Il comunicato di Time Out verso la Costituente dello sciopero precario che si terrà il 25 settembre’011 a Bologna (@ Vag61) e verso la mobilitazione europea del 15 ottobre’011.
Giovedì 22 iniziativa a Vag61 con la partecipazione di alcuni attivisti dei Punti San Precario Roma, video-aperitivo, presentazione del percorso verso lo sciopero precario e cena di autofinanziamento: “Rivoltare la precarietà, creare spazi di conflitto e di autonomia verso lo sciopero precario” [audio]
> Blitz alla T, banconote e striscione da Palazzo D’Accursio: report, foto, video e comunicati su Zic.it
* * * * * * * * * *
Tempo di sciopero, tempi di vita
Il 6 maggio scorso inaugurammo Time Out, uno spazio pubblico cittadino di iniziativa politica, al tempo della crisi globale. In quella data, decidemmo di attraversare la giornata di mobilitazione proclamata dalla CGIL con l’intenzione di estendere il significato e la portata di quello sciopero.
Un’iniziativa, quella del sindacato, che ci sembrava essere insufficiente e distante dai bisogni dei tanti precari e dalle mobilitazioni che per tutto l’autunno avevano attraversato l’intero paese. Uno “sciopericchio” venne definito da molti, perché incapace di porsi una questione divenuta centrale: come fanno i precari e le precarie a scioperare? A liberarsi dalla ricattabilità che attanaglia le loro vite sul posto di lavoro e rivendicare diritti e soldi? Per quella giornata costruimmo una piazza contro le politiche di austerità, per un welfare adeguato alle necessità delle nuove figure del lavoro.
Lo facemmo provando a tenere insieme un’eterogenea galassia di precari e precarie, che stavano già subendo i drastici tagli approvati allora come oggi da un governo criminale. Per noi però quello sciopero non fu solo una giornata di mobilitazione politica, fu anche e soprattutto un’occasione per riprenderci il nostro tempo di vita, che è tempo di sottrazione al lavoro, o al non lavoro, occupandolo con quelle attività solitamente definite “inutili”, se non accessorie : la musica, l’arte, la poesia, la festa.
Oggi, a qualche mese di distanza, le parole d’ordine che costruirono e diedero vita a quelle piazza ci sembrano essere ancora valide. I governi dei paesi in crisi da debito sovrano, tra cui l’Italia, adottano pesantissime politiche di austerità. Il pareggio di bilancio, vecchio ma attuale dogma monetarista, deve essere raggiunto con tagli drastici a tutti i settori. Tuttavia la crisi non è solo finanziaria. Assistiamo anche ad una crisi della sovranità. Gli Stati sono ormai diventati un’articolazione di meccanismi di gestione dei flussi economici che operano su una scala ben più ampia di quella nazionale. Non è un caso che l’approvazione di una manovra sia oggetto di discussione di istituzioni europee e addirittura delle grandi aziende (private) di rating. Se questo è il quadro dentro il quale saremo costretti a muoverci nei mesi a venire, crediamo che sia necessario aprire un percorso di lotta nella città di Bologna che sappia però guardare contemporaneamente a quanto si muove sul piano europeo. Un percorso che sia in grado di affrontare l’interrogativo dello sciopero precario; uno spazio in cui sperimentare forme adeguate di partecipazione politica non rappresentabili; uno strumento per smascherare l’imbroglio neo-liberista del pareggio di bilancio e rivendicare il diritto all’insolvenza, un welfare adeguato alle nostre necessità.
Riteniamo che le possibilità che si aprono dentro la crisi possano potenziarsi dentro il percorso segnato dagli Stati Generali sulla Precarietà e dalla rete che sta lavorando attorno allo Sciopero Precario, la quale si riunirà proprio nella città di Bologna, presso lo spazio autogestito Vag 61, il 25 settembre. Una giornata di confronto e dibattito in cui preparare la grande mobilitazione transnazionale del 15 ottobre. Una giornata contro l’austerità e per il diritto all’insolvenza, nata nelle acampadas spagnole. Una giornata in cui ribadire che nella crisi non ci sono alternative: o si sta con i movimenti o si sta con i governi dell’austerità. Un appuntamento che sappia però guardare anche oltre quella data, perché tutti e tutte noi sentiamo la necessità di aprire percorsi di lotta più lunghi e consistenti intorno alla precarietà, alla questione del debito e del welfare.
Time Out
(Bartleby- Coll. Utopia- Vag61- Antagonismogay- Laboratorio Smaschieramenti)