VENERDI’ 28 FEBBRAIO’014 alle 20
– Dalle 20 cena sociale
– Dalle 21,30 presentazione del romanzo “Il sole dell’avvenire“, con l’autore Valerio Evangelisti, Marco Caligari (Università Ca’ Foscari – Venezia) e l’accompagnamento musicale di “Spartito Democratico”, con Carlo Loiodice (fisarmonica, chitarra e voce), Giampaolo Paio (chitarra e voce), Mavi Gianni (voce).
“Nessuna retorica, nessun miserabilismo, nessuna esaltazione della civiltà rurale. Solo la cronaca, secca e a volte spiazzante, di piccola gente partecipe di un¿impresa immensa. Un’epopea, sì, ma narrata rifiutando gli stereotipi dell’epica a sfondo sociale”.
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Il libro costituisce il primo episodio di una trilogia che andrà a coprire tutta la prima metà del Novecento italiano.
Valerio Evangelisti sostiene che “la piazza un tempo era luogo di socializzazione, ospitava gruppi di persone in cui si discuteva animatamente del domani, era veramente il cuore della città, e lì si maturavano anche le idee collettive”.
Quindi non è un caso se, nel suo nuovo romanzo “Il sole dell’avvenire”, si parli delle scintille sociali dei movimenti di piazza di ispirazione garibaldina, socialista e internazionalista avvenuti dal 1875 alla fine dell’Ottocento.
Il romanzo narra le vicende di una umile famiglia romagnola di braccianti e mezzadri, che nel suo continuo peregrinare fra povertà e disgrazie, repressione e sfruttamento, raffigura lo sviluppo economico e sociale dell’Italia di quegli anni, osservati con gli occhi dei braccianti, dei senza casa e dei senza lavoro. Nel libro le vicende della famiglia si intrecciano con quelle del Partito Socialista Rivoluzionario romagnolo ed emerge con forza la distanza fra il potere costituito e il mondo del lavoro. Ma queste bellissime pagine sono anche attraversate da un forte pessimismo sulla possibilità che le classi subalterne emanciparsi secondo gli obiettivi che si erano date in principio. Soprattutto oggi il sole dell’avvenire sembra offuscato e irraggiungibile e, secondo l’autore, rimane ben poco delle lotte e dei sacrifici dei socialisti rivoluzionari romagnoli: “Il sole dell’avvenire presuppone che si creda in un futuro diverso dalla realtà odierna, ma se questo non si verifica cessa la spinta ideale. In quel periodo c’era anche una spinta che veniva da uomini disposti a sacrificare tutto per le loro convinzioni. Il romagnolo di oggi non ha più molto in comune con quello di allora, salvo forse una certa concretezza, ma è venuto meno l’humus prodotto dalla mentalità collettiva”.
Al tempo stesso, però, Evangelisti è convinto che le aspirazioni di chi lotta non siano irraggiungibili se si dispone di strumenti materiali e intellettuali adeguati. E conclude ironicamente: “Se poi, nei miei romanzi, sembro vedere tutto nero, è per via di una frase di Gramsci su pessimismo e ottimismo troppo nota perché io la ripeta qui”.