GIOVEDI’ 15 LUGLIO’010 ALLE 21 IN PIAZZA VERDI
Dopo aver caricato le pile per più di due anni tra le mura amiche di
Vag61, la Compagnia del Tinello è sufficientemente calda per andare
per le piazze e per le strade… Giovedì 15 luglio’010, alle ore 21, sarà sul palco di Piazza Verdi per lo spettacolo "SIAMO IN PIAZZA… VERDI, MA DI RABBIA".
La Compagnia del Tinello è un gruppo stabile di attrici e di non
attori impegnato a trasmettere e riflettere attraverso il teatro. I
suoi componenti entrano in scena con monologhi, dialoghi, colloqui,
soliloqui, ma soprattutto sproloqui.
I tinellanti vivono tutte le contraddizioni della società: in questo
momento sono convinti di attraversare un periodo di merda e, pertanto,
non sanno se ridere o piangere delle loro vite, ma, nel dubbio, ridono
cercando almeno di far sorridere.
Anche in questa occasione, sviluppando il tema della paura, si sono ritrovati in uno stato di rabbia.
“Meglio
verdi di rabbia che bianchi di paura” sarà il tormentone della serata
che, pur essendo piena di “paranoie”, andrà alla ricerca di un lieto
fine… che potrebbe essere: Il Tinello tira fuori l’Hulk che sta dentro
ognuno di noi.
E’ facile arrabbiarsi, chiunque lo può fare… ma arrabbiarsi con la
persona giusta, con la giusta intensità, al momento giusto, per lo
scopo giusto, e nel modo giusto non è da tutti…. ci vuole il Tinello
con il suo messaggio di speranza…
Nel Tinello non ci sono musicisti, non ci sono attori, non ci sono
cantanti, non ci sono registi… più che un gruppo è una terapia di
gruppo. La “democrazia del Tinello” ha permesso che ognuno potesse
portare il suo stato di incoscienza, accompagnandolo con una serie di
atteggiamenti irrazionali che accomunamo l’allegra brigata.
Se verrete in Piazza Verdi il 15 luglio, potrete vedere un giardiniere
verde di rabbia inalberarsi per delle cavolate (si tratta del
cosiddetto livore ecologista), uno spazzino che per diventare
“operatore ecologico” si dà allo yoga…. Sarete perseguitati da una
“pulce pazza” che con il suo look da adolescente incazzata e con le sue
sfuriate dallo slang adolescenzial/giovanilistico si è ritagliata il
ruolo della “sintetizzatrice sociale”… Rimarrete stupiti da una “Patata
con le ali” che si trasforma in “Ape Operaia Precaria”… potrete cadere
in uno “stato di panico” per non essere più in grado di riconoscere il
"giusto" e "l’errato"… quando vedrete un preside che smanetta con la
“Fender” sulle note incazzate dei Clash o la cantante che avvicina la
bocca al microfono con la stessa tecnica odontoiatrica di chi il giorno
prima stava ravanando tra i vostri denti e le vostre gengive
canticchiando una canzone che state riascoltando in scena.
Il Tinello è l’unica compagnia teatral/musicale che ha tra le sue fila
due gemelli omozigoti, una bellezza siciliana che si chiama “Carmine”,
il Bruce delle colline di Brisighella, una vera “cittadina del mondo”
che vede il mondo dietro l’obiettivo della telecamera, la cugina di
Cesaria Evola che suona il flauto dolce, un giovane bassista (che
sembra un bravo ragazzo ma non lo è) e un ex rugbista (tra le altre
cose no-global) che, per far dispetto a chi da piccolo gli disse
“smett’la ed fer l’esàn”, ha deciso di far l’asino per tutta la vita.
La Compagnia del Tinello si ispira a un anziano maestro zen anzolese,
che sostiene la teoria dei “due lati della strada”: da una parte ci
sono i sentimenti e dall’altra i pensieri… Secondo questa specie di
santone della via Emilia, di fatto, abbiamo due teste: una che pensa,
l’altra che sente… le due teste possono produrre un flusso continuo che
scorre parallelo dando vita a quella che viene definita “una situazione
ottimale”…
A volte il maestro (che tra l’altro è anche un mezzo poeta) diventa
pure psichedelico: “Bisogna sperimentare il luogo effettivo dei propri
confini (ovvero dei propri limiti). Una volta scoperti, si può salire
verso l’alto… con l’autoironia. Ci vuole molto coraggio, molta forza
interna, per poter fare questa salita… specie se vi è una forte
sproporzione fra i propri limiti e i propri desideri. Ci vuole forza
per prendersi in giro da soli… Solo dopo essere passati da qui si può
produrre un sano umorismo e ci si può prendere il diritto di ironizzare
anche sugli altri”.
Insomma, ritornando a un discorso terra terra: “Bisogna volare basso
per poter pensare alto… se ci si monta la testa i pensieri vanno a
scartamento ridotto…”.