“Fermento, libri e vini non omologati”: seconda edizione

VENERDI’ 24/5 – SABATO 25/5 – DOMENICA 26/5

> > > Su Facebook foto e video della seconda edizione!

locandina fermento 2013incontri – presentazioni – degustazioni – musica – teatro
…e banchetto informativo sul referendum contro i finanziamenti alle private: “Scuola pubblica, ovviAmente”

Dopo l’evento inaugurale di un anno fa e le “pillole” mensili, a Vag61 va in scena la seconda edizione di “Fermento: vini e libri non omologati”. Una piccola fiera per dare ossigeno alle produzioni indipendenti.

Fermento: cos’è /// il programma /// le 10 case editrici /// le 12 aziende vinicole /// le degustazioni /// musica /// teatro

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> Cos’è:

Fermento, una piccola fiera per dare ossigeno alle produzioni indipendenti. Un granello di sabbia contro l’omologazione, con libri pubblicati da case editrici non allineate e vini provenenti da aziende che rispettano sia la terra che una produzione socialmente sostenibile. Qualità e piacere, prima che quantità.

Fermento, uno spazio aperto alle produzioni materiali e culturali di coloro che, fra mille difficoltà, si tengono al di fuori dei meccanismi del mercato globalizzato che spingono verso l’uniformità dei gusti, la cancellazione delle differenze e l’appiattimento dei consumi sulle esigenze della grande produzione e della grande distribuzione.

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> Programma:

_VENERDI’ 24 MAGGIO

Dalle 18 alle 23,30
@ cortile esterno: banco assaggio-vendita vini di piccoli produttori
@ salone interno: banchetti case editrici indipendenti

DSCN1565Ore 18,30 @ saletta interna
Incontro-degustazione con Paolo Francesconi (Faenza): “Per autoctoni nella ‘terra dei kiwi’…”[degustazione 4 vini + assaggio salumi e formaggi: 10 euro, con prenotazione]

Ore 19 @ cortile esterno
“Les touches louches”: popular swing

Ore 20 @ cortile esterno
Cena sociale

Ore 20 @ saletta interna
Incontro Paolo Francesconi e Giorgio Erioli:  “Osare per continuare a credere…”, con degustazione guidata e gratuita [con prenotazione]

Ore 21 @ cortile esterno
Presentazione e reading musicato del libro “In territorio nemico”, romanzo collettivo a 230 mani sulla lotta partigiana (Ed. Minimum Fax). Saranno presenti alcuni dei 115 autori di SIC – Scrittura Industriale Collettiva.

Ore 21,30 @ saletta interna
Incontro-degustazione con Giorgio Erioli (colli bolognesi): “La viticoltura in rima…” [degustazione 4 vini + assaggio salumi e formaggi: 10 euro, con prenotazione]

_SABATO 25 MAGGIO

Dalle 17 alle 24
@ cortile esterno: banco assaggio-vendita vini di piccoli produttori
@ salone interno: banchetti case editrici indipendenti

DSCN1564Ore 18,30 @ saletta interna
Incontro-degustazione con Antonio Ognibene (colli Bolognesi) su: “Dal 1933, ‘botti e spume’ sotto al Bersot” [degustazione 4 vini + assaggio salumi e formaggi: 10 euro, con prenotazione]

Ore 19,30 @ cortile esterno
Presentazione del libro “Il bardo psichedelico di Neal”, con l’autrice Dianella Bardelli (Ed. Vololibero)

Ore 20 @ cortile esterno
Cena sociale

Ore 20 @ saletta interna
Incontro-degustazione con Vittorio Graziano (Castelvetro – Modena): “Estro e ‘magia’ di un lupo solitario…” [degustazione 4 vini + assaggio salumi e formaggi: 10 euro, con prenotazione]

Ore 21 @ cortile esterno
Spettacolo teatrale “Libera Uscita Surrealista Cabaret”, della compagnia “Il Circo della Fogna”

_DOMENICA 26 MAGGIO

Dalle 11 alle 15

@ cortile esterno: mescita, degustazione e vendita vini di produttori indipendenti
+ Crescentine, salame e lambrusco: pic nic di chiusura

@ salone interno: banchetti case editrici indipendenti

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> I vignaioli:

DSCN1563Aurora (Offida – AP)

Coste Piane (Valdobbiadene – TV)

La Distesa (Cupramontana – AN)

Erioli (colli bolognesi)

Ognibene (colli bolognesi)

Graziano (Castelvetro – MO)

Paolo Francesconi (Faenza – RE)

Antonio Bigai (Lison – VE)

Daglio (Tortona – AL)

Cascina Clarea (Val di Susa – TO)

Torre dei Beati (Loreto Aprutino – PE)

Il Casalone (Boretto – RE)

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> Gli editori:

DSCN1568Edizioni Alegre

Edizioni Ambiente

Bébert Edizioni

DeriveApprodi

Editrice Elèuthera

Edizioni La Linea

Manni Editori

Millieu Edizioni

Ombre Corte Edizioni

Edizioni Pendragon

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> Degustazioni, seminari ed incontri sul vino:

E’ richiesta la prenotazione: jacopo.stigliano@libero.it – 3476166439

Venerdì 24 maggio, ore 18,30:
Per autoctoni nella “terra dei kiwi”…
Con Paolo Francesconi, viticoltore in Sarna, colli faentini (RA)

Paolo è un uomo serio, romagnolo DOC, molto attaccato alla propria terra, nonché ad ogni elemento che la compone. Da ormai più di vent’anni si dedica ad una viticoltura biologica e biodinamica, tanto semplice, quanto efficace. Attraverso tali tecniche di coltura è riuscito ad interpretare in maniera ottimale le potenzialità di un microclima speciale, dalle parvenze “tropicali”, disseminato di alberi di kiwi che spuntano a perdita d’occhio, in ogni direzione ed il cui verde intenso contrasta con il colore del suolo, tipicamente rosso acceso. I vini prodotti in azienda sono tutti molto strutturati ed eleganti. Albana e Trebbiano, insieme con il Sangiovese ed il Centesimino, utilizzato per i passiti, costituiscono i vitigni autoctoni, supportati poi, da Merlot e Cabernet, internazionali, ma perfettamente adattati ed inquadrati nell’ideologia del viticoltore.

Presentazione e degustazione di vini da uve autoctone romagnole: Sangiovese, Albana, Centesimino. Partecipazione al costo di: 10 euro

Venerdì 24 maggio, ore 20:
Osare per continuare a credere…
La vinificazione di uve antiche, spesso difficili da “domare”, ingiustamente dimenticate.
Con Giorgio Erioli, viticoltore in Bazzano, colli bolognesi (BO)
e Paolo Francesconi, viticoltore in Sarna, colli faentini (RA)

DSCN0825Seminario sulla storia ampelografica e vitivinicola dei terroir pedecollinari, Bolognese e Romagnolo. Come l’importanza del rispetto per il proprio intorno e la difesa dello stesso, si traducono in un profondo rapporto di simbiosi tra uomo ed ambiente. Lavorare con lentezza, lasciandosi conquistare dal fascino di radici lontane. Aspettare il momento giusto, escludendo l’impiego di particolari “sotterfugi” ed espedienti tecnologici, basandosi esclusivamente sulla conoscenza propria e sui suggerimenti che la natura fornisce, giorno per giorno.

Piccolo assaggio di vini da uve Negretto, Alionza, Centesimino, Albana. Partecipazione: gratuita

Venerdì 24 maggio, ore 21,30:
La viticoltura in rima…
Con Giorgio Erioli, viticoltore in Bazzano, colli bolognesi (BO)

Camminando lungo l’acciottolato grave del “Samodia”, tra Bazzano e Monteveglio, all’improvviso l’armonico susseguirsi dei filari sembra risuonare alcuni versi di poesia. In cantina come nella vita la sensibilità di Giorgio, viticoltore, poeta, pittore ed il suo passionale, nonché meticoloso interesse per la terra, che da generazioni riempe le giornate operose della sua famiglia, connotano un approccio al lavoro del tutto “singolare”.

Il vino, ragione di vita, tanto materiale, quanto spirituale deve riflettere i maniera esaustiva e complessa le caratteristiche di un territorio dalla storia antica, le cui tradizioni non possono e non devono essere dimenticate.

Il coltivo di vitigni autoctoni, come il Negretto e l’Alionza, esclusi e superati dalla viticoltura commerciale moderna, perché considerati scarsamente produttivi o di difficile elaborazione, costituisce, senza ombra di dubbio, una fondamentale arma per la preservazione di un terroir, quello dei Colli Bolognesi, in crescita e quindi soggetto a progressive e stringenti logiche di mercato.

Presentazione e degustazione di vini da uve autoctone dei Colli Bolognesi: Negretto, Alionza, Pignoletto. Partecipazione al costo di: 10 euro.

Sabato 25 maggio, ore 18,30:
Dal 1933, “botti e spume” sotto al Bersot
Il Pignoletto, frizzante e spumante: metodi e risultati.
Con Antonio Ognibene, viticoltore in Monteveglio, colli bolognesi (Bo)

In una valle stretta stretta, chiamata Invernata ed in cui l’autunno arriva sempre prima è in giorni come questi che l’umidità del mattino evapora, trasformandosi in una nebbia fitta che sa di Langhe.

DSCN0832Tale peculiare microclima conferisce una connotazione perfetta al terroir più indicato per la coltivazione dei vitigni dalla pronunciata acidità varietale.

Il Pignoletto, insieme con la Barbera, qui regnano incontrastati. Viti antiche e robuste (per la vite, vale lo stesso discorso che si fa per la gallina, da vecchia fa buon brodo…) producono uve dall’elevate qualità organolettiche, le quali si prestano ad elaborazioni enologiche di un livello inaspettato ai più, per quanto concerne le comuni descrizioni che si fanno di questo vitigno tradizionale delle colline bolognesi.

Antonio Ognibene, insieme con il fratello Gianluca lavora le proprie uve di Pignoletto secondo i dettami del più nobile dei metodi per la produzione di vini con le bollicine. Stiamo parlando del Metodo Classico o Champenoise, quello del celeberrimo Champagne. Il risultato finale è di una finezza unica da queste parti, consone da sempre al consumo di vini naturalmente frizzanti, se non esplosivi.

La difesa della tradizione è scontata in questa piccola azienda vitivinicola, collocata ai piedi della neonata frazione del comune di Monteveglio e denominata per l’appunto Pignoletto. Il potere economico e commerciale delle grandi cantine di Lambrusco, in pianura, sta creando non pochi problemi all’autenticità, nonché integrità di questo importantissimo e più che versatile vitigno.

Seminario con degustazione di vini frizzanti e spumanti da uve Pignoletto. Partecipazione al costo di: 10 euro.

Sabato 25 maggio, ore 20:
Estro e “magia” di un lupo solitario…
Oltre i confini del lambrusco. Interpretazioni tanto radicali, quanto originali di un’uva grandemente sottovalutata.
Con Vittorio Graziano, viticoltore in Castelvetro, colline modenesi (MO)

Il Lambrusco, vino italiano più importato e conosciuto nel mondo, può essere sicuramente considerato come esempio simbolico di mercificazione spicciola e sfrenata, del tutto estranea ad alcun principio di salvaguardia qualitativa di un prodotto e del territorio in esso “contenuto”, nonché da esso rappresentato.

La rivalutazione del valore storico e naturale, intrinseco all’uva regina dell’Emilia, progressivamente ridotto ai minimi termini da tali politiche commerciali, è linfa vitale, nonché fonte di grande ispirazione per la fantasia ed il grande sapere pratico di un uomo energico e pieno di passione per la vita, devotamente sposato solo alla propria terra…

Vittorio, profondamente contrario all’uso di autoclavi in acciaio ed attrezzi tecnologici in genere, i quali possano indurre ad un possibile sconfinamento dalla viticoltura naturale, si fa illustre portavoce delle tradizioni rurali di un “ecosistema” ricco, che conosce come le proprie tasche e che riesce a racchiudere all’interno di ogni singola bottiglia.

La continua ricerca, alla “darwiniana” maniera, di cloni dimenticati e nascosti nella natura che lo circonda e la vinificazione tramite rifermentazione spontanea in bottiglia, garantiscono una perfetta conservazione della biodiversità di cui si sente parte integrante.

Seminario con degustazione di vini da uve Lambrusco e vitigni autoctoni dell’area collinare modenese. Partecipazione al costo di: 10 euro.

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> Presentazioni di libri:

Venerdì 24 maggio, ore 21:

“In territorio nemico”, SIC – Scrittura Industriale Collettiva (Minimum Fax). Un ufficiale che diserta e intraprende un viaggio attraverso l’Italia devastata dalla guerra. Una ragazza di buona famiglia che diventa una partigiana pronta a uccidere un fascista dopo l’altro. Un ingegnere aeronautico che si nasconde in attesa che passi la bufera. Matteo, sua sorella Adele, il cognato Aldo: sono i personaggi di In territorio nemico, tre giovani separati dalla guerra che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, cercano ritrovarsi in un paese in preda al caos. Nei venti mesi terribili dell’occupazione nazista, i tre protagonisti faranno esperienza della battaglia, dell’isolamento, dell’amore, del conflitto con se stessi, fino ad affrontare la prova più difficile: scegliere da che parte stare mentre la morte li minaccia a ogni passo.

“In territorio nemico” è una nuova epica della Resistenza. Un’epopea corale resa possibile dal lavoro di oltre cento scrittori e ispirata alle testimonianze di chi la guerra l’ha vissuta e non ha cessato di raccontarla. Un romanzo vivo e toccante che, tenendo ben presente l’eredità di Fenoglio, Malaparte e Calvino, apre una rinnovata prospettiva sull’esperienza tragica e fondativa della seconda guerra mondiale italiana.

Sabato 25 maggio, ore 19,30:

“Il bardo psichedelico di Neal”, di Dianella Bardelli (edizioni Vololibero). Ispirato alla figura di Neal Cassady, il protagonista di “Sulla strada” di Jack Kerouac, il libro della beat generation. “La macchina si fermò con un piccolo schianto. Alzò un gran polverone di minuscoli frammenti di pietre millenarie di cui era fatto quel deserto in cui Neal era andato a cacciarsi. Da mesi guidava senza meta e senza scopo. Guidava e guidava, evitando città che aveva già attraversato troppe volte finché c’era benzina nel serbatoio… In quella specie di bardo infinito, di tempo intermedio tra il suo passato epico e il suo presente e futuro inesistenti. A battere ancora le strade del mondo, ad alzare polvere e a rimanere senza benzina in mezzo al deserto…”.

Il libro comincia come un classico on the road, nel bel mezzo di una landa messicano-metafisica; prosegue in forma di trip psichedelico; si avvoltola in chiusura nei pressi di coordinate simil-biografiche. Il plot è imbastito sulle ultime ore di Neal Cassady, attorno a cui si coagulano e svaporano fenomenologie lisergiche, dialoghi vissuti e immaginati, fantasmi di donne varie ed eventuali, strade su strade, corse, poesia; e c’è finanche un autobus per nessun dove, sul quale stanno viaggiando i compagni perduti Jack Kerouac e Allen Ginsberg. Come in un estremo gioco di rimandi e scambi i nodi focali e quelli irrisolti di una vita controvento trovano la loro trasfigurazione nell’ultimo viaggio mentale (anfetaminico) di Neal, prossimo alla morte e al bardo della ri-nascita. Un romanzo sui generis, illustrato con disegni in puro psichedelic-style da Matteo Guarnaccia, consigliabile come antidoto alla melassa buonista.

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> Les Touches Louches:

Il progetto Les Touches Louches nasce come quartetto nel 2008, grazie alla condivisione di differenti esperienze e percorsi musicali, afferenti soprattutto alle musiche popolari e al jazz. Il concerto dei LTL si basa su brani strumentali e canzoni di Claudio Cadei, cantautore e compositore del gruppo. A questo repertorio di musiche originali si aggiunge un vasto repertorio di interpretazioni, che comprende alcuni brani classici del gypsy swing e standard jazz arrangiati in chiave manouche, nonché diversi brani tratti da tradizioni musicali differenti, dal klezmer, al tango, alle musiche dei Balcani.

Lo spettacolo che ne risulta è molto dinamico: vi sono parti movimentate in cui il violino e il clarinetto si armonizzano alla maniera delle fanfare est-europee; vi sono altri momenti in cui si abbracciano le atmosfere più intime dello swing. L’esperienza live è stata consolidata grazie a periodi di intensa attività concertistica.

Les Touches Louches hanno collaborato, individualmente o collettivamente, con: Kheyre (registrazione album Pecore Nere), Christian Grassilli e Gappa (La Psicantria), Graveola e o lixo polifonico (Brasile, BH), Dead lover’s twisted heart (Brasile, BH), Non Giovanni (registrazione album Walking), Galleria d’Arte Case Aperte, Ass. Cult. NoName, Ass. Theatrumundi, reading Razza Partigiana, Quasi Quasi Festival, Legambiente Bologna.

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> Il Circo della Fogna:

foE’ un luogo immaginario che viaggia con gli spettacoli che accoglie.
Un luogo immaginario nel quale abitiamo il tempo della crisi.
Dallo studio accademico agli spazi aperti per la costruzione di uno spettacolo popolare. Dagli spazi di formazione dell’accademia Nico Pepe nasce l’incontro di due giovani attori che hanno deciso di condividere la loro poetica teatrale nella costruzione di un progetto, chiamato “Il Circo della Fogna”.

Libera uscita. Lo spettacolo tratta di come il popolo muore ogni giorno sul lavoro in senso fisico e metaforico in una società costruita su misura per succhiare il profitto da ogni uomo sempre più individuo e dunque sempre più solo.

La scena è spoglia quando due personaggi anacronistici sorgono come spettri lucidati e possono parlare al pubblico. Il primo è un fool con chitarra, il secondo è un povero giullare sommerso di bagagli (tutta la scena). I nostri due antieroi convocati dal passato dallo spirito della classe operaia, si incontrano ed inscenano un cabaret.

I due giullari attraverso la tecnica dell’affabulazione, vestita dagli attori con uno stile comico e amaro, conducono il cabaret e al contempo sono protagonisti dell’azione scenica che si esprime in tre storie legate alla nascita della schiavitù, all’amore e infine alla morte.

Nella prima si racconta di come nasce il denaro, la banca, il sistema del debito. Nella seconda si parla d’amore: amori operai, amori che vanno e che vengono, che passano così veloci che ci rimane intorno soltanto il profumo, in sostanza di come due operai della manutenzione fognaria inseguono con lo sguardo le gonnelle che passano sopra alle loro teste, e cioè sui ponteggi dei lavori in corso. Nella terza infine, di come due pompieri, insoddisfatti e angosciati dal lavoro che ha corroso le loro vite, incontrano la loro morte.

Un’allucinazione finale apre gli spazi a una diversa interpretazione della realtà quotidiana e del ruolo sociale della classe subalterna: le anime dei pompieri si ritrovano nell’aldilà e corrispondono a quelle dei giullari. Sono morti i giullari o sono vivi i pompieri? Il dubbio è festeggiato in una danza libera delle anime che più che all’aldilà vorremmo appartenesse all’aldiqua.

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