Bartleby, una scommessa collettiva

La continuità dell’esperienza di Bartleby in via San Petronio vecchio è a rischio, visto l’atteggiamento di chiusura da parte dell’Università di Bologna in vista della scadenza della convenzione. Leggi il comunicato, firmato anche da Vag61, in sostegno di Bartleby e della sua permanenza negli attuali spazi.

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Bartleby, una scommessa collettiva

Il progetto Bartleby nasce nel 2008 come risposta all’assenza di spazi per la produzione artistica, culturale e indipendente nella città di Bologna. Una città ricca di un tessuto di competenze e saperi, che le amministrazioni degli ultimi decenni, comunali quanto universitarie, non soltanto non hanno valorizzato ma che al contrario hanno continuamente mortificato. Il progetto Bartleby è la risposta che noi, studenti e studentesse dell’Università di Bologna, precari e ricercatori abbiamo dato a quel desiderio diffuso e incontenibile di mettersi in gioco, di cooperare, di sperimentare forme nuove di condivisione di saperi e produzione culturale. Crediamo che l’innovazione sia precisamente il tratto caratterizzante della nostra esperienza. Perché Bartleby è in grado di dare spazio e autonomia alle tante capacità espressive che vivono nell’Università e nella Città. Non c’è innovazione, infatti, senza autonomia dei desideri.

Bartleby è anche un laboratorio politico. Nasce dentro il movimento dell’Onda, che ha portato migliaia di studenti, docenti e ricercatori ad animare le strade, le piazze e gli atenei dell’intero paese contro il ddl Gelmini e i costi dell’allora incipiente crisi economica. Crediamo infatti che questioni come la precarietà, l’assenza di un futuro dignitoso e di diritti, abbiano sempre più bisogno di spazi e di decisioni collettive.

Nel vuoto culturale e politico, che ha caratterizzato la città di Bologna, nel marzo 2010 abbiamo ottenuto l’assegnazione dello spazio in Via San Petronio Vecchio 30/a. La neoeletta amministrazione dell’Ateneo, aveva accettato la sfida che avevamo posto con forza. Da allora Bartleby è diventato un punto di riferimento per la vita culturale e politica, di centinaia tra studenti, ricercatori, docenti, scrittori, artisti e musicisti. In poco più di un anno le mura di San Petronio Vecchio hanno ospitato scrittori come Gianni Celati, Matteo B. Bianchi, i Wu Ming e Antonio Moresco, musicisti quali Vasco Brondi, Guglielmo Pagnozzi, Fabrizio Puglisi, l’Ensemble Concordanze di recente diretto dal principale direttore d’orchestra del Teatro Comunale Michele Mariotti, eventi come il BilBolBul e il B.I.R.R.A. unico festival di riviste alternative in Italia.

Dentro quelle stesse mura sono stati progettati dibattiti e numerose presentazioni di libri, spesso insieme a docenti e ricercatori dell’Ateneo bolognese. Bartleby è anche un luogo in cui temi e piste di ricerca, spesso esclusi dall’offerta didattica dell’Università, vengono approfonditi collettivamente.

Grazie a una donazione del fondo del poeta Roberto Roversi, Bartleby ha allestito un’emeroteca di riviste di storia, letteratura, arte e politica, dagli anni ‘50 ai giorni nostri. Centinaia di volumi, spesso introvabili nelle biblioteche, in buona parte già disponibili per chiunque voglia consultarli.

Oggi però la continuità del progetto Bartleby nei locali di Via San Petronio Vecchio è a rischio. L’Ateneo sembra voler fare molti passi indietro rispetto alla sua precedente decisione. Da un dialogo costruttivo si è passati ad un inspiegabile silenzio. Silenzio di fronte a una richiesta di rinnovo e rilancio della sfida che finalmente valorizzava la figura dello studente come protagonista attivo della vita cittadina e universitaria.

Noi crediamo che le questioni poste allora da Bartleby siano ancora centrali, che senza la promozione e l’autonomia della potenza produttiva sociale, la Città e l’Ateneo di Bologna saranno sempre più povere.

Pensiamo che il nostro progetto sia una felice controtendenza e debba assolutamente essere preservata. Soprattutto a fronte dei continui tagli all’università e dell’impoverimento generale della società che comprimono, ancora di più, sia la possibilità di accesso ai servizi culturali che le capacità espressive di tutt*.

Pertanto chiediamo a tutti e tutte voi, artisti, docenti, ricercatori, associazioni e organizzazioni, di firmare questo appello per sostenere il progetto Bartleby e la sua continuità negli spazi di Via San Petronio Vecchio.

> Le prime adesioni

> Per aderire: studentibartleby@gmail.com

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