Piena solidarietà e sostegno a Michele e Valerio! Non può essere reato attraversare un confine immaginario, non può essere reato raccontare le storie di chi si mette in cammino e il dramma delle frontiere.
Condividiamo le parole di Michele su quanto accaduto l’altra notte:
Quello che succede alle frontiere è anche questo, che colpisce chi racconta le storie di chi quei confini li attraversa. Che siano in mezzo alle montagne o in mezzo al mare.
Con il mio fratello Valerio Muscella abbiamo avuto il piacere di conoscere solamente un pezzettino di quello che si trova davanti una persona che si mette in cammino.
Una cella videosorvegliata dove devi chiedere il permesso per pisciare, nonostante il passaporto giusto.
Fare giornalismo significa anche questo, mettersi al pari e cercare di scardinare le gerarchie che i nostri documenti ci impongono, oltre che i nostri ruoli.
Eravamo colpevoli di aver attraversato una linea immaginaria insieme ad altri esseri umani. Questo è un crimine per alcuni, per altri è libertà.