“Arrangiatevi. Così come li avete lasciati entrare così potete cacciarli, ce ne sono altri che dormono in strada e possono farlo anche loro”. Questa è la risposta che ieri, dopo varie sollecitazioni, abbiamo ricevuto dal Comune di Bologna in seguito alla lettera che tre giorni fa, giovedì 23 novembre, abbiamo scritto al sindaco Virginio Merola e al suo capo di gabinetto Marco Lombardelli, all’assessore Amelia Frascaroli e alla responsabile del Piano freddo, Monica Brandoli. Nella lettera abbiamo segnalato che anche dopo l’attivazione del Piano freddo ci sono almeno 17 persone che continuano a trovare riparo, la notte, sotto le tettoie del nostro cortile.
Questo perchè, nonostante l’amministrazione avesse assicurato che i posti messi a disposizione sarebbero stati sufficienti per tutte le persone in strada, al Centro di ascolto tuttora viene loro risposto che il posto non c’è e che bisogna ripresentarsi il giorno dopo a ritentare la sorte. Oppure attendere che vengano messi a disposizione i posti aggiuntivi nei containter da allestire al Parco Nord. Peccato, però, che sempre nella risposta di ieri la stessa amministrazione non ci abbia fornito alcun garanzia sul fatto che i container verranno effettivamente messi a disposizione, nè dall’1 dicembre (come annunciato) nè in seguito. Pare che per attivare questa procedura le temperature debbano prima toccare i tre gradi sotto lo zero. Come se nelle scorse settimane questo non fosse già accaduto e, più in generale, come se un grado in più o in meno sotto lo zero facesse davvero la differenza. Intanto, al di là dei proclami da conferenza stampa, il dato è uno: c’è ancora molta gente per strada e non solo nel nostro cortile, lo ammette la stessa amministrazione.
Sull’umanità che trapela da certe parole e da certe valutazioni non ci soffermiamo, ci sembra superfluo. Ribadiamo, però, quanto scritto anche nella lettera: chi amministra questa città non pensi che la nostra disponibilità possa essere interpretata come una presa in carico definitiva delle persone che vivono nel cortile di Vag61. Una soluzione deve necessariamente essere trovata. Anche se, a questo punto, temiamo che dietro l’atteggiamento del Comune ci sia una vera e propria scelta politica: da un lato per proseguire sulla strada della famigerata “accoglienza disincentivante”, dall’altro per tentare di mettere in difficoltà materiale uno spazio libero e autogestito come il nostro. Per il bene di chi dorme in strada, speriamo vivamente di sbagliare.
Vag61 – Spazio libero autogestito