MERCOLEDI’ 28 NOVEMBRE’012 alle 12,30 @ PIAZZA NETTUNO
Nel favoloso mondo di Amelia…
…è normale che in tanti dormano per strada durante tutto l’anno.
…le temperature si abbassano ma per il Piano freddo c’è sempre tempo.
…i posti del Piano freddo possono anche essere insufficienti.
…i profughi dei Prati di Caprara spariranno nel nulla e ogni problema sarà risolto.
…l’accoglienza è disincentivante: “Se vi facciamo stare troppo bene, poi ne arrivano altri”.
…un dormitorio che viene chiuso è solo un altro edificio abbandonato in città.
…che l’Asp abbia immobili per milioni di euro è una pura leggenda.
…multare chi dorme per strada si chiama “legalità”, sgomberarli è ”lotta al degrado”.
…lontano dalle elezioni, la parola solidarietà puoi riporla nel cassetto. #OPPUREVENDILA
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I dormitori a cielo aperto e l’indifferenza del Comune
A Bologna, come in altre città, fanno molto più notizia le file di clienti che dormono all’aperto una notte, per comprare l’ultimo modello del telefonino della Apple, che la situazione, ormai di squallida normalità, nella quale tante persone, ogni notte dormono per strada. Uno dei punti più “frequentati” da chi dorme a cielo aperto è via Sabatucci, la strada dove c’è il dormitorio pubblico Beltrame e il cortile di Vag61, nell’incrocio tra la stessa strada e via Paolo Fabbri. Ogni notte, dallo scorso inverno, i senza fissa dimora che non hanno trovato posto nell’asilo notturno dal centro Beltrame o che, dopo esserci stati per due settimane devono attendere 28 giorni per poter rientrare (questo è il regolamento), sono costretti a dormire all’aperto, lungo la strada o sotto le tettoie di Vag. L’abbiamo ormai denunciato più volte: di fatto si è creato stabilmente un nuovo dormitorio a cielo aperto, un’esperienza di auto-disperazione lasciata nell’abbandono e nell’indifferenza da parte del Comune di Bologna.
Ogni notte molte persone, soprattutto migranti ma anche diversi nativi, si riversano lungo via Sabatucci, nei dintorni del centro di accoglienza Beltrame e nel cortile di Vag con cartoni, tende e materassi lasciati a terra, perché non hanno un posto dove dormire. Questa l’unica situazione che Bologna offre loro, ormai è diventata una sorta di pedaggio per entrare o rientrare all’asilo notturno.
Intanto le temperature ormai sono scese a livelli di guardia. Del piano freddo, però, ancora non c’è traccia. Anzi, in base alle poche informazioni che si riescono ad avere, temiamo che rispetto allo scorso anno ci saranno ancora meno possibilità per chi oggi non ha un tetto sulla testa. La situazione, dunque, rischia di diventare come lo scorso inverno drammatica. Non vorremmo che le tettoie del cortile di Vag61 rimanessero le uniche difese per superare la notte. Sappiamo di cosa stiamo parlando, perché, lo scorso inverno, ci facemmo carico della presenza di decine di migranti per più di essanta giorni.
Nell’ultimo anno sono più di 130 posti letto venuti a mancare in città a causa della chiusura di residenze collettive. A tutto questo si aggiunge anche la prossima cessazione dei finanziamenti per i progetti riguardanti i profughi del nord Africa e ancora altre persone rischiano presto di ritrovarsi per strada.
Noi stiamo partecipando, con altre realtà attive nel territorio della Cirenaica, al progetto“Condominio Bel(le)trame” per promuovere attività di inclusione e di risocializzazione per le persone che vivono al dormitorio pubblico, per far sì che questa struttura sia inserita nella vita del quartiere e non sia un luogo abbandonato a se stesso. Ma sia chiaro: è il Comune che deve affrontare il problema di chi dorme per strada, non c’è sussidiarietà che tenga. L’accoglienza dei senza fissa dimora è una questione pubblica e, in quanto tale, è compito dell’assessorato alle Politiche Sociali e dell’ ASP Poveri Vergognosi (Azienda di proprietà al 96% del Comune di Bologna e al 4% della Provincia, a cui sono attribuiti questi compiti) intervenire.
Negli anni passati abbiamo contrastato e ci si siamo mobilitati contro la cosiddetta “accoglienza disincentivante” (io ti do il minimo di assistenza, ti faccio stare anche male, perché ti voglio far capire che devi chiedere aiuto nel luogo da cui provieni) lanciata dalla giunta Cofferati e fatta propria dalle amministrazioni successive. Adesso, ci sembra che le logiche della BCE e dei suoi esecutori italiani (i ministri “tecnici” del governo Monti) siano arrivate fino a Bologna. La crisi ha provocato anche nel nostro territorio un aumento della povertà come non si era mai visto e non ci vuole molto a comprendere che quanto fatto finora dal Comune di Bologna sia insufficiente e, molto spesso, sbagliato.
Avanti di questo passo, la situazione può solo peggiorare e quest o è un dramma nel dramma.
Vag61 – Spazio libero autogestito