Il 21 dicembre alcuni/e attivisti/e del Laboratorio Acrobax sono stato circondati da diversi agenti della digos che, pistola alla mano, hanno compiuto una perquisizione durata più di un’ora. Si tratta dell’ultimo dei tanti momenti di intimidazione a cui il Laboratorio Acrobax è stato sottoposto nel corso dell’ultimo anno.
Apprendiamo questi fatti con amarezza e rabbia e ci sentiamo di esprimere non lo la nostra piena solidarietà alle compagne e ai compagni romani, ma anche la nostra complicita alle lotte che li/ci vedono partecipi da anni contro la precarieta’, lo sfruttamento, il razzismo, i tanti volti autoritari di questa lunga crisi.
Proprio in quei giorni, infatti, gli/le attivisti/e del Laboratorio Acrobax stavano preparando un’iniziativa chiamata #OccupyInps che avrebbe portato all’occupazione della sede centrale dell’Inps, ad una lettera indirizzata al Ministro Fornero sulla condizioni di precarietà nel nostro Paese e ad una proposta di incontro col Ministro stesso. Questa proposta è stata chiaramente respinta.
E non solo. Con questa operazione di digos e polizia, si e’ cercato prima che l’iniziativa si svolgesse di minacciare e dissaudere gli/le attivisti/e del Laboratorio Acrobax da quello che e’ un diritto: la possibilita’ di esprimersi e intervenire direttamente sulle questioni sociali che ci riguardano da vicino.
Non ci stupisce che la risposta dello Stato, ancor piu’ in tempo di crisi, sia contraddistinta dall’incapacita’ totale di recepire le questione politiche poste dai movimenti accompagnata poi dall’intimidazione e dalla minaccia pura e semplice.
Non è un caso che, il 4 gennaio, anche a Brescia siano state compiute delle perquisizioni nelle case di 5 attivisti che lo scorso 12 dicembre, durante lo sciopero generale, tentarono di entrare a Palazzo della Loggia, sede del Comune.
Questa è la gestione della crisi ai tempi dei governi tecnici, questi i miseri tentativi di reprimere e affossare le forme del dissenso.
Non ci fermerete!
Solidali e complici con i compagn@ perquisit@ a Roma e a Brescia
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