Fermento (in pillole): “Andreotti, il Papa nero” + Blues Bar(k) in concerto

VENERDI’ 19 APRILE’013 dalle 20

cop gambinoA Vag61 torna l’appuntamento mensile con i libri e i vini di produttori non omologati di “Fermento”, in collaborazione con Drogheria 53.

Dalle 20: cena sociale e degustazione di vini. Questa volta tocca ai vitigni dei colli bolognesi della cantina Ognibene: pignoletto, barbera, negretto).

Alle 21,30: presentazione del libro “Andreotti, il Papa nero. Antibiografia del divo Giulio“, Manni Editori. Con l’autore Michele Gambino e Giorgio Tinelli (Università di Bologna).

A seguire: Blues Bar(k) in concerto.

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Andreotti, il Papa nero. Antibiografia del divo Giulio.

andreottiGiulio Andreotti, detto anche il divo Giulio, Belzebù, il Papa nero, è il personaggio più longevo della storia italiana e al tempo stesso il più controverso. L’unico politico di statura nazionale di cui sono stati accertati i rapporti con la mafia almeno fino al 1980, ma anche l’amico sincero di molti pontefici e il generoso dispensatore di oboli agli orfani e alle vedove. Ascetico nei comportamenti ma capace di accumulare enormi quantità di fondi occulti per mantenere il potere. Nemico storico della sinistra, ma anche primo fautore di un governo appoggiato dai comunisti.

Da Sindona a Moro, da Pecorelli a Dalla Chiesa, dai militari golpisti a Licio Gelli, dai palazzinari romani ai mafiosi siciliani, l’intera vita di Andreotti è costellata di delitti, di misteri, di nemici per bene e di amici impresentabili. Per decenni i vignettisti hanno lavorato intorno alla sua inconfondibile sagoma, la sua vita è stata costantemente illuminata dai riflettori, i suoi motti appartengono al lessico corrente degli italiani, eppure non è esistito nel Paese un altro uomo così insondabile e irrimediabilmente distante dai suoi simili.

Dal secondo dopoguerra all’era Berlusconi, Michele Gambino traccia un profilo del personaggio in larga parte inedito, ricostruendone, oltre alle vicende giudiziarie e storiche, la psicologia, la religiosità, i sentimenti e le pulsioni celate dietro la maschera di cera.

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Michele Gambino

Ha iniziato il suo lavoro da giornalista con “I Siciliani”, mensile fondato da Giuseppe Fava. Ha lavorato a lungo per il settimanale “Avvenimenti” occupandosi di malaffare politico e criminalità organizzata, è stato inviato e autore per molti programmi Rai e nel 1996 ha vinto il premio “Ilaria Alpi” per i suoi reportage dall’Afghanistan occupato dai Taliban. Con Manni ha pubblicato Orgogli e pregiudizi. Islam e Occidente dopo le Twin Towers (2001) e Il cavaliere B. (2001), biografia non autorizzata di Berlusconi. Attualmente è condirettore dell’agenzia televisiva “H24”.

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Blues Bar(k)

blueIl gruppo prende il suo nome dalla “Barca” quartiere ove ha avuto la sua sala prove per oltre vent’anni.

Il gruppo che, nel corso degli anni ha avuto diversi inserimenti e rotazioni di organico prima di stabilizzarsi nell’attuale formazione, ha funzionato analogamente come laboratorio musicale, allargando a partire dal 1986 e sino al 1988 il proprio organico anche  a performers, come  altri musicisti e session-man (vedi Andy J. Forrest, R. Burnside)  poeti come Gabriele Milli o  registi come  Antonio Campisi per veri e propri spettacoli tenutisi ad Ozzano e a Bologna.

L’attuale formazione è composta da musicisti non professionisti, la cui età  media si aggira sui quarant’anni e vede alla batteria Michele Catarinella, al basso Andrea Gaeta, alla chitarra e voce Sandy Singe, alla chitarra Giovanni Elkan  e all’armonica e voce Marco De Luca.

Il repertorio comprende oltre 40 brani  classici e meno classici del blues rielaborati in stili e con soluzioni (elettriche e/o acustiche) differenziate che  il gruppo adotta infatti  con  estrema e affascinante versatilità.

Questa caratteristica espressiva nasce anche dal fatto che “The Blues Bar(k)” è la più vecchia associazione nata per divulgare la musica blues a Bologna: attività promossa attraverso audizioni, proiezioni e  numerose rassegne e festivals  musicali (vedi ‘Avere i Blues ‘ e ‘Blues, Gospel and Soul’), contraddistinte dalla gratuità e da grande presenza di pubblico.

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Fermento

E’ uno spazio aperto alle produzioni materiali e culturalidi coloro che, fra mille difficoltà, praticano e rivendicano la salvaguardia della biodiversità, attraverso un’agricoltura pulita e socialmente sostenibile che sia un argine concreto alla distruzione ambientale del pianeta. Al tempo stesso, c’è la necessità per l’editoria indipendente di cooperare ed elaborare strategie di resistenza a un processo di annientamento della biodiversità operato da un sistema produttivo, promozionale e distributivo sempre più concentrato e monopolistico. A “Fermento”, insieme ai libri proposti dalle piccole case editrici indipendenti, ci sono i vini provenienti da piccole aziende rispettosedella terra, dei suoi cicli naturali, che ne considerano i prodotti per la qualità e il piacere che possono dare e non solo per la quantità.

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