Comunicato sul ragazzo tunisino che ha minacciato di suicidarsi fuori dal dormitorio Beltrame di via Sabatucci, a pochi metri da Vag61, perchè non ha un posto dove dormire.
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Ecco l’accoglienza
“Voglio morire! Perchè devo andare via? Perchè avete buttato le mie coperte?”. Le urla di Souhair continuano a risuonarci in testa e ci dicono tutto quello che c’è da dire sulla drammatica situazione a cui sono consegnati i ragazzi come Souhair, arrivati in Italia a bordo di un barcone pericolante, che in una città come Bologna non hanno neanche dove dormire.
Souhair ha 28 anni, è tunisino. I suoi connazionali ci hanno raccontato che è arrivato in Italia un mese fa, che a Lampedusa si è ferito ad una gamba e teme di non aver ricevuto le giuste cure, che dopo una decina di giorni al dormitorio Beltrame di via Sabatucci è stato allontanato. Poi i Vigili urbani gli hanno tolto le coperte che si era procurato per dormire in strada. Ieri sera Souhair ha deciso di arrampicarsi su un muro e poi su un’impalcatura, di ferirsi più volte tagliandosi sul petto, di sospendersi nel vuoto e di infilare la testa in un cappio. Souhair ha rischiato di cadere e farsi molto male, di morire. Con lui hanno parlato solo operatori del 118 e agenti di Polizia, con tanto di manganello infilato nel cinturone che proprio non capiamo a che potesse servire. Solo divise davanti agli occhi di Souhair e nessuno del Comune o dei servizi sociali. Alla fine hanno inseguito Souhair sui ponteggi, lo hanno bloccato e lo hanno portato giù di peso. Con le manette ai polsi. Lo hanno sollevato per le gambe e le braccia per caricarlo, sanguinante, su un’ambulanza. Sempre con le manette ai polsi.
Insieme ad altre persone che hanno assistito alla scena abbiamo avvicinato Souhair per dargli il numero di un avvocato. Gli agenti non hanno gradito tanta attenzione, hanno alzato la voce e hanno preteso i documenti di alcuni di noi.
Souhair, ammanettato e in lacrime, è andato via in ambulanza. Vogliamo sapere le sue condizioni di salute, se è ancora in stato di fermo, dove si trova e qual’è il suo destino.
A chi amministra questa città, intanto, chiediamo come sia possibile pensare di affrontare il dramma di Souhair, e dei tanti nelle sue stesse condizioni, riducendo anche questo ad una faccenda di ordine pubblico. E’ questa l’accoglienza di cui ci si riempie continuamente la bocca? Ieri sera abbiamo visto la disperazione negli occhi di un ragazzo di 28 anni mentre i suoi amici ci hanno raccontato delle difficoltà di chi si trova al Beltrame, dei tanti costretti a vivere in Montagnola o nei pressi della stazione, della mancanza di assistenza e di tutela. Eccola, l’emergenza infinita.
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