Genova 2001-2021: non spegni il sole se gli spari addosso

VENERDI’ 15 e SABATO 16 OTTOBRE’021

Iniziative a cura del Centro di documentazione dei movimenti “F.Lorusso-C.Giuliani” 

– Venerdì 15 ottobre alle 18,30
Presentazione di “No Global Bo” di Valerio Monteventi [info]
> > > video dell’iniziativa: qui / foto: qui

– Sabato 16 ottobre alle 17,30
“Limoni. Il G8 di Genova vent’anni dopo”, reading con Annalisa Camilli [info]
> > > video dell’iniziativa: 12 / foto: qui

– Sabato 16 ottobre alle 21,30
Presentazione di “Millennium bug. Una storia corale di Indymedia Italia” [info]
> > > video dell’iniziativa: qui / foto: qui

N.B. Le serate si terranno all’aperto e saranno fino a esaurimento posti. Inoltre, chiediamo a chi intende frequentare gli spazi di Vag61 di farlo osservando alcune precauzioni, come l’uso della mascherina, il distanziamento fisico e il rispetto della disposizione dello spazio.

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:: VENERDI’ 15 ::

– alle 18,15: apertura della mostra fotografica “in movimento” di Luciano Nadalini e rassegna di copertine del quindicinale Zero in condotta

– alle 18,30: presentazione del libro “No Global Bo” di Valerio Monteventi (Edizioni Pendragon). Oltre all’autore interverranno: Paola Rudan (Connessioni precarie), Domenico Mucignat (Tpo), Neva Cocchi (Ya Basta!), Luciano Nadalini (fotografo) e una/un compagna/o di Vag61.

Al termine della presentazione, per chi vuole, c’è la cena sociale: frisceu, trofiette al pesto con fagiolini, fugassa di Recco, torta di zucca e dolce

No Global Bo
dalla quarta di copertina:

I fatti del G8 di Genova, gli anni precedenti e quelli successivi, le tante manifestazioni in tutti i luoghi dove i potenti della terra si incontravano, i cortei oceanici nelle capitali d’Europa… E poi ancora: i blocchi dei treni contro la guerra, le “invasioni” delle aree militari e dei Cpt e le occupazioni di spazi per l’aggregazione. Le azioni dei no global sono raccolte in questo libro che è un po’ un almanacco e un po’ un vocabolario degli obiettivi di un movimento che non ha mai avuto bisogno di rappresentazioni istituzionali. Per raccontare questa storia l’autore è partito dall’esperienza bolognese perché è stata una delle più importanti nel panorama nazionale. Ha iniziato raccontando la vicenda del “No Ocse”, ha proseguito col Bologna social forum, per arrivare poi al movimento contro la guerra. Lo ha fatto col piglio del “testimone di parte” anche perché, nella quasi totalità degli avvenimenti raccontati, lui c’era.

Il disegno di copertina fu regalato al Bologna social forum dal fumettista statunitense Seth,
militante dei movimenti antagonisti newyorkesi e protagonista della scena culturale underground, narratore delle conflittualità urbane e schierato espressamente su posizioni no global. L’illustrazione fu serigrafata su 500 magliette e rappresentò il segno distintivo del Bsf nelle giornate del luglio 2001 a Genova. Nel libro è pubblicato un inserto fotografico di Luciano Nadalini.

Valerio Monteventi ha vissuto e partecipato a diverse stagioni dei movimenti sociali: da adolescente ha fatto il ’68, da ragazzo il ’77, da uomo “poco maturo” era coi no global a Genova nel 2001. Si occupa da tempo di storia dei movimenti, facendo parte del Centro di documentazione “Francesco Lorusso – Carlo Giuliani”, presso Vag 61 a Bologna. Per Pendragon ha pubblicato: “Berretta Rossa – storia di Bologna attraverso i centri sociali (2011), “Ballate sediziose” (2013), “Tosti e giusti – storie di coraggio, antifascismo e resistenza” (2018), “Mala brocca – storie di ultimi e dignità” (2019 ). Gli altri suoi libri: “Come si fa – tecniche e prospettive di rivoluzione” (Manni 2012), “77 storia di un assalto al cielo” (Centro Doc. Lorusso – Giuliani 2017), “Ruggine, meccanica e libertà” (Alegre 2018)

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:: SABATO 16 ::

– alle 17,30: presentazione e reading del podcast della rivista Internazionale “Limoni- Il G8 di Genova vent’anni dopo”

Il podcast che ripercorre il prima il dopo, ma soprattutto le tre giornate di Genova 2001, attraverso interviste ai protagonisti e ricordi personali. Cosa è successo e cosa è cambiato dopo il Luglio del 2001? Ne parliamo assieme ad Annalisa Camilli che ci leggerà alcuni brani del podcast. La serie è stata scritta da Annalisa Camilli in collaborazione con Carlo Bachschmidt, Marzia Coronati e Anita Otto. L’audio è stato prodotto da Riccardo Fazi con l’aiuto di Amedeo Berta e Gianluca Agostini. La consulenza e il montaggio sono di Jonathan Zenti, le musiche sono di Adele Altro, il coordinamento editoriale di Chiara Nielsen, il copyediting di Pierfrancesco Romano, la voce dei titoli di Alberto Notarbartolo.

– alle 20: cena sociale

– alle 21,30: presentazione di “Millennium bug. Una storia corale di Indymedia Italia”, in collaborazione con la libreria Modo infoshop

«Don’t hate the media, become the media».  Con questo slogan nacque Indymedia – nel novembre del 1999 a Seattle – in occasione della mobilitazione contro il Wto che fu fondamentale per la diffusione del movimento No Global. Un sito per raccontare le proteste, che in quei giorni collezionò più di un milione di visitatori, numero incredibile per l’epoca e impressionante ancora oggi. La grande forza di Indymedia fu l’open publishing: permettere a chiunque di pubblicare testi, immagini e video in uno spazio del sito chiamato Newswire. Fu una rivoluzione nel mondo della comunicazione, in anni in cui i computer e la rete non erano ancora diffusi ovunque, non c’erano gli smartphone, non esistevano i social network, e i grandi giornali avevano appena iniziato a mettere on line i propri siti statici.

Il sito era composto da una Home Page divisa in tre colonne con al centro quella delle features. I testi venivano discussi in gruppo su una mailing list, e sulla destra il newswire, ovvero l’elenco aggiornato in tempo reale di tutti i contributi pubblicati dagli utenti, nella colonna di sinistra c’era la lista che elencava gli altri nodi della rete. Ogni nodo locale era autonomo nel funzionamento, ma allo stesso tempo connesso e coinvolto nella rete internazionale. Ogni nodo locale poteva organizzare alcuni dettagli in maniera diversa, ma tutti i nodi venivano organizzati attorno ai principi dell’open publishing e dell’orizzontalità.

Nell’arco di un paio d’anni Indymedia divenne un fenomeno globale, cambiando la percezione della rete. Stravolse la gerarchia delle fonti di informazione, con un progetto no profit basato sull’autogestione che anticipò molti degli strumenti nati successivamente. A Genova Indymedia risultò fondamentale. Nelle giornate contro il G8 le strade della città ligure si riempirono di attivisti armati di telecamere e macchine fotografiche. Senza uno strumento di diffusione aperto come Indymedia, però, le informazioni raccolte durante le manifestazioni sarebbero state di fatto gestite solo dalle grandi redazioni o destinate agli archivi individuali. Un sito web aperto e senza filtri, che pubblicava materiale in continuazione, permise alle testimonianze di quei giorni di arrivare dappertutto e tolse dalle mani dei media mainstream la narrazione di quei giorni, rivelandosi poi decisivo anche in sede processuale.

Dopo Genova Indymedia andò avanti alcuni anni, altre realtà proseguirono alcuni discorsi radicali nella lettura dei fatti tecnologici e legati al destino e alla vita della rete. Senza dubbio si trattò del più importante progetto di comunicazione autogestita della storia dei movimenti sociali.

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