Esprimiamo tutta la nostra solidarietà agli inquilini resistenti della Casa della Precarietà, occupata sabato in via San Donato 143/2. L’atteggiamento di chiusura con cui la Giunta comunale ha accolto questa iniziativa, che per l’ennesima volta solleva in città il tema di un’emergenza abitativa sempre più grave, la dice lunga sulla distanza che separa chi siede a palazzo da chi paga la crisi sulla propria pelle e deve lottare anche per guadagnarsi la possibilità di avere un semplice tetto sulla testa.
Requisizione delle case sfitte, autorecupero del patrimonio abitativo e rifiuto della speculazione immobiliare sono le uniche strade possibili da percorrere se davvero si vuol dare una risposta al crescente numero di persone che vedono negato il diritto all’abitare.
Se al contrario la Casa della Precarietà è già sotto sgombero, vuol dire che l’amministrazione comunale preferisce voltarsi dall’altra parte. Se la questione abitativa è ancora trattata come mero problema di ordine pubblico, significa che il ritornello della legalità continua ad accompagnare la triste recita che dietro centrodestra e centrosinistra vede sul palco attori della stessa compagnia. Non è passato poi molto tempo, del resto, da quando proprio in San Donato si susseguivano gli sgomberi: il sindaco Merola era assessore alla Casa, il suo attuale successore Malagoli era fidato presidente del Quartiere. La coppia si è riformata e da allora nulla è cambiato? Ed è questo il “sogno” tanto evocato dal partito che esprime l’assessore?
Solidarietà agli occupanti di via San Donato
Diritto all’abitare per tutt*
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