“E così Atlantide sprofondò in un singolo giorno e notte di disgrazia”. Che si tratti di “disgrazia”, dunque, lo aveva capito anche Platone narrando della mitica isola. Proprio non sembra arrivarci, invece, il tandem squisitamente bipartisan a cui piacerebbe tanto far sparire l’Atlantide nostrana, che sa un po’ di leggenda come l’altra ma allo stesso tempo è reale più che mai: da un lato l’amministrazione comunale di centrosinistra, dall’altra quella del quartiere targata centrodestra.
Seguendo il percorso tracciato dall’allora commissario Cancellieri, infatti, Comune e Quartiere vorrebbero sfrattare dal cassero di porta Santo Stefano i gruppi femministi, lesbici, gay, queer e punk che animano quello spazio dal 1998, sostituendoli con associazioni che lì si ritroverebbero ad essere letteralmente paracadutate. La musica è sempre la stessa, quella che all’insegna della burocrazia e della retorica legalitaria viene puntualmente suonata per mettere a repentaglio le esperienze di elaborazione politica, sociale e culturale che dal basso sfuggono al tentativo di normalizzare questa città. Quasi 15 anni di autogestione contano di più di qualsiasi bando di assegnazione. I percorsi di autodeterminazione, antisessismo, antifascismo, antirazzismo e socialità non mercificata che quotidianamente caratterizzano l’attività di Atlantide non possono essere messi in discussione, perchè di questa esperienza Bologna ha un dannato bisogno. Siamo al fianco dei collettivi Antagonismogay / Laboratorio Smaschieramenti, Clitoristix / Quelle che non ci stanno e NullaOsta e lo siamo con una convinzione: questa Atlantide non sprofonderà!
Vag61 – Spazio libero autogestito