Perdiamo Claudio Lolli e perdiamo molto. Ma molto è anche ciò che resta: la sua voce, le sue canzoni, le sue parole… E restano anche i pensieri che nel 2013 dedicò a Vag61 e ai centri sociali in occasione dei dieci anni di vita del nostro spazio libero autogestito, che oggi qui ripubblichiamo.
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Un cerchio inconcluso e sbiadito. Un fulmine segmentato con punta di freccia che lo penetra e lo attraversa.
Questo, se ben ricordo, era il logo dei primi e più attivi centri sociali. Logo che abbiamo visto anni fa riprodotto sui muri delle nostre città in mille e mille copie. Il cerchio è la città postindustriale, inconclusa perchè perdente ed incapace di gestire gli errori del suo passato: capannoni abbandonati, fabbriche dismesse, luoghi ormai privi di identità in quanto ormai incapaci di produzione.
Luoghi che trovavano una loro identità sociale ed urbana solo ed esclusivamente nella produzione.
Spazi perduti, spazi morti.
Il fulmine segmentato con punta di freccia è l’intelligenza collettiva che, con una velocità simile alla violenza, vuole riappropriarsi di questa città morta, delle schegge impazzite di queste cinture slabbrate, e ricostruirne un’identità, un’identità ‘altra’ basata sulla produzione ma produzione di socialità, di cultura, di idee. Di politica, insomma.
Come far rivivere dei luoghi insignificanti con l’infusione di una linfa nuova, carica di progettualità diversa, di attenzione alle emergenze ed ai bisogni urbani, quindi di una città, ma anche di una società, che non vuole riconoscere le proprie contraddizioni né tantomeno risolverle.
Se è così, credo che il Vag61 abbia compiutamente fulminato e incendiato ed illuminato questa città e mi pare che la sua energia sia ben lungi dall’essersi esaurita.
In occasione del compleanno quindi i miei migliori auguri al Vag ed a coloro che alla sua festa contribuiscono e partecipano, che alla sua festa co-spirano.
Con affetto,
Claudio Lolli