Con le donne NoTav

SABATO 2 GIUGNO’012 dalle 20

A Vag61 un’intera serata dedicata alla lotta delle donne che in Val di Susa si battono contro l’Alta velocità.

Alle 20 cena solidale, alle 21 incontro con Nicoletta Dosio (Comitato di lotta popolare di Bussoleno), alle 22 uno spettacolo teatrale dedicato alle giornate di Chiomonte: “Racconti di mezza estate – Partitura di movimento e voci”.

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NICOLETTA DOSIO

Se chiedete a un’abitante della Val Susa chi bisogna sentire per capire le ragioni del movimento NoTav, statene certi che una delle persone che vi indicheranno è Nicoletta Dosio, una ex insegnante, ora in pensione, che ha alle spalle e davanti a sé una vita di lotte. Attiva nella rivolta del ’68, Nicoletta non ha perso, a differenza di tanti suoi compagni di allora, la capacità di indignarsi. Oggi è una delle voci più note del  movimento contro l’Alta velocità, la sua capacità comunicativa è straordinaria. Chi l’ascolta non ci mette molto a schierarsi con i No Tav: “Questa montagna è stata importante dal punto di vista della lotta antifascista negli anni ‘40, per cui c’è anche un legame di memoria storica tra la vecchia e la nuova resistenza, che ha fatto sì che anche gli anziani fossero coinvolti. È una lotta trasversale: ci sono i ragazzi e ci sono gli anziani di ottant’anni. E ci sono storie diverse, provenienze anche politiche diverse, che però sono confluite in questa lotta, che è fondata su una visione solidale tra le persone, tra i territori e con la natura. Questa coesione e questa resistenza hanno modificato profondamente la Val di Susa, perché la lotta crea socialità: era una valle alienata da questa vita senza senso, ma la socialità è rinata con la lotta, con il fatto di poter vedere chi ti è vicino”.

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RACCONTI DI MEZZA ESTATE – PARTITURA DI MOVIMENTO E VOCI

Spettacolo dedicato alle giornate di Chiomonte

Produzione: TeatroInRivolta
Adattamento delle testimonianze e regia: Lucia Falco
Con: Claudia Castagno, Maura Robba, Stefania Cappa, Giusy Mura, Tiziana Pasquero, Maria Luisa Bonacina, Marcello Serafino, Lucia Falco.
Tecnico luci e suono: Federico Ghironi.

“C’è una protesta lassù, tra le montagne. C’è gente comune che si mette in marcia, che pianta tende nei prati, che crea legami di solidarietà e di fratellanza”.

“Racconti di mezza estate” è uno spettacolo che TeatroInRivolta ha realizzato coinvolgendo alcune attiviste del movimento NoTav. Nella piece si racconta come le donne, e non solo loro, vivono l’opposizione alla grande opere. Come nella realtà, anche sulla scena il popolo e il cantiere sono divisi da un fiume. Occupano le due sponde di una conca per sancire una divisione soprattutto culturale tra la mentalità che identifica il progresso con il profitto e quella più consapevole di chi ha capito che il bene comune nella qualità della vita e non nella quantità di cose materiali.

Lucia Falco è una giovane donna di Chianacco che ha investito tanta parte della sua tenacia nel teatro. Sua è l’idea dello spettacolo, come pure la regia.

Ecco il suo racconto di questa interessante esperienza: “Siam partite in dieci e siamo arrivate in otto. Questo spettacolo fa parte di un percorso di storie legate ad un periodo specifico del Movimento NoTav. Non ha lo scopo di narrare i fatti ma di raccontare come questi sono stati vissuti da chi ne è stato coinvolto, mettendo in gioco i propri sentimenti e la propria capacità critica. Potrei dire che si tratta di una traduzione della realtà vissuta a Chiomonte, in un arco temporale che abbraccia parte dell’estate 2011. Una traduzione che cerca di rendere sul palco gli avvenimenti vissuti, utilizzando le armi della bellezza, della poesia e dell’ironia, qualità che da sempre caratterizzano i membri del Movimento”.

La quasi totalità dei soggetti in scena sono donne o ragazze. E’ stata una scelta voluta?
“Lo spettacolo è fatto di pura energia femminile, con una sola componente maschile a spezzare questo filo rosa. E’ stato interessante mettere insieme il vissuto di tante donne con la sintesi maschile. Posso dire che ognuno ha saputo portare all’interno del progetto un tocco di colore, di anima e di bellezza, e la miscela risultante è un gesto poetico di lotta, unendo e mettendo a confronto generazioni diverse (l’età delle protagoniste varia dai 20 ai 60 anni)”.

Da dove è nato il progetto?
“Da un laboratorio di teatro, iniziato nel luglio 2011, che ha avuto una cadenza settimanale costante, non senza sacrifici, ma sempre e comunque nella consapevolezza di lavorare a qualcosa di importante”.

Come si sviluppa in scena la rappresentazione?
“I racconti e lo spettacolo si articolano in monologhi. Il linguaggio usato è quello verbale, montato su una partitura di azioni, sia corali che individuali, e i vari pezzi sono legati tra loro dal tangibile filo rosso di una lettera scritta ad un padre che non c’è più. A fortificare l’amalgama c’è infine la musica, mai descrittiva, ma sempre e comunque complementare, simbiotica”.

Ci dici due parole su come hai vissuto questa regia?
“Come regista vorrei dire che ringrazio profondamente queste donne. Hanno avuto fiducia in me e mi hanno donato senza riserve la loro forza e la loro bellezza. Credo con tutta me stessa che l’arte sia innanzitutto umanità e sarei felice se questa umanità potesse vibrare negli occhi e nel cuore del pubblico, trasformandosi in emozione”.

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