Produzione di massa a basso costo. Grande distribuzione a basso costo. Marchi noti e di successo. Bassi costi. In mezzo, tonnellate di merce da immagazzinare, caricare, scaricare. Insomma, logistica. Che non può che essere… esatto: a basso costo. Appaltata a consorzi, che subappaltano a cooperative, che profittando delle forme contrattuali più infide garantiscono manodopera pagata la metà di niente. Per lo più, migranti. Manodopera facile da buttare via quando non serve più.
Non è una novità, il modello di consumo che si è affermato da qualche decennio può sopravvivere solo fondandosi su forme di sfruttamento delle più feroci. E’ una novità però che grazie al sindacalismo conflittuale di base e al supporto di realtà dell’autogestione questi lavoratori siano usciti dall’invisibilità e, organizzandosi, aprano e non di rado vincano vertenze importanti.
Lotte che probabilmente colpiscono un punto di equilibrio delicato del sistema economico, lotte a cui non c’è da aspettarsi che venga lasciata vita facile. A Bologna nel giro di pochi giorni abbiamo appreso di 179 denunce a lavoratori della logistica, abbiamo sentito il Questore parlare di permessi di soggiorno che rischiano di non essere rinnovati, abbiamo saputo dell gravissima decisione del tribunale del Riesame di disporre l’arresto di un attivista che a dicembre aveva protestato fuori dal negozio Ikea di Casalecchio. A tutti va la nostra solidarietà e vicinanza.
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