DOMENICA 16 OTTOBRE’016 alle 15
Iniziativa a cura della Rete nazionale antipsichiatria
Questo invito è rivolto a singoli individui, associazioni, psichiatri, psicologi, educatori, collettivi, movimenti e tutti coloro abbiano voglia di incontrarsi per affrontare insieme alcuni aspetti che riguardano la complessa questione della psichiatria e le problematiche che oggi essa pone, in una prospettiva critica rispetto alla “narrazione unica” spesso imposta.
Poiché osserviamo con preoccupazione il dilagare della psichiatria in ogni ambito della vita individuale e sociale ed essendo chiamati politicamente a mettere insieme delle resistenze contro la diffusione di culture egemoni e invasive, ci è sembrato fosse necessario affrontare la questione in un momento collettivo, affinché si possa provare a rendere conto della complessità del fenomeno senza appiattirlo a un gioco di parti, restituendo piuttosto la pluralità dei punti di vista.
Nel tentativo di proporre delle tracce per la discussione, abbiamo individuato due temi oggi molto discussi che sembrano fare al caso nostro: da una parte, la crescente psichiatrizzazione della società e, dall’altra, l’obbligo di cura.
Con “psichiatrizzazione” intendiamo l’estensione dello sguardo psichiatrico ad ambiti che prima ne erano esclusi e la tendenza a patologizzare fenomeni che in precedenza non venivano considerati come malattie (e quindi non arginati attraverso cure). Il massiccio aumento nella classificazione dei disturbi mentali, nei più svariati ambiti (scuola, ospizi, centri diurni per disabili, carceri, centri di detenzione per migranti etc), induce sospetti circa i criteri diagnostici adottati. Perché la società è maggiormente psichiatrizzata? In che misura si tratta di progresso scientifico e quanto è forte il condizionamento economico? Che cosa comporta la psichiatrizzazione della società? In che misura è un servizio di tutela e quanto produce stigma? Psichiatrizzare significa ancora sorvegliare?
Pur non potendo in alcun modo negare le sofferenze umane causate dalle problematiche esistenziali, la psichiatria tende a vincolare anche tutta una serie di individui a delle cure che non vogliono. L’obbligo di cura consiste in una norma giuridica e morale che trascende la volontà dell’individuo, con la pretenziosa aspettativa di curarla. Le pratiche di contenimento, quando meccaniche (legare ad un letto) quando chimiche (somministrazione di psicofarmaci), si sono rivelate talvolta suscettibili di sovradeterminare interamente la vita dei cosiddetti pazienti, annientando le loro esistenze, fino a causare un elevato numero di morti durante l’esecuzione di Trattamenti Sanitari Obbligatori. Ma si può “curare” davvero qualcuno contro la sua volontà? Qual è il raggio di dispiegamento di un potere come quello psichiatrico? E quale il limite delle libertà inviolabili di ogni essere umano?
L’idea è dunque quella di incontrarci, conoscersi e partire da questi due punti. Vorremmo costruire un incontro tra realtà disposte a confrontarsi, mettere e mettersi in discussione, con l’obiettivo di trovare pratiche e progettualità comuni volte a rispondere alle problematiche poste in questi tempi dalla psichiatria.
Per maggiori info o per sottoscrivere la propria iscrizione siete pregati di scrivere a 16ottobrebologna@gmail.com