VENERDI’ 30 NOVEMBRE’012 dalle 19
Dalle 19 aperitivo, a seguire cena e presentazione del film sulla Par Tòt Parata realizzato da SMK Videofactory con il sostegno di Produzioni dal Basso (regia e montaggio: Angelica Angelini, Andrea Paco Mariani).
“In un giorno di giugno, a Bologna, accade qualcosa di inspiegabile: le strade e le piazze vengono invase da un fiume di persone, con strani vestiti e carri colorati. Per un giorno soltanto la città si trasforma in un gigantesco teatro di improvvisazione a cielo aperto, fatto di performance, di giocoleria, di balli, di carri allegorici e di suoni…”. A seguire, La Leggera in concerto.
> “Una follia effimera”:
Film Autoprodotto tramite la piattaforma digitale di Produzioni dal basso.
Note tecniche:
Regia
Andrea Paco Mariani
Riprese e montaggio
Angelica Gentilini
Andrea Paco Mariani
Isabella Urru
Gero Greco
Audio
Vasco Fondra
Viktor Bošnjak
Grafica e fotografia
Nicola Zambelli
Margherita Zacchi
Michele Lapini
Soundtracks
Les Touches Louches
Luca Figliuoli
Con il Supporto di
Associazione Oltre…
www.associazioneoltre.org
Produzione
Smk Videofactory — 2012
www.smkvideofactory.com
info@smkvideofactory.com
Licenza Creative Commons
Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Unported (CC BY-NC-ND 3.0)
> La Leggera:
“Suonare è una delle cose più belle del mondo.
Ma è ancora più bello se, suonando, le si suona anche al governo!”
In questa battuta, pronunciata da un vecchio fisarmonicista dell’Appennino tosco-emiliano, sta forse l’essenza del progetto de La Leggera: un’avventura nata quasi per scherzo, da un gruppo di amici appassionati di musica e culture popolari, che dopo vari mesi di scorribande e improvvisazioni musicali, decidono di avviare un progetto più solido e articolato.
La Leggera nasce così agli inizi del 2010, prendendo il nome dall’omonimo treno che portava i lavoratori stagionali in Maremma alla fine dell’800. Braccianti poverissimi, con pochi cenci in una borsa (di qui il nome “La Leggera”), che esorcizzavano e maledicevano la propria miseria intonando strofe e stornelli tra una stazione e l’altra, grazie ai quali, spesso, riuscivano a pagarsi il biglietto del treno.
Questo spirito anarchico e irriverente, divertito e corrosivo al tempo stesso, è anche la cifra del nostro gruppo – attualmente composto da otto elementi fissi, più altri che si aggiungono a seconda dei contesti – che propone un repertorio che spazia dai ritmi sfrenati delle tarantelle, agli stornelli dell’Appennino, ai canti di lotta e di lavoro del nord Italia, fino alle melodie delle terre balcaniche e di quelle iberiche.
Uno spassoso progetto all’insegna della danza e dello sberleffo, insomma, che proprio come il famoso treno, è pronto a raccogliere amici e compagni di viaggio per condurli al di là delle convenzioni e delle barriere del tempo, in uno scanzonato aggiornamento della tradizione.