A ottobre 2011 in Italia la crisi economica mostrava tutta la sua ferocia, la grande finanza pretendeva di scaricare sui ceti più deboli i danni della crisi globale provocata dalla propria stessa scelleratezza, e cosa significava l’avremmo scoperto poco dopo per interposto governo Monti.
A ottobre 2011 un grande movimento transnazionale si opponeva alla protervia dell’1% inondando le piazze, dal Cairo a Madrid a New York. Il 15 del mese sarebbe toccato a Roma.
Il 12 ottobre 2011, tre giorni prima, eravamo in tante e tanti, determinati e arrabbiate, a manifestare davanti a Banca d’Italia in piazza Cavour. Con noi c’era, per la prima volta, Santa Insolvenza, protettrice delle precarie dei precari: “Frega per noi peccatori la ricchezza che produciamo ma altri detengono perchè abbiamo diritto a casa, mobilità, saperi e desiderio”, era l’invocazione.
Tristi giudici per quella giornata ci dicono colpevoli, quando, passati otto anni, palese la devastazione di anni di politiche di austerità, anche il più stronzo dei liberali non può che ammettere che avevamo ragione. Piena, pienissima, ragione.
Noi non abbiamo nessuna colpa, non proviamo nessun senso di colpa. Coloro che ci hanno resi più povere e poveri, precarie e precari, si guardino invece allo specchio, se ne hanno il coraggio.
Vag61 – Spazio libero autogestito
(immagine: tavola su “Internazionale”, n.941 – marzo 2012, di S.Tobocman e J.Wehrle)