Fermento (in pillole): “La parte del fuoco” con Marco Rovelli e Wu Ming 2

VENERDI’ 14 DICEMBRE’012 dalle 20

A Vag61 torna l’appuntamento mensile con i libri e i vini di produttori non omologati di “Fermento” (in collaborazione con Drogheria 53).

Presentazione del romanzo “La parte del fuoco” (Barbés editore), con l’autore Marco Rovelli e Wu Ming 2.

Con degustazione di vini e polentata. A seguire, set musicale di Rovelli.

> > > Osservatorio dell’Editoria Indipendente: il manifesto

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La parte del fuoco

In un vecchio film un uomo di nome Kowalski fugge in auto, lungo le strade senza fine del deserto americano, accompagnato solo da una voce all’autoradio. Non sappiamo da cosa stia fuggendo; conosciamo solo il suo destino alla fine della strada, al punto zero: quando si disintegra in una palla di fuoco. Anche Karim, giovane intellettuale tunisino, è un uomo in fuga – ma il suo destino sarà diverso. Per diciotto giorni conosce l’inferno su una barca, perso nella corrente. Per poi sopravvivere in un “vuoto pneumatico”, le orecchie ancora piene di quello scroscio. Sempre all’erta, come un animale braccato. È in un Centro di Permanenza Temporanea che incontra il “grado zero”, la nuda vita. Dove, come per far breccia nel corpo perché sfiati il troppo che ha attraversato, Karim lo incide, lo tatua, lo taglia. E così si salva dal lager.

Ma è solo quando incontra un destino simile al suo che può sciogliere il canto del suo abbandono. Anche per Elsa, che pure risiede nel luogo dove è nata, la vita è “un passaggio in terra nemica”. Anche lei, che s’è arresa all’ordine paterno, ha raggiunto il “grado zero della vita”: la sua pelle è di vetro, ogni cosa le scivola addosso. E anche lei, in cerca di una via d’uscita, non trova di meglio che tagliarsela, quella pelle. Elsa e Karim si incontrano nella parte del fuoco: quella in cui deve bruciare qualcosa, di sé, per davvero incontrare l’altro. La pelle che si brucia è la storia che si racconta. La propria storia: quella che, quando si svolge, crepita.

Per raccontare questa storia senza usurparla, Marco Rovelli ha dovuto adottare uno strumento semplice quanto estremo: anziché prendere la sua voce come un ventriloquo, al suo protagonista si  rivolge in seconda persona. Non è la prima volta che qualcosa del  genere accade, in narrativa, ma qui ha una necessità diversa. Perché questa “lingua-tu”, che avvolge tutto il testo, chi scrive se l’è dovuta forgiare allo scopo di ascoltare. Così la parte del fuoco diventa anche quella di chi legge: nel momento in cui capiamo che questa storia ci riguarda. “Il fuoco non incenerisce necessariamente”.

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Marco Rovelli

Massa, 11 giugno 1969. E’ uno scrittore e musicista italiano. Insegna storia e filosofia nelle scuole secondarie. Come scrittore, oltre che per il libro di poesie Corpo esposto, pubblicato nel 2004, Rovelli è giunto alla notorietà nel 2006, con il libro Lager italiani, un “reportage narrativo” interamente dedicato ai centri di permanenza temporanea (CPT), raccontati attraverso le storie di coloro che vi sono stati reclusi e analizzati dal punto di vista politico e filosofico. Nel 2008 ha pubblicato Lavorare uccide, un nuovo reportage narrativo dedicato ad un’analisi critica del fenomeno delle morti sul lavoro in Italia. Nel 2009 ha pubblicato Servi, il racconto di un viaggio nei luoghi e nelle storie dei clandestini al lavoro. Sempre nel 2009 ha pubblicato il secondo libro di poesie, L’inappartenenza. Nel 2012 ha pubblicato Il contro in testa e il romanzo La parte del fuoco. Suoi racconti e reportage sono apparsi su diverse riviste, tra cui Nuovi Argomenti. Collabora con il manifesto e l’Unità, sulla quale tiene una rubrica settimanale. Ha fatto parte della redazione della rivista online Nazione Indiana. Collabora con Transeuropa Edizioni, per cui cura la collana “Margini a fuoco” insieme a Marco Revelli.

Come musicista, dopo l’esperienza col gruppo degli Swan Crash (formazione musicale attiva nella seconda metà degli anni novanta sulla scena musicale toscana, che aveva pubblicato un unico cd autoprodotto, dal titolo GraviDanze Lievi), l’affermazione di Marco Rovelli come cantante è legata alla vicenda musicale dei Les Anarchistes, gruppo vincitore, fra le altre cose, del premio Ciampi 2002 per il miglior album d’esordio. Oltre che come cantante, la figura di Marco Rovelli si afferma all’interno del gruppo (che spesso ha rivisitato antichi canti della tradizione anarchica e popolare italiana) anche come autore delle canzoni. Nel 2007 ha lasciato il vecchio gruppo e ha iniziato un percorso come solista. Nel 2009 ha pubblicato il primo cd, libertAria, nel quale ci sono canzoni scritte insieme a Erri De Luca, Maurizio Maggiani e Wu Ming 2, e al quale hanno collaborato Yo Yo Mundi e Daniele Sepe. A Rovelli è stato assegnato il Premio Fuori dal controllo 2009 nell’ambito del Meeting Etichette Indipendenti.

In campo teatrale, dal libro Servi Marco Rovelli ha tratto, nel 2009, un omonimo “racconto teatrale e musicale” che lo ha visto in scena insieme a Mohamed Ba, per la regia di Renato Sarti del Teatro della Cooperativa. Nel 2011 ha scritto un nuovo racconto teatrale e musicale, Homo Migrans, diretto ancora da Renato Sarti: in scena, insieme a Rovelli, Moni Ovadia, Mohamed Ba, il maestro di fisarmonica cromatica rom serbo Jovica Jovic e Camilla Barone. Insegna storia e filosofia nelle scuole superiori secondarie.

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