Mutualismo, conflitto e solidarietà sociale

VENERDI’ 29 GIUGNO’018 dalle 18

Un incontro a cui sono invitate tutte le realtà di movimento, per aprire un percorso di confronto collettivo.

– ore 18: inizio discussione con la presenza di Martina Lo Cascio (Contadinazioni, Palermo), Gigi Malabarba (RiMaflow, Milano), Salvatore Cannavò (autore del libro “Mutualismo – Ritorno al futuro per la sinistra”, ed. Alegre), Francesco Piobbichi (Brigate di solidarietà attiva), Simone Febbo (Fuori Mercato, Bologna)

– ore 20,15: pausa per cena sociale di autofinanziamento

– ore 21,15: ripresa della discussione

– ore 22,30: “Mediterranean hope – Sul mare spinato”, reading di Francesco Piobbichi con presentazione del suo nuovo libro di disegni

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L’obiettivo del pomeriggio e della serata di discussione è avviare un percorso di confronto e scrittura collettiva sulle pratiche di mutualismo conflittuale oggi presenti nel nostro paese, concepite come risorse per resistere e contrapporsi a una gestione del pianeta dominata dal mercato, dal capitale, dalla logica dello sfruttamento, caratterizzata dalla rapina delle risorse comuni e dalla violenza patriarcale sulle donne.

Il tema della solidarietà di classe è sempre stato cruciale in ogni processo di lotta e di cambiamento, ma lo è tanto di più oggi, dopo che anni di precarizzazione del lavoro e di competizione hanno distrutto il tessuto stesso della coesione sociale.

Partendo dalla lettura delle esperienze storiche, cercheremo di indirizzare l’analisi e il confronto sul come fare mutualismo nella fase della precarietà (quell’elemento che oggi caratterizza il lavoro e la vita delle persone), in assenza del binomio “partito/sindacato” (una situazione che forse non si determinerà più).

Sentiamo il bisogno di tornare a confrontarci tra realtà di movimento, tra compagni e compagne, per lavorare alla costruzione di reti di protezione a favore dei soggetti e degli strati sociali più fragili o più colpiti (sfruttati senza diritti e con scarso reddito, precarie e precari, vittime della mannaia sul welfare, migranti, rifugiati)

Storicamente la mutualità si è concretizzata fra soggetti uguali (operai, contadini, artigiani, ecc.), ma oggi i bisogni non sono più settorializzabili e la flessibilità lavorativa sposta continuamente i gruppi sociali di appartenenza. Probabilmente, il passo da fare è quello di mutualizzare i bisogni. Il benessere delle persone va perseguito anche in termini di relazioni sociali e opportunità di partecipazione, per ritrovare valori comuni dentro rapporti umani diversi, costruendo iniziative concrete e materiali, sviluppando varie forme di solidarietà sociale.

Si tratta, in altre parole, di introdurre meccanismi non caritatevoli di redistribuzione del reddito in un’ottica di mutualismo dal basso. Pensare a come organizzarsi insieme ai soggetti sociali più colpiti, costruendo forme di sostegno pratico, “non di mercato”, per soddisfare quelle esigenze collettive che sono state marginalizzate dalla crisi.

Ci piacerebbe discutere su come aprire o riattivare spazi di resistenza, di solidarietà e di mutuo soccorso. Luoghi contrapposti alle tante forme di relazione sociale fondate sull’esclusione e ispirati a principi orizzontali e reticolari, non gerarchici e produttivistici, ma disposti a sperimentare continuamente i loro modelli organizzativi e di convivenza.

C’è l’esigenza di coniugare il pensiero con l’azione, di sostenere in modo concreto le tante forme dispiegate del conflitto sociale, cercando di superare la frammentarietà che ne rappresenta l’elemento di maggiore debolezza.

Poi oltre all’analisi politica ci vuole anche il cuore, bisogna mettersi in gioco, non basta declamare purezza teorica, occorre diffondere pratiche di autogestione e darsi obiettivi.

In questo scenario, se ogni tanto si mangia insieme la pasta coi broccoli non può far altro che bene.

 

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