9/9 :: Riapriamo la città

SABATO 9 SETTEMBRE’017 alle 15 @ piazza XX SETTEMBRE

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Bologna capitale degli sgomberi si è risvegliata vigliaccamente ad
agosto, per rendere questa città più povera colpendo i centri sociali
Làbas e Crash e, dunque, colpendo ancora una volta chi si autorganizza per produrre conflitto sociale, libera socialità, cultura indipendente e solidarietà dal basso.

Sabato 9/9, con la manifestazione “RiapriamoLàbas”, l’altra Bologna ha l’occasione di dimostrare che neanche una giornata buia come quella dell’8 agosto può essere sufficiente a soffocare il desiderio di libertà che anima e fa vivere ogni spazio sottratto all’abbandono e trasformato in preziosa esperienza di autogestione. C’è in gioco molto. C’è in gioco la possibilità di non arrendersi all’idea che un’intera città possa essere lasciata in balia di Questura e Procura, articolazioni locali di una più ampia strategia politica nazionale tutta orientata alla definizione di uno spazio pubblico in cui paura, emergenza, militarizzazione ed esclusione diventano sempre più leve facili da usare per imporre interessi economici e politici.

In questo contesto riaprire Làbas, riaprire Crash, difendere Xm24 e le altre esperienze di autogestione significa riaprire la città. Invertire la rotta rispetto ad un processo, sempre più evidente, che vorebbe rinchiuderla in un recinto angusto in cui c’è spazio solo per vuote retoriche legalitarie, soliti affari, speculazione, grandi opere e grandi eventi. C’è in gioco molto di più del destino di uno o più spazi sociali. C’è in gioco la volontà, a cui è necessario opporsi, di spazzare via chiunque non si dimostri pronto a stare al gioco.

Non si tratta di misurare il consenso attorno a questa o quell’altra esperienza sociale. Non si tratta di definire il valore di un progetto di autogestione in base ai “servizi” che produce, a maggior ragione di fronte alla volontà di imbrigliare le pratiche di autorganizzazione nella burocrazia dei bandi e di monetizzare ogni cosa (“Sostieni un centro sociale? Allora pagagli la sede”). Non si tratta di aggirare la realtà agitando lo spettro di una finta concorrenza tra realtà associative in cerca di una sede, in una città piena di immobili abbandonati alla polvere (e di chi è la responsabilità?). Si tratta di difendere unospazio comune, seppure attraversato da percorsi molteplici e diversi. Si tratta di dimostrare ancora una volta che l’altra città esiste e di fare in modo che continui ad esistere.

Il 9/9 saremo in piazza e sarà per noi un altro “(non)indipendence day”. Saremo in piazza per riaprire Làbas e perchè sappiamo bene che l’attacco ad uno spazio libero è un attacco ad ogni spazio libero. Saremo in piazza per il futuro della città.

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