VENERDI’ 19 FEBBRAIO’010 DALLE 20
La “Compagnia del Tinello”, questa volta, sarà sommersa dai rifiuti,
solidi e mentali. Per uno spettacolo di cabaret ma non proprio, per un
teatro civile ma non proprio, per una performance che spazia tra il
reale e il surreale, trovare nel rusco qualcosa di “delbono” è il
minimo che si potesse fare. E così, sul palcoscenico di Via Paolo
Fabbri 110, si farà il verso a Mister Bancomat (il compagno di
salsicciate dell’ex sindaco), a Rosa Russo Jervolino (la sindaca della
monnezza)… ci sarà un “Ape Operaia Preacaria”, uno spazzino che fa
Yoga, due bag lady da stazione, una clown barbona, una romantica
spazzacamino, uno special guest “napoletano verace” come l’attore
Michele Zizzari. E, in un’operazione di recupero così impegnativa, il
Tinello del Vag sarà in grado di di riciclare la Carrà e di smaltire
perfino Pupo. Il Tinello è un modo per stare insieme ed affrontare cose
che ci fanno pensare… e così, nel corso della serata, si parlerà
anche di ESUBERI, delle “vite a perdere” di operaie e operai colpiti
dalla crisi, con le loro esistenze sopese tra un licenziamento, una
cassa integrazione in deroga, una messa in mobilità e i soldi che non
ci sono per pagare la rata del mutuo.
Il trash, la spazzatura, il rusco, la monnezza sono diventati simboli del mondo di oggi.
La società contemporanea non produce più rovine, cioè resti di qualcosa
che non esiste più ma che vale la pena conservare perché testimonia la
grandezza passata di una civiltà. La modernità produce macerie, produce
polveri, produce detriti. Tutte queste cose non si riescono a rimuovere
o a smaltire a causa della velocità con cui vengono prodotte.
Viviamo in centri urbani sfavillanti e pieni di tecnologia, ma fuori dalle nostre città crescono le montagne di rifiuti.
Ne produciamo una quantità sterminata, ma preferiamo non pensarci e rimuovere il pensiero.
Il rifiuto è la presenza – assenza dei nostri tempi.
Il rifiuto è connaturato al nostro modo di vivere. Siamo stati
addestrati per questo scopo e ora l’idea del rifiuto si è ormai
spostata dagli oggetti agli uomini: i vinti dell’era tecnologica.
Sono gli esuberi da buttare, solo perché, nella società dei
consumatori, rappresentano quelle mansioni considerate obsolete e
antieconomiche. Questa testimonianza di un lavoratore in CIG è più
chiara di centomila analisi: “Quando sono entrato ragazzino alla
Merloni, per fare un frigorifero eravamo in dieci e ci mettevamo 8 ore.
Negli ultimi tempi in dieci facevamo 5 frigoriferi in 4 ore. Ma quando
tutti hanno il frigorifero, che cavolo facciamo, mi chiedevo? E infatti
siamo tutti in cassa integrazione a zero ore”.
Sui rifiuti c’è anche chi specula, soprattutto se sono nocivi. In
questi giorni le cronache giudiziarie hanno parlato di Steno
Marcegalia, sì proprio il padre della Marcegaglia, l’Emma, la
presidente di Confindustria…
Si tratta di smaltimento illecito… l’inchiesta è partita da un
“omicidio bianco” avvenuto in una fabbrica del grossetano. A lasciarci
le penne è stato Martin Decu, un operaio rumeno di 47 anni che il 26
giugno 2008 rimase ucciso dall’esplosione dello stabilimento di rifiuti
dove lavorava… Martin non sapeva che quello smaltimento era illecito…
come non sapeva che la porcheria che stava trattando aveva firme
prestigiose come Marcegaglia e Lucchini ed era targata Ferriere di
Trieste e Area Portuale di Ravenna…
Del resto, anche se l’avesse saputo, non è che la sua morte avrebbe avuto, comunque, un senso…
Nella società contemporanea, oltre alla nocività dei rifiuti solidi,
siamo costretti a convivere anche con la spazzatura mentale e con il
“White trash” che ha portato sui gradini più alti del podio burini
imbrillantimati e tamarri “griffati”: un esercito di sguaiati
personaggi che fanno dell`ostentazione della loro maraglieria il loro
stile di vita… Le loro scarse risorse culturali si alimentano coi
programmi televisivi di Maria De Filippi, Platinette e Irene Pivetti,
con le riviste di gossip, con l’abuso dei maghi otelma, con i film di
Er Monnezza o delle vacanze di Natale.
Avanti di questo passo, c’è il rischio che l’intera umanità finisca
indifferentemente dentro un cassonetto o dentro il cestino che sta sul
desktop del computer, gettata come i documenti e le cartelle o come il
sacchetto del rusco.
Zigmund Bauman sostiene che «i rifiuti sono il segreto oscuro e
vergognoso di ogni produzione» e questo segreto molti lo vogliono
mantenere tale.
Michel Foucault insegnava che per capire l’umanità bisogna saper guardare nella spazzatura.
Seguendo i consigli dei maestri, abbiamo imparato a non avere paura della spazzatura e a prendersene cura.
Siamo per il riciclaggio dei rifiuti – compresi quelli di origine
artistica – e questo comporta una continua rimessa in gioco di oggetti
che hanno fatto parte della nostra vita, anche se per un brevissimo
periodo di tempo.
Tutto ciò lo possiamo interpretare, come fa la Compagnia del
Tinello, come un motivo comico, ma il nostro non sarà un tentativo di
fuggire da ciò che è impegnativo, importante, doloroso e complesso.
Come tradizione, nel Tinello di VAG, l”impegno”, a un certo punto della
serata sfumerà nel “disimpegno” , ma all’orizzonte resterà sempre
impresso il nostro motto:
“Non lasciate sfitto il vostro cervello… OCCUPATELO”.
Alle ore 20 c’è una cena (non troppo impegnativa) che fa il verso al
tema della serata… C’è un piccolo palco, un gruppo di persone
recitanti, un’orchestrina e una scenografia accogliente… alle ore 21,30
si alza il sipario… C’è un pubblico, c’è gente bella, si beve, si
ride, si mangia… ci si muove… e ci si commuove.