Nè ddl Sicurezza, nè zone rosse

Dall’omicidio di Ramy a Milano alla rabbia delle giovani generazioni che sabato scorso ha scosso il centro di Bologna, sempre più il tessuto urbano delle città italiane si mostra come il terreno complesso di uno scontro sociale difficile da interpretare attraverso le categorie classiche e semplificatorie con cui la politica, i media mainstream e pletore di esperte/i tentano di irreggimentare fenomeni che in realtà sono molto più profondi, mutevoli e ruvidi. Decenni di dotte dissertazioni sul “rischio banlieue” vanno in frantumi, come una vetrina. Nessuna comfort zone per nessuna/o, noi comprese/i.

Di certezze ci sono solo le ricette ossessivamente proposte dalla destra di governo, prontamente puntellata dal centrosinistra quando la temperatura supera la soglia di guardia. Da un lato la difesa aprioristica di qualsiasi comportamento delle forze di polizia, a cui viene politicamente consegnato un micidiale messaggio di impunità affiancato dalla perpetua garanzia di più ampie facoltà e nuovi strumenti. Dall’altro, l’infinita produzione di legislazioni tese a inasprire le pene pur in assenza di un un aumento dei reati, criminalizzare il dissenso, restringere le libertà individuali e collettive, riempire sempre di più carceri già al collasso e Cpr disumani per la loro stessa natura.

In questa prospettiva, il pericolo rappresentato dal ddl Sicurezza assume proporzioni abnormi. C’è in gioco “il più grande attacco alla libertà di protesta della storia repubblicana italiana”, come ha affermato l’associazione Antigone. L’epilogo più feroce, per ora, di quella che in realtà è una lunga storia che continua e continua: “Come in altri periodi, l’emergenza di oggi, basata su false percezioni della realtà, è figlia degli ‘allarmi’ sbraitati ad intervalli ricorrenti da vari governi e rappresenta il limite entro il quale la libertà delle persone può essere sacrificata alle emergenze di turno”, ha scritto il CentroDoc “Lorusso-Giuliani” in vista di una recente iniziativa organizzata con Archivio via Avesella e Cua.

Mobilitarsi e moltiplicare le voci contro il ddl Sicurezza e l’azione del Governo è quindi indispensabile. Ogni occasione in questa direzione è preziosa e rilanciamo per questo l’appello a manifestare anche venerdì 17 gennaio a Bologna, dalle 19 davanti alla Prefettura, nell’ambito della giornata di mobilitazione nazionale diffusa “100.000 luci contro il buio del regime”.

Opporsi con decisione al disegno autoritario del Governo, però, non significa pensare che Bologna rappresenti una sorta di isola felice. Proprio questa città, anzi, sembra essere terreno fertile per la sperimentazione – perchè no, bipartisan – di nuovi dispositivi repressivi da esportare, poi, sul resto del territorio. E’ il caso delle “zone rosse” di cui tanto si è parlato nelle ultime settimane, vista la volontà del Viminale di introdurle in tutte le città italiane. Un modello che a Bologna, nella zona di piazza XX Settembre e dintorni, è realtà già da mesi: concordato dal sindaco Lepore con il ministro Piantedosi e poi anche esteso come area di applicazione. Anche in questo caso da più parti sono piovuti allarmi sui rischi che le zone rosse possono portare in termini di profilazione razziale e sociale e di deriva securitaria del Paese: e di fronte a questi rischi, pensiamo che nessuna/o possa ignorare il peso politico del precedente bolognese nell’operazione condotta dal Governo.

Ma vale la pena sottolineare anche che sempre il Comune ha da poco deciso di dotare di body cam le/gli agenti della Polizia locale esaudendo, così, uno storico desiderio delle opposizioni di destra. Così, mentre i ripetuti casi di abuso da parte delle forze di polizia non bastano a far passare una richiesta di minimo buon senso come quella dei codici identificativi sulle divise, l’amministrazione non trova di meglio che spendere 150.000 euro per dare le mini-telecamere ai vigili.

Più polizia, più carcere, più controllo sociale: uno scenario sempre più tangibile, un incubo a cui non rassegnarsi, a Bologna come nel resto d’Italia!

Vag61 – Spazio libero autogestito

Questa voce è stata pubblicata in Comunicati, Home, Prossime iniziative. Contrassegna il permalink.