“Il passato davanti a noi” con Bruno Arpaia + Cena e presentazione di Nuova Rivista Letteraria

VENERDI’ 17 FEBBRAIO’017 dalle 18,30

Serata a cura di Vag61, Centro di documentazione “F.Lorusso – C.Giuliani” e Nuova rivista Letteraria

– alle 18,30: presentazione dell’ultimo numero della Nuova Rivista Letteraria con i redattori Bruno Arpaia, Agostino Giordano, Silvia Albertazzi, Stefano Calanchi, Sergio Rotino, Massimo Vaggi, Giovanni Marchetti, Alberto Sebastiani, Paolo Vachino…

– alle 20: cena sociale di autofinanziamento per la Nuova Rivista Letteraria

– alle 21,30: presentazione de “Il passato davanti a noi”, con l’autore Bruno Arpaia

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Nuova Rivista Letteraria

Ultimo numero di Letteraria, quarto della nuova serie, è dedicato al tema del linguaggio, al suo uso politico e sociale, e a come disinnescare il rischio che finisca per essere plasmato sull’ideologia dominante.

Nell’ultimo numero / L’editoriale di Giuseppe Ciarallo / La presentazione su Carmilla

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Il passato davanti a noi (di Bruno Arpaia – Guanda edizioni)

E’ difficile, narrare le passioni i sogni e gli sbagli di una generazione a un’altra; è quasi impossibile parlare la stessa lingua e percio’ essere ascoltati, eppure Bruno Arpaia con questo libro ci prova…

Sono gli anni che vanno dal 1973 al 1980, gli anni in cui una generazione intera ha sognato, inseguito, capito, toccato con mano, la speranza di un mondo migliore, un mondo più giusto con meno differenze… eppure in quella “corsa”, verso un mondo migliore, quella generazione non ha vinto.

Ma se sconfitta c’è stata – scrive Arpaia – non e’ chiaro chi abbia vinto…

La storia è quella di un gruppo di ragazzi, che vive in un paese in provincia di Napoli. E’ l’11 settembre del 1973, il telegiornale trasmette la notizia del golpe del generale Pinochet in Cile, i soldati che occupano le strade di Santiago, i carri armati che chiudono le piazze, gli aerei militari che bombardano la residenza del presidente Allende… Quelle immagini diventano un’ossessione. Tutto parte da lì, forse; ma forse tutto sarebbe comunque partito…

Così, in quella stagione di lotte operaie, di austerità, di battaglie per il divorzio, tra le prime storie d’amore e le bravate con gli amici, matura, in un’intera generazione, la coscienza politica e la voglia di cambiare il mondo.

Volantini, cortei, interminabili discussioni in sezione, concerti rock, manifestazioni a Roma e a Bologna, scontri con la polizia, viaggi in autostop a Londra… le canzoni, le gonne a fiori, i tascapane, i colori e quell’immancabile odore di patchouli e di fumo, tutto questo si ritrova nel libro di Arpaia…

Poi arrivano lo scontro armato e la repressione fortissima dello Stato e tutto si blocca.. si interrompe.

Così il romanzo apre un nuovo tempo per i lettori. Il passato è riscattato dalle tombe della museificazione e si trasforma in ricordo. Il futuro diventa desiderio. Arpaia ci dice che il passato non è concluso, che deve essere inventato in ogni momento perché il presente non ci muoia fra le mani e perché il passato rimanga davanti a noi…

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