Su Zic.it / Il carcere è un “nodo alla gola”: il video della presentazione del XX Rapporto di Antigone

Su Zic.it il video della presentazione del XX Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione – “Nodo alla gola”, che si è svolta lo scorso 2 luglio a Vag61. Nella registrazione gli interventi di Valeria Verdolini (presidente di Antigone Lombardia e ricercatrice), Elia De Caro (difensore civico di Antigone e avvocato del Foro di Bologna), Valerio Monteventi (Vag61) e Giulia Fabini (presidente di Antigone Emilia-Romagna.

Vai su Zic.it per guardare il video della presentazione del XX Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione – “Nodo alla gola”

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Su Zic.it / Dai, sindaco, per una volta lo puoi dire: “Abbiamo fatto una cazzata”

Condividiamo l’editoriale di Zic.it su quanto accaduto ieri al Don Bosco, esprimendo la nostra solidarietà a chi ha subito le violenze della polizia per difendere gli alberi del parco

Leggi l’editoriale di Zic: Dai, sindaco, per una volta
lo puoi dire: “Abbiamo fatto una cazzata”

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Da che parte stai? Costruiamo una campagna cittadina

GIOVEDI’ 13 GIUGNO’024 alle 18 @ EX CENTRALE

Segnaliamo l’assemblea cittadina (giovedì 13 giugno alle 18 a Ex Centrale) promossa nell’ambito della campagna “Da che parte stai?”, che si è aperta in città dopo le 23 misure cautelari emesse nei confronti delle/i compagne di Cua e Plat

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Con Ilaria Salis, per la libertà di tutte/i le/gli antifascisti!

Il ringraziamento di Ilaria Salis per il pranzo in suo sostegno organizzato lo scorso 25 aprile al Pratello dalla Brigata cucinieri “Pancho Villa” e dal CentroDoc “F. Lorusso e C. Giuliani” in collaborazione con Vag61. Al fianco di Ilaria, per la libertà di tutte/i le/gli antifascisti!

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Da che parte stai?

Da che parte stai? Noi da quella che chiede la fine immediata delle 23 misure cautelari contro le/i compagne/i di Cua e Plat. Sosteniamo la campagna di solidarietà: libere/i tutte/i, subito!

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Con le/i compagne/i di Plat e Cua, lunga vita alle lotte sociali!

Stamattina sono state notificate 22 misure cautelari nei confronti di compagne/i attive/i principalmente nelle lotte di Plat e del Cua, insieme ad altre decine di notifiche di indagini in corso. Le misure cautelari, 13 divieti di dimora e nove obblighi di firma, riguardano le mobilitazioni messe in campo lo scorso 6 dicembre per opporsi agli sgomberi delle occupazioni abitative di via Corticella e via Filopanti. Le altre inchieste invece sono relative alla recente occupazione della stazione in solidarietà con il popolo palestinese, le proteste sotto alla sede Rai, la contestazione dell’inaugurazione dell’anno accademico e altre iniziative di lotta in città.

Di fronte all’ennesima offensiva giudiziaria scatenata nel tentativo di soffocare la conflittualità sociale e il dissenso politico, esprimiamo la nostra piena solidarietà sia alle/i compagne/i direttamente interessate/i che ai collettivi coinvolti e segnaliamo l’appuntamento lanciato da Plat e Cua per oggi alle 18 in via Niccolò Dall’Arca.

Vag61 – Spazio libero autogestito

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Solidarietà a Nicoletta Dosio e al movimento NoTav!

Dall’1 giugno Nicoletta Dosio è di nuovo costretta agli arresti domiciliari, in seguito a una condanna definitiva a un anno e nove mesi per evasione: è il duro e ingiusto prezzo che paga per aver deciso di violare, in segno di protesta, l’obbligo di dimora e la detenzione domiciliare a cui fu sottoposta nel 2016 per accuse riguardanti la giornata di lotta contro l’Alta velocità in Val Susa del 28 giugno 2015.

Oggi come allora ribadiamo la nostra solidarietà a Nicoletta e a tutto il movimento NoTav, convinte/i che privare della libertà personale un’attivista di 78 anni non sia altro che una rancorosa forma di accanimento che però, siamo pronte/i a scommetterci, non piegherà la sua tenacia nè indebolirà la determinazione di tutte/i coloro le/quali hanno fatto della Val Susa un esempio di resistenza popolare in difesa dei territori e contro le grandi opere inutili. Si parte e si torna insieme!

Vag61 – Spazio libero autogestito

 

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Il 18/5 a Firenze con il Collettivo di fabbrica Gkn

SABATO 18 MAGGIO’024 alle 11,30 @ STAZIONE CENTRALE

> foto e video: qui

PER QUESTO, PER ALTRO, PER TUTTO
IL 18 MAGGIO ANDIAMO COLLETTIVAMENTE ALLA
MANIFESTAZIONE DEL COLLETTIVO DI FABBRICA GKN

Dopo oltre 1000 giorni di assemblea permanente, il Collettivo di Fabbrica GKN chiama ancora una volta tutti e tutte a manifestare nelle strade di Firenze.

Dopo oltre 1000 giorni di assemblea permanente, senza il pagamento degli stipendi, con un occhio al genocidio in corso in Palestina e il ricordo dell’alluvione che ha colpito duramente anche i territori toscani, il Collettivo di Fabbrica rivendica una legge regionale per l’intervento pubblico dal basso. Un processo capace di costruire nuovi lavori climatici, rifiutando la militarizzazione delle economie e il ricatto tra salario e salute.

In questi anni, l’esperienza di Campi Bisenzio ha rappresentato un terreno di convergenze e ibridazioni. Uno spazio sociale collettivo e complesso capace di parlare della nostra quotidianità a partire dalla difesa del posto di lavoro. Un percorso collettivo capace di immaginare futuri di giustizia climatica e sociale, intersecando lotte e progettualità.

Il Collettivo di Fabbrica GKN chiama, Bologna risponde: partiamo collettivamente in treno regionale per partecipare al corteo. Appuntamento sabato 18 maggio alle 11,30 di fronte alla Stazione centrale di Bologna

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Puoi sostenere l’autogestione anche con il 5×1000!

Sostieni i progetti e le iniziative di Vag61! Compilando la dichiarazione dei redditi firma nel riquadro dedicato alle associazioni di promozione sociale ed inserisci CF: 91241310373

Vag61 è uno spazio libero autogestito e tutte le sue attività e i suoi progetti si basano sull’autofinanziamento: ogni contributo può aiutarci a far fronte alle spese, per continuare a portare avanti i percorsi di autorganizzazione, autoproduzione e mutualismo che hanno casa in via Paolo Fabbri 110. Perché l’autogestione è una ricchezza comune che va costruita e alimentata giorno per giorno, perché ogni spazio liberato è uno spazio da attraversare e difendere collettivamente!

Le info per poter contribuire anche in altri modi all’autofinanziamento di Vag61: qui

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L’11 maggio è in piazza Scaravilli: tutte/i al Gaza solidarity encampment!

SABATO 11 MAGGIO’024 alle 15 @ PIAZZA SCARAVILLI

> foto dell’iniziativa: qui

Ci siamo, l’11 maggio di Laboratorio Bologna sta arrivando… Ci vediamo sabato alle 15 in piazza Scaravilli! Ecco il programma completo di tutte le info e gli orari della giornata:

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Oltre le mura del carcere: discussione collettiva e proiezione di “11 giorni”

VENERDI’ 3 MAGGIO’024 alle 19,30

> foto dell’iniziativa: qui

Iniziativa a cura di Vag61 e SMK Factory

– dalle 19,30: aperitivo e cena di autofinanziamento

– alle 20,30: prima proiezione a Bologna di “11 GIORNI tra le mura del carcere” (33′ – 2024, regia di Nicola Zambelli), Un viaggio tra le mura del carcere più sovraffollato d’Italia. All’interno della casa circondariale “Nerio Fischione” di Brescia, un gruppo di detenuti si racconta in una web-serie documentaristica di 33 episodi, pubblicata nell’arco di 11 giorni, su una pagina Instagram (@11.giorni). Il laboratorio di scrittura nasce dalla volontà dei detenuti di raccontare le proprie testimonianze di vita all’interno del penitenziario con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione più giovane e dare vita ad una campagna di impatto sociale sui social network.

– a seguire: interventi di SMK Factory, Vag61, Mariachiara Gentile (avvocata e osservatrice di Antigone per la regione Emilia-Romagna) e Alvise Sbraccia (docente di Sociologia del carcere all’Università di Bologna)

* * *

Cosa succede alla Dozza e nell’istituto minorile del Pratello? Cosa succede nelle carceri dell’Emilia-Romagna e del resto d’Italia? Crediamo sia più che mai necessario interrogarci sul tema e porre pubblicamente queste domande: ai movimenti, alla società, alla stampa, alla politica. Perchè sulla condizione detentiva circolano poche notizie, ma allarmanti. Per questo intendiamo promuovere una discussione che affronti in maniera ampia questo argomento e contribuisca a raccogliere informazioni, spunti, riflessioni e linee possibili di azione. Perchè il carcere non è un buco nero, anche se in molte/i così vorrebbero: è lo specchio in cui rifletterci se vogliamo davvero guardarci in faccia.

Da dove partire? La Dozza e le altre carceri italiane sono estremamente sovraffollate, certo, è una condizione strutturale che da molto tempo a questa parte non mostra segni di miglioramento. Lo sguardo critico sul nodo detenzione si sofferma spesso su questo aspetto, ma tale consapevolezza non basta e non può bastare a decifrare le criticità che caratterizzano la situazione attuale. Le condizioni di vita a cui sono costrette/i le/i detenute/i non dipendono solo dal loro numero in rapporto ai metri quadrati di un istituto. Ridurre il volume della popolazione carceraria è una priorità irrinunciabile e non può essere considerata un tabù la prospettiva di un’abolizione della reclusione, ma allo stesso tempo è indispensabile tenere alta (più alta!) l’attenzione su molti altri aspetti: le condizioni strutturali dei penitenziari; la carenza di personale sanitario, di assistenti sociali e di opportunità lavorative per le/i detenute/i; le modalità di applicazione dei diversi regimi detentivi; l’abuso nella somministrazione di psicofarmaci; gli abusi e i maltrattamenti da parte degli agenti di custodia; la presenza di bambine/i recluse/i insieme alle loro madri; la piaga, vergognosa, dei continui suicidi nelle celle. La storia anche recente della Dozza e del Pratello, insieme a quella di altre carceri della regione come Modena e Reggio Emilia, è purtroppo un compendio di questi mali ed è una verità che non può essere nascosta sotto il tappeto.

Certo, nessuna/o può aspettarsi una qualsiasi forma di sensibilità su questi temi dal Governo in carica. Che, anzi, dello slogan “più carcere e ancora più carcere” fa un’esplicita bandiera. Il Dl Caivano, l’ossessione per l’inasprimento delle pene, la volontà di moltiplicare i Cpr destinati alle/i migranti o la puntuale copertura politica fornita agli abusi delle forze di polizia sono solo alcuni esempi dello spirito conservatore e reazionario che anima l’esecutivo Meloni-Salvini-Tajani. Ma se la destra si manifesta per quel che è, centrosinistra e dintorni non fanno molto per distinguersi. L’indignazione giusta e necessaria per la vicenda di Ilaria Salis in Ungheria, a cui va tutta la nostra solidarietà antifascista, corrisponde forse ad un’analoga attenzione per ciò che accade alle/i detenute/i italiane/i? Lo scandalo del 41bis e dell’ergastolo ostativo, su cui ha gettato una luce il caso di Alfredo Cospito, è forse un dibattito in cui esercitarsi per qualche settimana per poi richiudere tutto in un cassetto?

Quello che più ci interessa, però, è affrontare il tema a livello locale. Cosa fanno il governo regionale e l’amministrazione municipale per affrontare le tante criticità che la presenza delle carceri sul territorio pone sul tavolo? Siamo certe/i del fatto che i rappresentanti di Comune e Regione non mancherebbero di elencare interventi e buoni propositi, ma c’è un ma: non è sufficiente. La città che “non lascia indietro nessuno”, come ama ripetere il sindaco Lepore, non può chiudere gli occhi sulla situazione della Dozza e del Pratello. Il primo cittadino, che per inciso è anche la massima autorità sanitaria locale, non può non interessarsi alle condizioni di vita delle/i detenute/i e delle fragilità delle/i tante persone che vivono il carcere con problemi di malattia, dipendenza e sofferenza psicologica. La politica non può lasciare la presa di parola sul carcere ai sindacati di polizia penitenziaria che, nel 2024, non trovano di meglio che sottolineare come nei confronti delle/i carcerate/i vengano presi pochi provvedimenti punitivi: è il caso della democraticissima Cgil e della Uil, non di qualche destrorsa sigla corporativa.

Non pensiamo che i problemi del carcere siano di facile soluzione. Ma è necessario affrontarli ed è urgente dare dei segnali concreti in questa direzione. Qualche anno fa, ad esempio, Vag61 di fronte all’emergenza Covid aveva lanciato un appello per consentire l’applicazione di misure alternative in favore di quelle/i detenute/i che, anche a normativa vigente, erano nelle condizioni di uscire di prigione ma non potevano farlo perchè impossibilitate/i a indicare un domicilio esterno: insieme all’appello avevamo suggerito anche due strutture pubbliche inutilizzate da destinare a questo scopo, un ex Ferrhotel in città e l’ex Ersa di Ozzano, ma non se n’è mai fatto nulla. Sarebbe stata una goccia nel mare, ma pur sempre una goccia.

Attorno a questi temi invitiamo al confronto collettivo perchè sul carcere riteniamo necessario tenere un faro acceso, aprire una riflessione, stimolare una convergenza di contributi.

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Il 21 aprile nelle strade ribelli della Cirenaica antifascista!

> foto e video dell’iniziativa: qui

Oggi 21 aprile è Bologna liberata! Oggi 21 aprile nelle strade ribelli della Cirenaica antifascista! Insieme a tante/i abitanti del quartiere abbiamo ricordato le/i partigiane/i con un fiore alla lapide a loro dedicata in via Bentivogli e con un bellissimo trekking urbano insieme a Resistenze in Cirenaica lungo i luoghi del rione che raccontano la lotta di Liberazione. Dalla Resistenza di ieri all’antifascismo di oggi, per contrastare l’onda nera che attraversa l’Italia e l’Europa! Solidarietà a Ilaria Salis, alla lotta delle/i palestinesi e alla rivoluzione del popolo curdo!

Nei video: canti partigiani nelle strade della Cirenaica antifascista! Grazie alla Brigata Musicanti di Vag61 e alle/gli abitanti del quartiere con cui oggi abbiamo condiviso la giornata del 21 aprile ricordando l’anniversario della Liberazione di Bologna dal nazifascismo. Ora e sempre Resistenza!

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LIBERAZIONE – LIBERAZIONI

Dopo ormai due anni di governo dei post-fascisti, il vento reazionario e repressivo continua a soffiare in Italia, in Europa e in tutto il mondo. Nel 79° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, è più che mai urgente ricordare e mettere in atto pratiche e discorsi che rispondano al dilagare dell’estrema destra in tutto il mondo, alla sua sempre maggiore capacità di fare presa su molte coscienze.

Sono tante le dimostrazioni di quanto pericolosamente la situazione stia precipitando: nel naufragio lasciato volutamente accadere dal Governo al largo di Cutro nel febbraio 2023, nella proposta di nuove aperture di Centri di permanenza e rimpatrio da usare come arma contro le persone in movimento, negli accordi con l’Albania e la Libia che violano diritti umani e trattati comunitari assistiamo alla gravissima e xenofoba criminalizzazione della migrazione. Considerando la situazione delle carceri italiane, ogni giorno più invivibile per coloro che vi sono ristrette e ristretti in numeri inaccettabili, e il decreto Caivano, che sta avendo come effetto quello di riempire le carceri minorili di giovanissi, vediamo che l’unica risposta del Governo sembra essere la costruzione di nuove case circondariali, anziché favorire misure alternative al carcere.

Assistiamo al costante decadimento dei diritti del lavoro, mentre si aggrava la strage di lavoratrici e lavoratori, con numeri inaccettabili di vite sacrificate sull’altare della produzione mentre gli stipendi dei manager delle grandi imprese arrivano ad essere più di 700 volte quelli delle operaie e degli operai che ci lavorano.

Ancora, una festa per la fine del Ramadan, che la scuola milanese “Iqbal Masih” sceglie di far festeggiare ai propri studenti e studentesse con la chiusura dell’istituto, diventa occasione di attacco alle minoranze e alla scuola pubblica, dimostra il costante dilagare del razzismo sistemico in cui viviamo.

Assistiamo a un attacco dei valori dell’antifascismo,  in Italia dove ogni anno aumenta la polarizzazione nella narrazione del 25 aprile come una festa divisiva, ma anche in Europa, dove il denigrante trattamento e processo all’insegnante antifascista Ilaria Salis mette in luce come governo e magistratura ungheresi avvallino l’impunità di un movimento neofascista attivo nel paese.

Tutto intorno e all’interno di un’Europa che racconta di fondare la sua esistenza su democrazia e diritti, imperversano morte, guerra, aggressione, ingiustizia, colonialismo, classismo, discriminazione di genere e etnica. Contro queste derive, troviamo indispensabile nel giorno del festeggiamento dalla liberazione dal nazifascismo sostenere e ricordare la resistenza dei popoli oppressi da regimi in tutto il mondo.

Contro il genocidio del popolo palestinese a Gaza ad opera dello stato di Israele e per la fine del colonialismo in Cisgiordania.

Contro la sporca aggressione di Putin alla popolazione ucraina che ancora perdura.

Con la rivoluzione curda in Rojava che da più di 10 anni vive e resiste alla repressione del dittatore Erdogan e ai vili attacchi dell’Isis.

Per la fine immediata di ogni guerra, a fianco di tutte le resistenze!

Lottiamo ogni giorno per le nuove liberazioni a venire, sempre più necessarie.

Verso il corteo del 25 aprile in piazza dell’Unità [foto], vi invitiamo a due appuntamenti:

giovedì 18 aprile: ”L’onda nera tra Americhe e Europa”, alle 18,30 a Vag61

domenica 21 aprile: Liberiamoci da tutti i fascismi. Nella giornata della liberazione di Bologna dai nazi-fascisti viviamo insieme momenti di memoria, lotta e solidarietà. Appuntamento alle 10,30 alla lapide di via Bentivogli 42, a seguire passeggiata nel rione, pastasciutta antifascista e pizzata e presentazione del libro “Stella rossa” a Vag61 [foto e video]

Nella giornata del 25 aprile sosteniamo Ilaria Salis con la partecipazione al pranzo benefit organizzato al Centro sociale delle pace [foto]

Vag61 – Centro  di documentazione dei movimenti “Lorusso-Giuliani” – Smk Factory – Mediterranea Bologna – Doposcuola solidale Vag61

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VᴇɴᴛɪdiVᴀɢ – Gli auguri di “O’ Zulù” a Vag61: “Spazi come questo patrimonio dell’umanità. Pe’ cient’anne!”

“Mi credete se vi dico che stasera mi avete dato ‘na capata che veramente non provavo da tempo? Non lo dico sempre, è vero”. Le parole di “O’ Zulù” [video] alla fine dello spettacolo “Vio-lenti” hanno reso ancora più speciale una serata indimenticabile. Un regalo enorme per i vent’anni di Vag61 che Luca “O’ Zulù” Persico, sul palco insieme alla bravissima Caterina Bianco, ha festeggiato con noi sottolineando con amore l’importanza degli spazi sociali autogestiti: “Tanti auguri e pe’ cient’anne ancora! Posti come questo sono la vita, inutile che lo dico. C’ho speso più di 30 anni di vita a ribadire questa cosa. Senza posti come questo le città sarebbero morte. Bologna? Un posto inutile se non esistesse Vag, se non esistesse Crash, se non esistesse il Tpo. Tutti i posti che animano culturalmente e politicamente questa città sono patrimonio dell’umanità e vanno sostenuti e difesi, all’occorrenza”. Grazie “O’ Zulù” e sempre viva l’autogestione!

Foto e video della serata: qui

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“Per questo, per altro, per tutto”: documentario sulla convergenza delle lotte in Italia

Segnaliamo la pubblicazione del documentario “Per questo, per altro, per tutto” realizzato da Quentin Willaert con il supporto di SMK Factory

Questo film documentario (34 min) è stato girato nell’ottobre 2022 tra la Toscana e Bologna (Italia). Mostra la fase del processo di convergenza delle lotte che ha portato alla manifestazione di Bologna contro l’allargamento della tangenziale.

Questo processo, che ha preso il nome di “Convergere per Insorgere”, è nato nel luglio 2021 quando i lavoratori dello stabilimento GKN di Firenze (che produceva componenti per auto) hanno iniziato l’occupazione permanente del loro stabilimento a seguito della sua chiusura e, quindi, del loro licenziamento da un giorno all’altro.

Questo film racconta il processo politico che mira a far convergere le lotte dei lavoratori, dei piccoli agricoltori ai margini dell’industria agroalimentare, degli attivisti ambientali, dei collettivi transfemministi, dei movimenti antimilitaristi, dei movimenti cittadini che resistono alla gentrificazione, ecc. per cambiare i rapporti di forza ed emanciparsi da un sistema capitalista tanto ingiusto quanto insostenibile.

Il metodo di convergenza?
“PER QUESTO, PER ALTRO, PER TUTTO”

Regia/camera/suono/montaggio: Quentin Willaert
Con il supporto di SMK Factory
Post-produzione audio: Claudio Cadei
Assistente alla camera: Javier Virues
Assistente ai sottotitoli: Camilla Paruolo e Gaetano Sorbo

Per programmare una proiezione-dibatto:
willaert.quentin@gmail.com – Instagram

I protagonisti del film:
Collettivo di fabbrica exGKN
Genuino Clandestino
Mondeggi Bene Comune
LUnA Laboratorio Universitario d’Autogestione
D(i)ritti alla Citta
Campi Aperti
No Passante

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Due detenute morte e una terza che ha tentato il suicidio: che succede alla Dozza?

Come scrive Zic.it, ci chiediamo e chiediamo anche noi: cosa sta succedendo alla Dozza? Sappiamo bene che le condizioni di vita nel carcere sono strutturalmente drammatiche e inaccettabili ma un suicidio, un tentato suicidio e un altro decesso tra le detenute, nel giro di pochi giorni, restituiscono uno scenario che non può passare inosservato.

Leggi l’articolo su Zic.it:
Due detenute morte e una terza che ha
tentato il suicidio: che succede alla Dozza?

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Nasce Laboratorio Bologna

Bologna, contesa tra dimensione globale e sfera provinciale, è diventata un crocevia di tensioni. Con l’emergere di iniziative come il tecnopolo e Airbnb, fabbrica 4.0 e l’interporto, l’espansione infrastrutturale e i nuovi progetti legati ai finanziamenti del Pnrr, la città si è trasformata ed è tuttora in trasformazione.

In questo contesto, vediamo un potenziale laboratorio per nuove lotte, sperimentando forme di autogoverno e conflitto. È un’opportunità per discutere della geografia urbana, dei diritti alla città e delle dinamiche sociali.

Proponiamo un’inchiesta collettiva per creare nuove convergenze tra diversi soggetti. Non si tratta solo di unire le forze, ma di aprire nuovi scenari di dialogo e collaborazione, sfidando la frammentazione e cercando di trasformare le tendenze in realtà tangibili. Un laboratorio da inventare, per costruire uno spazio comune per le lotte che spesso sfuggono alle grandi narrazioni sulla città.

+++ 11 MAGGIO SAVE THE DATE +++

Vai al sito di Laboratorio Bologna

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Niente Morandi, ma la natura morta è Palazzina Magnani: ora dite davvero cosa volete farne

E’ proprio nella Palazzina Magnani di via Azzo Gardino che nel 2003 nacque Vag61. Dallo sgombero di allora l’immobile è tornato all’abbandono e ora è svanita l’idea di utilizzarlo per il Museo Morandi. Condividiamo l’editoriale di Zic.it – Zeroincondotta che invoca “una parola di verità su un bene che merita ben altro destino e su una vicenda che, francamente, rappresenta una vergogna in una città che ha gran fame di spazi per la socialità, per la cultura, per l’aggregazione, per l’abitare”.

Leggi l’editoriale su Zic.it

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Paolino, che c’era sempre

E’ consuetudine, quando si organizza un’assemblea, un presidio o un corteo, fare prima una sorta di conta delle presenze auspicabili all’iniziativa poi un rendiconto consuntivo delle persone che hanno partecipato. A Bologna, dalle giornate della rivolta del marzo ’77 ai giorni nostri, negli appuntamenti di movimento, un più uno è sempre stato assicurato dalla presenza di Paolino e dei suoi “impegnativi” baffoni. Ne ha mancati veramente pochi nel corso di quasi cinque decenni, così come è sempre stato presente ogni 11 marzo davanti alla lapide di Francesco Lorusso in via Mascarella.

La presenza di Paolino è sempre stata debordante, calorosa, avvolgente: lo hanno aiutato il suo sorriso unico, la sua voce tonante, la sua passione, la sua voglia di cambiare le cose e il suo voler esserci in tutti i percorsi radicali di modificazione dell’esistente.

Valerio Evangelisti, in suo bellissimo scritto sul concetto di fraternità, lo portò ad esempio per il suo modo di aiutare e di stare insieme agli altri compagni e per la sua “gentilezza rivoluzionaria”.

Per la comunità solidale di Vag61 Paolino ha fatto parte da sempre della “famiglia allargata”, aveva una bellissima “confidenza” con tutte e tutti noi. Se l’era conquistata, se l’era meritata in tutte le sue forme: dall’andare a curiosare in cucina per sapere in anticipo il menù di un pranzo o una cena sociale all’essere sempre nelle prime file, commentando e sottolineando ad alta voce quello che gli garbava o che non gli andava giù di un intervento; dal cantare a suo modo le canzoni di lotta, facendo andare in tilt che ricercava sul palco una certa tonalità, alla sua capacità di trasmettere affetto ed entusiasmo con le sue calorose risate; dal portare una bottiglia di grappa o di buon vino e dividerla con il maggior numero di persone possibile al regalare qualche manifesto della sua collezione al CentroDoc Lorusso-Giuliani.

Sempre euforico e spumeggiante, ma con una capacità di non far mai uscire sotto i suoi baffi parole “a cazzo”. In piazza poi, nei momenti caldi, usava l’arma del silenzio… per capirsi con Paolino bastava guardarsi negli occhi.

E tutto questo Paolo l’ha portato in tanti luoghi e in tante situazioni, fino all’ultimo, fino a pochi giorni fa, nelle manifestazioni e negli incontri contro i massacri a Gaza e per la libertà della Palestina.

Da ieri, tutto il bagaglio di passioni ed emozioni che Paolino si portava appresso e dispensava a chi gli stava vicino non c’è più, se n’è andato con lui… per sempre.

Ci mancherà, questo è sicuro… cercheremo di trovare i modi per ricordarlo, perché un compagno così non si può dimenticare.

Un grande abbraccio alla sua compagna Elisa.

Vag61

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Bona lè con la repressione!

In giorni caratterizzati da un ampio e diffuso dibattito sulle manganellate di Pisa, ma anche di Firenze, di Catania, di Napoli, di Torino, di Bologna etc in città arriva puntuale l’ennesima misura repressiva nei confronti di sei attivist* che hanno partecipato al presidio contro lo sgombero dell’occupazione di uno stabile vuoto di proprietà della chiesa in via Mazzini. A noi non sorprendono le cariche di Pisa, semmai ci sorprende chi si sorprende. Il ruolo dello Stato di fronte alle mobilitazioni sociali e alle lotte è sempre stato quello repressivo. Non bisogna andare troppo in là per ricordare le cariche da dietro su via Irnerio dopo il doppio sgombero di via Corticella e dello studentato Glitch e fare l’elenco sarebbe troppo lungo. Quello che non cambia è la nostra ferma solidarietà e complicità con chi lotta ogni giorno per rendere Bologna una città più accogliente e solidale, con chi sottrae spazio al profitto per restituirlo alla collettività.

Non ci interessano le dichiarazioni d’intenti, ci basta vedere i fatti per scegliere da che parte stare. Alla lotta.

Vag61 – Spazio libero autogestito

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Manifestazione regionale NO CPR a Ferrara

SABATO 2 MARZO’024 h15 @ PIAZZALE POLEDRELLI (FERRARA)
PER MUOVERCI INSIEME DA BOLOGNA: h13,45 @ P.ZZA MEDAGLIE D’ORO

Il Governo Meloni da mesi sta rilanciando il sistema dei CPR (Centri di Permanenza per i Rimpatri) dichiarando di volerne aprire almeno uno in ogni regione. Lo scorso ottobre, a Bologna, una manifestazione ha respinto al mittente la volontà di aprire qui un CPR e riportando il fallimento dei grandi centri d’accoglienza. Tantissime voci dex migranti che vivono all’interno di quei posti si sono alzate. Ferrara è stata la seconda città presa di mira.
Tra Bologna e Ferrara e altre città della regione quasi 100 associazioni e realtà si sono mobilitate creando una rete regionale facendo presidi sotto le prefetture e iniziative culturali.

Un CPR (allora CIE/CPT) in Emilia-Romagna è già stato chiuso dopo una lunga stagione di lotte. Vogliamo ribadire chiaramente che nessun arretramento è possibile sul nostro territorio e che quelli esistenti in altre regioni devono essere immediatamente chiusi.
I CPR sono luoghi inaccessibili, dove di continuo avvengono soprusi e violenze che spesso portano ad atti di autolesionismo fino al suicidio, come quello di Sylla Ousmane, rinchiuso nel CPR di Ponte Galeria, avvenuto all’inzio di febbraio.

Luoghi inumani, in cui le persone sono private della libertà personale, anche per la sola “colpa” di avere il documento di soggiorno scaduto, reato amministrativo non penale.
Da Ferrara a Bologna, da Rimini a Piacenza la nostra non è solo un’opposizione di movimenti e cittadin* contro modelli di reclusione e segregazione (in Italia come in Albania), ma è anche rivendicazione e impegno per le pratiche che quotidianamente portiamo avanti: un’accoglienza degna, per città aperte e plurali, per percorsi di autonomia e integrazione. Vogliamo contribuire ad una Europa di ponti, di libertà e giustizia sociale e non di muri, discriminazioni e politiche suprematiste e nazionaliste.

PER CHI PARTE DA BOLOGNA CI VEDIAMO IL 02/03 ALLE ORE 13,45 DAVANTI ALLA STAZIONE DEI TRENI (piazza delle Medaglie d’oro) per muoverci tuttx insieme verso Ferrara.

Mai più CPR nè qui nè altrove!

Rete NO CPR Emilia-Romagna

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Borse di studio “Per non dimentiCarlo” anno 2023-2024

Segnaliamo l’iniziativa promossa da Comitato Piazza Carlo Giuliani ODV, Osservatorio Repressione e Comitato Madri per Roma città aperta

Borse di studio “Per non dimentiCarlo” anno 2023-2024

“Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo.
Organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza.
Studiate perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza”.

Antonio Gramsci

Gli anniversari del G8 di Genova non rappresentano per noi una commemorazione, una rievocazione di ricordi fine a se stessa: sono la manifestazione di un percorso politico e intellettuale, consapevole e lungimirante, che non si è interrotto, sebbene abbia assunto forme diverse. Siamo convinti che sia possibile rintracciare delle linee di continuità tra i contenuti proposti da quell’insieme di movimenti che negli anni 2000 attraversarono il mondo e le rivendicazioni dei movimenti dei nostri giorni: come Fridays For Future, Non Una Di Meno che si aggiungono a tutti quei presidi territoriali che da anni portiamo nel cuore a cominciare dal movimento No TAV, e tutti i gruppi di studenti medi e universitari. Vorremmo evidenziare le linee di continuità e le differenze, comprendere i fenomeni storici, sociali, politici che hanno attraversato questi anni, diventare più consapevoli di ciò che lega e di ciò che separa lo snodo dei primi anni 2000 dal presente oggi. Per questo il Comitato Piazza Carlo Giuliani ODV, Osservatorio Repressione e il Comitato Madri per Roma città aperta hanno deciso di lanciare un invito allo studio, in un periodo in cui le risorse umane ed economiche per l’istruzione pubblica sono state ridotte all’osso e il lavoro della ricerca è stato svilito.

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No Cpr, no grandi centri: presidio davanti alla Prefettura

GIOVEDI’ 8 FEBBRAIO’024 alle 11,30

RETE REGIONALE NO CPR-NO GRANDI CENTRI

𝐿𝑖𝑏𝑒𝑟𝑡à, 𝑑𝑖𝑔𝑛𝑖𝑡à, 𝑑𝑒𝑚𝑜𝑐𝑟𝑎𝑧𝑖𝑎: 𝑝𝑒𝑟 𝑢𝑛’𝑎𝑐𝑐𝑜𝑔𝑙𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑔𝑛𝑎, 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑡𝑎‌ 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑣𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑖𝑛 𝐸𝑢𝑟𝑜𝑝𝑎

Dopo la manifestazione di Ottobre a Bologna, continua la presa di parola e l’attivazione delle diverse città dell’Emilia Romagna. Da quel momento di piazza a oggi si è consolidata la rete tra le città per affermare con voce unica che non venga mai più aperto un CPR (Centro di Permanenza e Rimpatrio per migranti senza permesso di soggiorno) sul nostro territorio, né in Emilia Romagna né altrove, e che nessun arretramento, dopo lo smantellamento del CIE/CPT e la vittoria delle lotte fatte in passato, è possibile.

Da Bologna a Ferrara, da Rimini a Piacenza la nostra opposizione è ogni giorno più compatta e partecipata. Non è solo una opposizione di cittadin* che si oppongono a modelli di reclusione e segregazione che ricordano – parole delle persone accolte – quelli dei lager libici, ma anche di quant* quotidianamente, con il proprio operato, si impegnano per un’accoglienza degna, per città aperte e plurali.

Rifiutiamo l’idea di carceri in cui rinchiudere, per poi espellere, magari dopo aver esaurito la funzione di forza lavoro da sfruttare, chi ha la sola colpa di cercare un futuro migliore attraverso la migrazione. Oppure di grandi centri dove le persone in attesa di definire il proprio status vengono ammassate in condizione inumane. Persone parcheggiate, sempre più spesso anche in container e tende, ad attendere di poter esercitare ogni diritto, senza poter investire sul proprio percorso di autonomia e di inclusione perché private di servizi di integrazione e di rapporti costruttivi con il tessuto sociale spesso isolate lontane da centri abitati. L’abbiamo visto a Bologna nel CAS Mattei e nel nuovo CAS di Ozzano, dove la violenza istituzionale forza gli enti gestori ad accogliere numeri di persone ingestibili, mortificandone la dignità e prospettando un futuro di invisibilità e di possibile reclusione.
Come cittadin*, associazioni, legali e migranti che già stanno lottando per condizioni degne nei grandi centri di accoglienza e contro l’aumento dei Centri di Permanenza e Rimpatrio, lanciamo per l’8 febbraio una giornata di mobilitazione con presidi sotto alle Prefetture, a Ferrara, Bologna, Parma, Forlì, Reggio Emilia, Rimini, e magari altre città.
Ispirati dalle mobilitazioni che in Germania si oppongono alla xenofobia e al razzismo dei partiti di destra, che strumentalizzano le vite dei e delle migranti e cavalcano le paure, vogliamo contribuire ad una Europa di ponti, di libertà e democrazia, e non di muri, discriminazioni e politiche suprematiste e nazionaliste.

Verso la costruzione di una manifestazione regionale NO CPR che si terrà a Ferrara il 2 marzo 2024

CI VEDIAMO L’8 FEBBRAIO DAVANTI ALLA PREFETTURA DI BOLOGNA h11,30

Municipi Sociali Labas e TPO
ASGI
Mediterranea Bologna
Vag61
Arci
Rete sulla stessa barca: Centro lavoratori stranieri Cgil, Libertà era restare, Astalli Bologna, Consulta per la lotta all’esclusione sociale, Refugees welcome, Il manifesto in rete
Portico della Pace
Laboratorio di Salute Popolare
Famiglie Accoglienti
Ya Basta Bologna
ByPiedi
Adl Cobas
Approdi
Dialoghi
Polisportiva HSL
Forum terzo settore Emilia Romagna
Piazza Grande
Libera
Prometeo

(…in aggiornamento)

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Il 2023 in movimento di Zic.it [foto]

Il 2023 in movimento di Zic.it: un anno di notizie e mobilitazioni a Bologna da ripercorrere con la classifica degli articoli più letti, gli editoriali, gli speciali e le fotografie di Zeroincondotta – giornale online autogestito.

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