L’undici aprile prossimo la Corte di Cassazione emetterà la sentenza definitiva sul maxi processo notav, dopo la condanna in appello di 38 compagni e compagne per la resistenza allo sgombero della ‘Libera Repubblica della Maddalena’ del 27 giugno 2011, e l’assedio al cantiere di Chiomonte del 3 luglio successivo. La Cassazione metterà dunque fine ad un processo surreale, che ha escluso dal dibattimento le testimonianze sulle violenze poliziesche, sui manifestanti feriti, sulle migliaia di lacrimogeni (4627, sparati spesso ad altezza d’uomo), sull’uso dei gas CS, considerati arma chimica in caso di guerra, ma usati tranquillamente sui manifestanti in tempo di ‘pace’. La Cassazione metterà fine ad un processo durante il quale si è assistito ad un completo ribaltamento della realtà, al sabotaggio del diritto alla difesa, alla negazione del valore morale e sociale della lotta.
Oggi che quel valore è ancora più evidente – visto che persino la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha riconosciuto l’infondatezza dei presupposti del TAV Torino/Lione – 38 compagni e compagne rischiano ancora condanne pesanti e il pagamento di provisionali e risarcimenti altissimi, alla fine di un processo che è un monito intimidatorio non solo verso la Val di Susa, ma verso chiunque lotti per difendere il proprio territorio dalle speculazioni.
Per questo motivo, in chiusura della tre giorni “Una montagna di libri nei territori che resistono”, l’assemblea tenutasi al Vag61 di Bologna il 25 marzo 2018 aderisce all’appello alla solidarietà lanciato dal movimento No Tav. I collettivi e i movimenti presenti si impegnano a dimostrare per l’undici aprile la propria vicinanza agli imputati attraverso iniziative nei propri territori o con l’adesione al presidio a Roma di fronte alla Corte di Cassazione.