Lo scossone tremendo degli studenti cileni

VENERDI’ 27 GENNAIO’012 dalle 20

Alle 20 cena sociale, dalle 21 video ed incontro con Valentina Montero sui cinque mesi di proteste di massa che nel 2011 hanno cambiato il volto del Cile.

Valentina Montero è una giovane giornalista cilena che lavora in Spagna e in Cile come docente, curatrice e ricercatrice di arte e nuovi media. Dal 2005 fa parte del comitato della Biennale di video e media di Santiago de Chile.

Nel 2011 in Cile è venuto alla luce un movimento rivoluzionario e antiliberista che ha riannodato il filo spezzato della storia sociale di quel paese, interrotta dal colpo di stato di Pinochet del 1973.

Le proteste degli studenti cileni, iniziate a giugno dello scorso anno, rivendicavano un’università pubblica e gratuita. Quasi ogni settimana, per le strade di Santiago del Cile, si sono svolti cortei e manifestazioni, che spesso si sono conclusi con scontri con la polizia.

Le lotte degli studenti hanno condizionato l’agenda del governo. Rivendicando l’università gratuita, hanno messo in discussione il sistema della formazione basato sul profitto, in mano a gruppi finanziari che possiedono gli atenei. Un sistema ereditato dalla dittatura fascista e realizzato secondo le linee guida del neoliberismo, perpetuando un assetto sociale del Cile elitario e pieno di diseguaglianze.

In Cile un corso di laurea universitario può arrivare a costare fino a cinquantamila euro. La maggior parte degli studenti deve ricorrere a finanziamenti bancari decennali. Il crescente indebitamento delle famiglie ha contribuito alla trasformazione del movimento studentesco in un fronte di rivendicazione politica e sociale. A scendere in piazza non sono più solo gli studenti, ma anche i genitori, ai quali si sono aggiunti tanti altri settori della società: i movimenti gay, femministi, gli insegnanti, le rappresentanze degli indios mapuche, gli operai e molti altri lavoratori dipendenti.

Gli studenti hanno inaugurato una stagione di riappropriazione diretta degli spazi pubblici tramite la lotta e la mobilitazione, interpretando una profonda domanda di partecipazione e di democrazia diretta.

A più di venti anni dalla fine del regime militare, il Cile si trova a vivere una trasformazione politica, culturale e sociale, portata avanti dalla prima generazione di giovani che non ha conosciuto la dittatura.

L’appuntamento di Vag61 del 27 gennaio sarà anche un momento di confronto con le esperienze di movimento italiane ed europee.

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