Paolo Pachino, combattente italiano delle Unità di protezione popolare del Rojava (Ypg), è rientrato in Italia dopo aver passato mesi in Siria del Nord a combattere contro Daesh, il sanguinario e fascista “stato islamico”, e per difendere la coraggiosa rivoluzione che da anni ha portato in quel martoriato pezzo di medioriente un potente vento di libertà, uguaglianza, automomia, emancipazione, femminismo.
Lo scorso gennaio, durante un periodo di permanenza in Italia, era stato ospite del nostro spazio libero autogestito, in un’iniziativa promossa insieme al Nodo sociale antifascista. Insieme a Cekdar Egid, un altro compagno delle Ypg. Una bellissima discussione in cui alle storie di guerra si erano affiancate riflessioni sulle prospettive di un movimento così importante e avanzato. Erano i giorni dell’attacco turco a Efrin, che sarebbe purtroppo terminato con l’annessione di fatto del cantone curdo alla Turchia e con la cacciata di buona parte della popolazione che ci viveva.
Aveva poi scelto di tornare in Siria a continuare la sua lotta, nonostante fosse sottoposto a obbligo di firma per un procedimento relativo a un’iniziativa di lotta al carcere delle Vallette a Torino. Al suo rientro è stato arrestato per aver violato quella misura cautelare e
condotto all’interno dello stesso carcere che aveva contestato. Si attende la decisione del Tribunale sulla concessione o meno della detenzione domiciliare.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza a Paolo, a cui ci lega il ricordo di quella splendida serata e del presidio per Afrin a cui partecipammo insieme l’indomani. Ribadiamo il nostro pieno sostegno a tutte le donne e tutti gli uomini che combattono per la libertà nella Siria del Nord, mentre all’attacco alle ultimi pezzi di terra controllati da Daesh si affianca la necessità di difendersi dalle continue provocazioni dell’esercito del sultano Erdogan, che, connivente con l’orrore jihadista, minaccia di ripetere il massacro di Efrin nella città di Kobane. La stessa città che nel 2014 spezzò con incredibile coraggio l’assedio del califfato, a cui nei mesi e anni successivi le forze rivoluzionarie hanno strappato oltre un quarto del territorio siriano, terre dove oggi prospera la Confederazione democratica.
Biji Berxwedane Ypj! Biji Berxwedane Ypg!
Viva la resistenza di Ypj e Ypg!
Ti aspettiamo presto di nuovo tra noi, Paolo!
Vag61 – Spazio libero autogestito