GIOVEDI’ 21 APRILE’011 alle 20
A Vag 61, in via Paolo Fabbri 110, la Compagnia del Tinello presenta “La rossa primavera – Ci vuole memoria… per resistere”. Alle 20 cena, con ricette della “macchia”: agnolotti della stella rossa, risotto all’aspargina selvatica, polpette alle erbe. A seguire lo spettacolo: “Non è la memoria dei ‘vincenti’ e non deve essere condivisa con loro… E’ memoria resistente, non è nostalgia… Non è la ‘pacca sulle spalle’ tra ex combattenti di avverse fazioni… Sono le storie delle generazioni che hanno cercato di cambiare il mondo, che guardano al loro passato di lotta con orgoglio essendo consapevoli del prezzo alto che hanno pagato”.
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Qualche volta il computer ci dà un messaggio del tipo: “Memoria piena! Liberare spazio!”.
Pensateci, è una buona metafora. La memoria non è infinita; neanche quella di un super-mega-hard-disk. E se la riempite tutta, si producono due effetti negativi. Il primo è la perdita del futuro, i cui dati non si sa dove andare a mettere. Il secondo è che manca spazio per far girare sistema e programmi; e anche il passato, nell’impossibilità di elaborarlo, resta indisponibile.
La “Compagnia del Tinello” la memoria ce l’ha, quasi come i pesci… che sia storica civile sociale poco importa. Però non è la memoria dei “vincenti” e non deve essere condivisa con loro… E’ memoria resistente, non è nostalgia… non è la “pacca sulle spalle” tra ex combattenti di avverse fazioni… sono le storie delle generazioni che hanno cercato di cambiare il mondo, che guardano al loro passato di lotta con orgoglio essendo consapevoli del prezzo alto che hanno pagato.
Ci vorrebero convincere che la storia è fatalità e dalla fatalità tutto e tutti possono rimanere travolti… per cui vale la pena rimuovere.
Noi, invece, immaginaniamo la storia come una catena sociale, dove ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma all’opera intelligente delle persone. Nella nostra storia non c’è nessuno che sta alla finestra a guardare, mentre pochi si sacrificano, si svenano. La nostra storia non è fatta dagli indifferenti.
Il Tinello del Vag è il luogo giusto dove cantare “Bella ciao”… perché la libertà è un valore assoluto, unico, da difendere… sempre, comunque e dovunque… contro il vecchio, ma pure contro ogni nuovo, in qualsiasi modo vestito, invasore.
Il Tinello di Vag è un buon posto dove lubrificare le coscienze e farle rivoltare contro chi ci vorrebbe “suddito deficiente”.
Alle ore 20 c’è una cena, non troppo impegnativa, che fa il verso al tema della serata (questa volta tocca alle ricette della “macchia”: agnolotti della stella rossa, risotto all’aspargina selvatica, polpette alle erbe)… C’è un piccolo palco e una scenografia accogliente… una piccola/grande orchestra… un manipolo di attrici e giullari molto puri nel loro incosciente “antimbarazzo”… alle ore 21,30 si alza il sipario…
Il Tinello del Vag non ha paura del “peso della storia”… la sua bilancia trova l’equilibrio nella correità: tra il cabaret, il teatro civile, la performance e il non proprio… il Tinello è un modo per stare insieme ed affrontare cose che ci fanno pensare… e quindi è tragico e comico… è reale e surreale…
Riprendere in mano il proprio destino da un piccolo tinello può far scappar da ridere… E’ quello che vogliamo… perché sappiamo che quella risata è di dignità e, prima o poi, li sepellirà.