontiere. Un racconto necessario di storie altrimenti consegnate all’oblio del mare. I disegni dalla frontiera si incastrano fra loro perfettamente, potrebbero essere usati come i tarocchi per costruire un racconto della storia dell’umanità, per leggerne il suo futuro mentre racconti il presente.
C’è qualcosa di epico in quello che avviene oggi nel Mediterraneo, qui rinasce e muore il mito fondativo dell’umanità nuova. C’è Ulisse e Itaca, Nettuno e la guerra di Troia, c’è l’Esodo di Mosè e la passione di Cristo che ritornano. I miei disegni non sono curati, sono a presa diretta e non potrebbero essere altrimenti. Nascono e muoiono in poche decine di minuti, mischiano colori vivi che danno speranza con la durezza delle cose che raccontano”.
“In tema di migrazioni possiamo constatare due narrazioni contrapposte, la prima è quella che parla esclusivamente alla pancia delle persone generando paura; e poi c’è quella che ne parla in termini tecnici e pragmatici, ma che non è in grado di toccare le corde emotive. Con i miei disegni, che sono il frutto di un lavoro collettivo, provo ad introdurre un terzo approccio: quello di parlare al cuore delle persone”, sostiene Francesco Piobbichi.

Francesco Piobbichi
E’ un attivista sociale, trai i promotori delle Brigate di Solidarietà. Attualmente lavora come operatore con il progetto Mediterranean Hope a Lampedusa. Questo è il suo primo libro da disegnatore sociale. Le sue illustrazioni raccontano 4 anni di attività tra Lampedusa, il Marocco e il Libano dove ha collaborato per la realizzazione dei corridoi umanitari.

 

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