Martedì 1 marzo’011 appuntamento alle 15,30 in piazza Nettuno per il secondo sciopero dei e con i migranti. Leggi l’appello che ha promosso l’iniziativa.
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Appello per una giornata di sciopero e di lotta dei/con i migranti: insieme contro il razzismo, contro i ricatti, per i diritti di tutte e tutti
Il primo marzo 2010 in tutta Italia migliaia di lavoratori e lavoratrici, migranti e italiani, hanno scioperato contro la legge Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, i CIE e il razzismo. Insieme a loro decine di migliaia di persone hanno manifestato in diverse città italiane. In quelle piazze si è espresso il rifiuto di un ricatto che oggi coinvolge tutti, attaccando diritti che si credevano acquisiti e imponendo la precarietà come unico orizzonte di vita.
I migranti vivono in questo paese una situazione di attacco permanente: truffati dallo Stato con la sanatoria del 2010, con il decreto Flussi del 2011 ancora una volta saranno chiesti soldi per tentare di emergere dalla clandestinità. Contro l’ipocrisia dei decreti flussi, sappiamo che il problema non è quante persone dovrebbero entrare o uscire, ma quali diritti sono riconosciuti a chi qui vive e lavora, a partire dal diritto di restare.
Nella crisi economica i migranti sono ancora una volta i più colpiti: in migliaia rischiano di perdere il permesso di soggiorno, in migliaia che il permesso non lo hanno vengono indicati come criminali e condannati al lavoro nero gestito dai caporali. Mentre le ragazze e i ragazzi cresciuti e nati in Italia, una volta compiuti i 18 anni dovranno sottostare ad una legge che non riconosce loro alcun diritto né cittadinanza. E’ sempre più chiaro a tutti che la legge Bossi-Fini produce clandestinità non per espellere, ma per rendere tutti più ricattabili.
I migranti però sono una forza: non solo producono ormai una parte consistente del PIL (11%), si fanno carico con il lavoro delle donne della crisi di un welfare sempre più ridotto, ci sono sempre di più i loro figli nelle scuole e negli asili e le città sia grandi che piccole sono ormai multi-etniche. Sono una forza per costruire una società diversa: la presa di parola dei migranti con la “giornata senza di noi” ha saputo porre con forza la questione dello sfruttamento del lavoro, migrante e non, contro il ricatto del contratto di soggiorno per lavoro, dell’espulsione, della clandestinità e della detenzione amministrativa nei CIE.
Dopo la rivolta dei migranti a Rosarno il primo marzo del 2010 ha aperto una stagione di mobilitazione generale di rifiuto dei ricatti e dello sfruttamento, passata da Pomigliano a Mirafiori, dalla lotta della gru contro la sanatoria truffa a Brescia, alla torre di Milano, alle mobilitazioni degli studenti e lo sciopero dei metalmeccanici. A Bologna, il 13 novembre una grande manifestazione ha visto sfilare migliaia di persone da tutta l’Emilia Romagna.
Sappiamo che sono molti i lavoratori per cui scioperare è ancora più difficile: da chi lavora in nero nei cantieri alle case, da chi è senza il permesso di soggiorno a chi è in attesa di un rinnovo. Dopo il primo marzo dello scorso anno, sappiamo però anche che con i migranti è possibile reagire ai ricatti e alla precarietà per difendere i diritti e conquistarne di nuovi.
Per questo, dopo la manifestazione del 13 novembre che ha visto insieme coordinamenti, collettivi, sindacati, associazioni, lavoratori e studenti, lanciamo un appello per costruire il prossimo primo marzo una nuova grande giornata di sciopero e di lotta dei migranti e con i migranti contro la legge Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, i CIE e il razzismo.
Una giornata che veda insieme migranti, precari e operai, lavoratori e studenti perché il razzismo istituzionale colpisce i migranti per rendere tutti più ricattabili. Chiediamo a tutti di essere protagonisti e di sostenere le mobilitazioni dei migranti il prossimo primo marzo. Ai sindacati chiediamo di attivarsi per sostenere concretamente i lavoratori, migranti e italiani insieme, che decideranno di astenersi dal lavoro nelle fabbriche, nelle cooperative e in tutti i luoghi di lavoro più o meno formali. A tutti questi è indirizzata questa giornata, per rendere effettivo il diritto di sciopero,per i diritti di tutte e tutti, per costruire insieme una società diversa e multiculturale rifiutando ogni complicità con provvedimenti normativi che legalizzano sfruttamento, razzismo, pregiudizio e paura.
Il 1 marzo dovrà vedere una mobilitazione quanto più possibile diffusa, per permettere la massima partecipazione, sia in caso di scioperi, sia in caso di presidi o manifestazioni. Per questo invitiamo tutti coloro che vorranno aderire all’appello lanciato dal comitato bolognese a tutta l’Emilia Romagna ad organizzare le iniziative più efficaci nelle loro città, in base alle condizioni locali. A Bologna sarà convocato un presidio che avrà inizio alle 15.30 in piazza Nettuno. Presidio al quale potranno unirsi nel corso della giornata anche tutti coloro che dalla regione lo riterranno opportuno.
Appello per una giornata di sciopero e di lotta dei/con i migranti: insieme contro il razzismo, contro i ricatti, per i diritti di tutte e tutti
Il primo marzo 2010 in tutta Italia migliaia di lavoratori e lavoratrici, migranti e italiani, hanno scioperato contro la legge Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, i CIE e il razzismo. Insieme a loro decine di migliaia di persone hanno manifestato in diverse città italiane. In quelle piazze si è espresso il rifiuto di un ricatto che oggi coinvolge tutti, attaccando diritti che si credevano acquisiti e imponendo la precarietà come unico orizzonte di vita.
I migranti vivono in questo paese una situazione di attacco permanente: truffati dallo Stato con la sanatoria del 2010, con il decreto Flussi del 2011 ancora una volta saranno chiesti soldi per tentare di emergere dalla clandestinità. Contro l’ipocrisia dei decreti flussi, sappiamo che il problema non è quante persone dovrebbero entrare o uscire, ma quali diritti sono riconosciuti a chi qui vive e lavora, a partire dal diritto di restare.
Nella crisi economica i migranti sono ancora una volta i più colpiti: in migliaia rischiano di perdere il permesso di soggiorno, in migliaia che il permesso non lo hanno vengono indicati come criminali e condannati al lavoro nero gestito dai caporali. Mentre le ragazze e i ragazzi cresciuti e nati in Italia, una volta compiuti i 18 anni dovranno sottostare ad una legge che non riconosce loro alcun diritto né cittadinanza. E’ sempre più chiaro a tutti che la legge Bossi-Fini produce clandestinità non per espellere, ma per rendere tutti più ricattabili.
I migranti però sono una forza: non solo producono ormai una parte consistente del PIL (11%), si fanno carico con il lavoro delle donne della crisi di un welfare sempre più ridotto, ci sono sempre di più i loro figli nelle scuole e negli asili e le città sia grandi che piccole sono ormai multi-etniche. Sono una forza per costruire una società diversa: la presa di parola dei migranti con la “giornata senza di noi” ha saputo porre con forza la questione dello sfruttamento del lavoro, migrante e non, contro il ricatto del contratto di soggiorno per lavoro, dell’espulsione, della clandestinità e della detenzione amministrativa nei CIE.
Dopo la rivolta dei migranti a Rosarno il primo marzo del 2010 ha aperto una stagione di mobilitazione generale di rifiuto dei ricatti e dello sfruttamento, passata da Pomigliano a Mirafiori, dalla lotta della gru contro la sanatoria truffa a Brescia, alla torre di Milano, alle mobilitazioni degli studenti e lo sciopero dei metalmeccanici. A Bologna, il 13 novembre una grande manifestazione ha visto sfilare migliaia di persone da tutta l’Emilia Romagna.
Sappiamo che sono molti i lavoratori per cui scioperare è ancora più difficile: da chi lavora in nero nei cantieri alle case, da chi è senza il permesso di soggiorno a chi è in attesa di un rinnovo. Dopo il primo marzo dello scorso anno, sappiamo però anche che con i migranti è possibile reagire ai ricatti e alla precarietà per difendere i diritti e conquistarne di nuovi.
Per questo, dopo la manifestazione del 13 novembre che ha visto insieme coordinamenti, collettivi, sindacati, associazioni, lavoratori e studenti, lanciamo un appello per costruire il prossimo primo marzo una nuova grande giornata di sciopero e di lotta dei migranti e con i migranti contro la legge Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, i CIE e il razzismo.
Una giornata che veda insieme migranti, precari e operai, lavoratori e studenti perché il razzismo istituzionale colpisce i migranti per rendere tutti più ricattabili. Chiediamo a tutti di essere protagonisti e di sostenere le mobilitazioni dei migranti il prossimo primo marzo. Ai sindacati chiediamo di attivarsi per sostenere concretamente i lavoratori, migranti e italiani insieme, che decideranno di astenersi dal lavoro nelle fabbriche, nelle cooperative e in tutti i luoghi di lavoro più o meno formali. A tutti questi è indirizzata questa giornata, per rendere effettivo il diritto di sciopero,per i diritti di tutte e tutti, per costruire insieme una società diversa e multiculturale rifiutando ogni complicità con provvedimenti normativi che legalizzano sfruttamento, razzismo, pregiudizio e paura.
Il 1 marzo dovrà vedere una mobilitazione quanto più possibile diffusa, per permettere la massima partecipazione, sia in caso di scioperi, sia in caso di presidi o manifestazioni. Per questo invitiamo tutti coloro che vorranno aderire all’appello lanciato dal comitato bolognese a tutta l’Emilia Romagna ad organizzare le iniziative più efficaci nelle loro città, in base alle condizioni locali. A Bologna sarà convocato un presidio che avrà inizio alle 15.30 in piazza Nettuno. Presidio al quale potranno unirsi nel corso della giornata anche tutti coloro che dalla regione lo riterranno opportuno.