SABATO 27 SETTEMBRE’025 alle 18

Sabato 27 settembre “Voci da Vag – Festa di riapertura”: dalle 18 dibattiti, mostre, laboratori e banchetti, cena a seguire dj set ballereccio con missTitillo e Bettalicious
Vag61 riapre
Dopo la chiusura forzata, causata dall’incendio dello scorso 1 maggio, sabato 27 settembre Vag61 riapre.
Vag61 riapre nei giorni di una grande mobilitazione internazionale contro il genocidio del popolo palestinese. Anche nella nostra città le strade e le piazze si sono riempite di ragazze e ragazzi, di uomini e di donne di tutte le età che hanno voluto gridare “basta” allo sterminio dell’esercito israeliano nei territori di Gaza e della Cisgiordania. La carneficina quotidiana delle vite palestinesi, un crimine bestiale messo in atto dall’esercito israeliano, di fronte alla quale il diritto internazionale e il falso umanitarismo degli Stati hanno prodotto solo codardia e impotenza, mentre nelle vite delle persone reali ha scatenato una vera e propria rivolta di coscienze. Una presa di coscienza fatta di manifestazioni, presidi, scioperi, blocchi, azioni di pressione, assemblee ed incontri per porre fine ad ogni rapporto economico, politico, culturale e diplomatico con lo Stato di Israele e per accompagnare l’azione della Global Sumud Flotilla. In tante e tanti in piazza, la Flotilla in mare, ognuna e ognuno dove e come ha potuto.
Vag61 riapre nel momento in cui negli Usa Donald Trump “designa” il movimento “Antifa” come un’organizzazione terrorista e ne annuncia la messa al bando, seguito da Orban in Ungheria e dalla Camera bassa del parlamento olandese che ha approvato la proposta dell’estrema destra di Geert Wilders. Si tratta di un modo grezzo e opprimente per far fuori quell’universo di movimenti, collettivi, gruppi radicali, catalogati sotto quell’unica sigla, come un vero e proprio “nemico ideologico”, per colpire chiunque cerchi di riconoscere le strategie, le dinamiche e i nuovi modi di presentarsi del fascismo e non abbia rinunciato a combatterlo tutti i giorni.
Vag61 riapre a poche settimane dallo sgombero del Leoncavallo che, per la destra fascio-leghista al governo, è sempre stato un emblema, uno spauracchio simbolico, un’anomalia da ricondurre all’ordine. Così come i “centri sociali” sono altrettanti “nemici ideologici” (al ministero dell’Interno c’è già l’elenco di altri sgomberi), perché luoghi in cui l’aggregazione non passa attraverso le logiche di mercato, perché “residui di autonomia” che, in quanto tali, non possono essere tollerati.
Vag61 riapre mentre il DL Sicurezza è in piena applicazione anche qui a Bologna, con il prolungamento delle zone rosse, l’uso frequente del taser, la polizia in antisommossa che sostituisce l’ufficiale giudiziario negli sfratti per “morosità incolpevole” e butta per strada famiglie di lavoratori che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. E’ prevedibile una nuova stagione di sfratti e di sgomberi, sulla base di logiche da “esclusione & controllo”: con la copertura politica del DL Sicurezza le questure si sentiranno più forti nelle azioni repressive.
Vag61 riapre in una città dove la questione abitativa, da diritto difficile da rivendicare, è diventata un dramma sempre più angosciante. Dove ormai molti lavori vengono retribuiti con stipendi che fanno finire nella cosiddetta “fascia di povertà”. Certo, tutto questo deriva da anni di politiche neoliberiste, di vincoli finanziari e patti di stabilità che hanno trascinato intere fasce delle popolazioni europee verso una disoccupazione di massa e una precarietà generalizzata. Ma anche le scelte delle amministrazioni locali hanno contribuito al disastro. Sono stati distrutti a colpi di piccone le fondamenta dello stato sociale (dalla scuola all’edilizia pubblica, dall’assistenza alla sanità e alla previdenza), sono stati brutalmente massacrati i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e la copertura dei salari è stata ridotta ai minimi storici.
Vag61 riapre nella consapevolezza che in un periodo in cui si stanno estendendo i processi di imbarbarimento e di fascistizzazione socio-culturale, non possiamo permetterci il lusso di avere la memoria corta. Senza una memoria storica “partigiana” non si va da nessuna parte. E’ fondamentale recuperare, mantenere vivi e trasmettere tutti quei percorsi di lotta e di resistenza e che sono stati i migliori anticorpi ai peggiori rigurgiti nazifascisti
Vag61 riapre, ma non vuole essere la “riserva indiana” dove rifugiarsi dagli orrori del mondo. Vuole tornare ad essere il luogo dove, attraverso un progetto collettivo si sperimentano momenti di solidarietà, pratiche sociali dal basso e forme di autogestione. Uno spazio aperto verso percorsi di convergenza, come ci hanno insegnato gli operai e le operaie dell’ex Gkn nella loro lunga lotta.
Vag61 riapre nella convinzione che, alle pratiche di resistenza e di opposizione (oggi assolutamente necessarie), bisogna accompagnare riflessioni di prospettiva: è necessario imbastire ragionamenti e confronti sul futuro che ci aspetta. “Gettare il cuore oltre l’ostacolo per raccogliere i battiti del mondo” è un bello slogan che abbiamo letto sui muri di questa città. I modi e le pratiche con cui farlo dovranno essere parte del nostro lavoro di inchiesta e di ricerca sulle miserie del presente.
Vag61 riapre, torneranno a viverlo e ad attraversarlo realtà come il collettivo di Vag, il CentroDoc “Lorusso – Giuliani”, Zic.it, Smk factory, il Doposcuola solidale, Hacklabbo, Mediterranea. Poi se la nostra “flottiglia di terra” si allargherà ad altre sensibilità individuali e/o collettive dipenderà anche dai tanti compagni e dalle tante compagne che hanno riempito la sala e il cortile nelle decine di iniziative che abbiamo organizzato. Speriamo che continuiate a farlo, a partire dal prossimo sabato, il 27 settembre.