Prima bolognese del libro “Genuino Clandestino”

VENERDI’ 6 MARZO’015 dalle 19,30

> > > Le foto della serata: qui / articolo e video su Zic.it

genuino> Dalle 19,30 cena sociale a cura di Eat the Rich

> Dalle 21,30 prima presentazione bolognese del libro: 

“Genuino Clandestino – Viaggio tra le agri-culture resistenti ai tempi delle grandi opere” 

di Michela Potito, Roberta Borghesi, Sara Casna, Michele Lapini; edito da Terra Nuova Edizioni (info). 

Con la presenza degli autori e di alcuni protagonisti del libro.

> A seguire djset

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Genuino clandestino
Viaggio tra le agri-culture resistenti ai tempi delle grandi opere

Il libro. Un po’ diario di viaggio e un po’ reportage, il libro racconta l’Italia di Genuino Clandestino, una rete di piccoli agricoltori e artigiani che hanno creato negli anni un mercato alternativo per affermare con il loro lavoro l’autodeterminazione alimentare e il valore della produzione locale di qualità. Partiti da Monteombraro, nel modenese, gli autori hanno percorso l’Italia in lungo e in largo fino a Ramacca, in provincia di Catania delineando un quadro autentico fatto di volti, gesti e scelte coraggiose di chi oggi lotta per ricordare a noi tutti la necessità di rapporto più diretto e consapevole con la terra e il cibo.

Eat the rich

La sfida vera che poniamo come rete “Eat the Rich” è scatenare processi politici e allargare l’autogestione a ogni aspetto della vita, proprio a partire da un bisogno come “un buon pasto”, e dalla organizzazione di questo bisogno. Insistiamo sulla necessità di moltiplicare e diffondere esperienze di questo tipo in città, creando una vera e propria mappa diffusa sul territorio, perché crediamo strategico, nella crisi, la creazione di reti cittadine attorno a nodi e bisogni centrali per una “buona vita”.

La mensa Eat the Rich a Vag61, con i pranzi del mercoledì, da mesi ha una particolare attenzione a tenere assieme qualità dei prodotti e accessibilità del prezzo. Prezzo che da mesi ormai è libero e autogestito. Prova a superare la logica del servizio coinvolgendo il più possibile chi attraversa la mensa nella costruzione del pranzo. Attraverso l’attivazione di laboratori di autoproduzione vuole mettere in comune una “cassetta degli attrezzi” per resistere alla crisi, per una proliferazione di pratiche e saperi sull’autoproduzione del cibo.

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