Questa mattina è stato arrestato Nunzio D’Erme, uno dei compagni più conosciuti e attivi del movimento romano, mentre un altro compagno, Marco Bucci del centro sociale Spartaco, è stato mandato agli arresti domiciliari. I fatti per i quali sono stati colpiti risalgono ad alcuni mesi fa, quando, durante un’iniziativa contro l’omofobia nel municipio di Cinecittà, diversi componenti di Militia Christi, insieme ad altri fascisti, si presentarono aggredendo i compagni che stavano partecipando al convegno. Ne nacque una scaramuccia a cui intervennero numerosi poliziotti in borghese che non si presentarono come tali. Gli agenti aggredirono i compagni impegnati a respingere i fascisti.
Secondo l’avvocato Marco Lucentini, è chiara la gravità del dispositivo giudiziario messo in campo. Per Marco, giovane attivista incensurato, si figura il reato di resistenza semplice con un gravità fuori dal normale: il magistrato infatti motiva le misure cautelari prefigurando già una condanna superiore a tre anni, oltre a chiedere la sospensione della condizionale per fargli scontare l’eventuale residuo di pena in carcere. Per Nunzio invece, accusato di resistenza, procurata evasione e lesioni, viene comminata la custodia cautelare in carcere motivandola con il ruolo di militante politico dei movimenti sociali che da decenni svolge in città, nelle strade e nelle piazze ma anche come ex consigliere comunale. Proprio per questo suo ruolo di primo piano, Nunzio sarebbe in grado di “inquinare le prove”. Come se non bastasse l’agente di polizia a cui sarebbero state inferte delle lesioni ha ricevuto in un primo momento tre giorni di prognosi in ospedale, ma dopo quattro giorni lo stesso agente è tornato a farsi visitare da un medico della polizia ottenendo ben 40 giorni di prognosi.
Molti interventi di compagni, di spazi sociali e di realtà di movimento hanno definito i provvedimenti di questa mattina come “arresti ad orologeria”. In effetti, questa nuova stangata repressiva arriva agli albori di una stagione di conflitto sociale a Roma e in tutto il paese, contro le politiche del governo Renzi, contro la precarietà del Jobs Act, per il diritto all’abitare e la difesa dei territori dalle grandi inutili opere.
Il clima in cui questi arresti sono stati effettuati, è lo stesso che ha portato alle manette, alle inchieste e alle misure punitive contro gli attivisti del movimento No Tav e dei movimenti di lotta per la casa. E agli sgomberi di spazi sociali e di occupazioni abitative.
Può sembrare convenzionale, ma queste “misure cautelari”, così come tutte le altre azioni repressive, non fiaccheranno la volontà di lottare e di tornare nelle piazze con ancora più forza e determinazione.
Le lotte non si arrestano. Solidali e complici con Nunzio e Marco.
Vag61 – Spazio libero autogestito