MARTEDI’ 4 OTTOBRE’011 alle 20
Nell’ambito del martedì di Vag61 proiezione del documentario di Angelo Amoroso d’Aragona su Enzo Del Re, il cantastorie pugliese scomparso il 6 giugno di quest’anno, autore di “Lavorare con lentezza” e “Tengo ‘na voglia e fa niente”, protagonista straordinario della stagione di lotta degli anni ’70 e musicista unico: i suoi soli strumenti sono stati una sedia e il suo corpo.
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Io e la mia sedia
Un documentario su Enzo Del Re, il cantastorie pugliese scomparso il 6 giugno di quest’anno, protagonista straordinario della stagione di lotta degli anni ’70 e musicista unico: i suoi soli strumenti sono stati una sedia e il suo corpo.
Il lavoro di Angelo Amoroso d’Aragona è un omaggio a Enzo Del Re, per ricordarlo. Sono immagini di vita, per raccontare la storia dell’artista da sempre vicino ai lavoratori: i suoi testi di denuncia politica e sociale sono stati accompagnati dai suoni di un inusuale strumento musicale, la sedia, che ha contribuito alla sua grande fama. Ritirato a Mola di bari, nella sua terra natìa, Del Re si è esibito per l’ultima volta a Roma in occasione del Concerto del Primo maggio, intonando, insieme a Vinicio Capossela, ‘Lavorare con lentezza’, uno dei suoi pezzi più famosi.
Nel film interviste e testimonianze di Enzo Del Re, Vinicio Capossela, Roberta Popovich, Antonio Infantino, Paolo Ciarchi, Isabella Ciarchi, Vittorio Franceschi, Claudio Lolli e tanti altri testimoni.
Enzo Del Re inizia a comporre e cantare le sue canzoni nel 1958, al suo paese, Mola di Bari. Enzo è un autodidatta che abbandona presto gli strumenti classici, per passare alle percussioni di oggetti vari, con cui si accompagna mentre canta. Oltre a queste percussioni povere riscopre l’uso della lingua, iniziato per scherzo a scuola, e il suo corpo si fa strumento, in particolare con quello che lui chiama il “linguafono”, ossia il rumore prodotto dallo schiocco della lingua sul palato, modulato dalle aperture-chiusure della bocca.
Dopo l’alluvione di Firenze del 1966, durante i concerti per gli Angeli del Fango, conosce Antonio Infantino e con lui incide il suo primo disco, Ho la criniera da Leone (perciò attenzione), edito dalla Ricordi. Suona sedie, tumbe e altre percussioni ma fa anche da seconda voce in molti brani.
Grazie al suggerimento di Nanni Ricordi, entra con Antonio Infantino nello seconda edizione dello spettacolo Ci ragiono e canto della compagnia Nuova Scena di Dario Fo. Debuttano nel 1969 alla Camera del Lavoro di Milano con due brani di straordinario successo e composti insieme allo stesso Dario Fo: Povera gente ed Avola. Nel frattempo continua la collaborazione con Antonio Infantino, insieme al quale registra anche un disco per la campagna elettorale del PCI del 1968, quattro brani incisi dentro la sede nazionale di Botteghe Oscure. Con lui cavalcano i palcoscenici del cabaret milanese di Enzo Jannacci e del Folk Studio di Roma. Lo spettacolo si chiama Scatola 3. Successivamente Antonio Infantino esce da Nuova Scena e va a lavorare in Brasile. Quando torna in Italia approfondisce la sua attività di etnomusicologo lucano con il gruppo dei Tarantolati di Tricarico.
Enzo Del Re, con la compagnia teatrale Nuova Scena, partecipa a numerosi spettacoli: Un sogno di sinistra, MTM, Diario di Classe, Qui tutto bene e così spero di te, Le dimensioni del Nero.
Nel 1973 lascia il gruppo per entrare nel circuito costruito da Pino Masi e Sergio Martin dei Circoli Ottobre. Negli anni a seguire Enzo Del Re diventa una delle figure più radicali della scena musicale italiana, per i suoi testi dal forte contenuto politico e civile e per la sua scelta di non utilizzare strumenti musicali tradizionali ma soltanto percussioni costruite con materiali di recupero, in genere sedie. Inoltre si esibisce chiedendo come cachet l’equivalente del salario giornaliero di un metalmeccanico.
I suoi dischi, distribuiti da piccole etichette e di fatto venduti o durante i suoi concerti o nel corso di manifestazioni politiche varie, racchiudono sia sue composizioni che brani tradizionali riarrangiati (il nome del primo album, Maul, è quello dialettale della città del cantautore); in un suo 45 giri pubblicato dai Circoli Ottobre, Tonino Miccichè (e dedicato al militante di Lotta Continua ucciso a Torino nel 1975), riutilizza una musica di Mikis Theodorakis.
Dalla fine degli anni settanta Del Re è tornato a vivere a Mola di Bari. Negli anni novanta ha prodotto due musicassette con il titolo di Canzoni di lotta contro i nemici dell’8 marzo e un cofanetto di 4 musicassette, La leggenda della nascita di Mola. Entrambi contengono brani in dialetto molese, incentrati sul carattere identitario della storia locale e sui prodotti della terra e del lavoro. La loro realizzazione è stata curata da uno Studio nato negli anni ottanta a Bari, il Funkfulla, il cui direttore artistico è Romolo Epifania. Il cofanetto viene messo in vendita dallo stesso autore sulle bancarelle ai concerti o direttamente da casa sua.
Il suo brano più famoso è “Lavorare con lentezza”, composto nel 1974 e utilizzato da Radio Alice come sigla di apertura e chiusura delle proprie trasmissioni. Questo brano ha suggerito a Guido Chiesa il titolo per un suo film del 2004. A questo brano Enzo Del Re lega sempre, nelle sue esibizioni dal vivo, Tengo ‘na voglia e fa niente senza soluzione di continuità.
Nel 2006 partecipa al Festival Stradarolo, ideato e diretto dai Têtes de Bois. Sempre con i Tetes de Bois canta “Lavorare con lentezza” in una tappa del loro tour “Avanti Pop”. Parte della sua esibizione è contenuta nel libro dvd I diari del camioncino a cura di Timisoara Pinto.
Il primo maggio 2010 suona a Roma, al tradizionale concerto in Piazza San Giovanni, all’interno del set di Vinicio Capossela, presentando fra l’altro le già citate Lavorare con lentezza e Tengo ‘na voglia e fa niente, veri cavalli di battaglia dell’artista. Con Capossela Enzo Del Re si era già esibito il 23 agosto 2009 ad Ariano Irpino cantando anche Comico ed Io e la mia sedia.
Il 13 novembre 2010 Del Re è per la prima volta ospite alla Rassegna della Canzone d’Autore presso il Teatro Ariston di Sanremo, e vi esegue Scittrà, Lavorare con lentezza e Tengo ‘na voglia e fa niente.