MARTEDI’ 29 GENNAIO’019 alle 19
Qualchemartedì… ma alla fine pure gli altri, più o meno.
A Vag61, per tenere insieme libera socialità e progetti, percorsi e immaginari da condividere e sostenere! [info]
Vi aspettiamo dalle 19 con l’aperitivo e poi la cena sociale!
Questa settimana con OpenDDB: siete tutte e tutti invitati alla presentazione del libro
“Sulle tracce della Grande Madre. Viaggio nel grembo della Storia”.
Un libro fotografico di Giuditta Pellegrini con illustrazioni di Marina Girardi e Miryam Molinari e la direzione artistica di Chiara Neviani. Un viaggio accattivante fra passato e presente attraverso il Mediterraneo, in cui foto, testo e illustrazione uniti nella forma del carnet de voyage ci conducono nei luoghi più simbolici della civiltà della Dea, alla ricerca delle nostre radici e di un futuro possibile. Richiedi la tua copia su OpenDDB: qui.
– dalle 19: aperitivo e cena sociale
– alle 21: presentazione del libro a cura dell’autrice, con intervento di disegno dal vivo di Marina Girardi
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Struttura del libro
L’archeologa Marija Gimbutas, che dedicò la sua vita a studiare le antiche popolazioni dell’area europea, scoprì nei reperti le tracce di una civiltà estremamente raffinata nata 25.000 anni fa, caratterizzata dall’assenza di guerre e da una grande fioritura culturale. Il legame assoluto fra gli esseri umani e la madre terra celebrato naturalmente nel corpo femminile e nel culto della Grande Dea, diede luogo a società così sostenibili da durare per circa 20.000 anni. E’ questa cultura atavica che i popoli del mediterraneo condividono: essa era talmente radicata da influenzare profondamente le popolazioni successive quali i Lici, gli Etruschi, i Berberi, e ancora oggi la sua eco fa vibrare corde profonde in chi ne senta parlare…
Sulle tracce della Dea narra il viaggio che mi ha portata alla scoperta di alcuni dei luoghi chiave di questa antica civiltà: Çatalhöyük, in Anatolia centrale, da molti considerata la prima metropoli al mondo, dove sono stati rinvenuti i reperti fra i più importanti legati al culto della grande Dea; gli stupefacenti templi a forma di corpo di donna di Malta e Gozo costruiti per accogliere attraverso le loro pietre equinozi e solstizi; Simena, affascinante città matrifocale licia della Turchia, sprofondata sotto al mare per un terremoto e ancora visibile fra le acque cristalline e Sejnane, piccolo villaggio berbero tunisino al confine con l’Algeria, dove le donne lavorano la terracotta secondo un metodo ancestrale e con decorazioni che riprendono la simbologia della Dea.
Il racconto si compone di foto scattate durante il percorso, di un testo scritto in prima persona sotto forma di diario giornalistico e di illustrazioni e interventi grafici che andranno a intessere con le foto un suggestivo e costante dialogo. E’ suddiviso secondo le 4 tappe sopra citate, che sono sempre contestualizzate con brevi cenni all’attualità.
Motivazioni ed intenti
Cosa c’era prima di una storia scandita dalle battaglie e da violenti cambi di scenario; prima della divisione in nuclei separati chiamati famiglie e dell’organizzazione della società in gerarchie e gruppi di potere, sulla base della quale abbiamo modellato la nostra idea di civiltà?
Forse un mondo che era comunità, dove non esisteva prevaricazione e uomini e donne condividevano potere e margine di azione.
Marija Gimbutas ci porge attraverso i suoi studi una nuova prospettiva da cui osservare la storia dell’umanità, chiedendoci di abbandonare i nostri schemi e di sollevare lo sguardo dal ristretto segmento di storia in cui ci troviamo, per aprirci a nuove possibilità di intendere il concetto stesso di civiltà. E’ con questa ispirazione che nasce Sulle tracce della Dea, un viaggio nel grembo della storia, nello spazio e nel tempo, alla ricerca di quel lembo che unisce le nostre radici più antiche con l’oggi.