Un 25 aprile tutt’altro che di rito ha visto nella giornata di ieri Bologna divenire intreccio di quartieri, iniziative, soggettività partigiane. Senza soluzione di continuità, il corteo, partito dalla Bolognina e terminato nelle strade del Pratello, è stato capace non solo di valorizzare e connettere due momenti di festa antifascista, ma di dar voce a una pluralità di bisogni e desideri dissidenti contro questa congiuntura di guerra. Migliaia di giovani e giovanissime, infatti, hanno animato lo svolgersi della manifestazione con il proprio entusiasmo, la propria rabbia gioiosa, determinando un vastissimo terreno dello scontro: dall’attacco immediato al piano di ReArm Europe alla pretesa di ricchezza e benessere socio-climatico per i nostri territori, dall’attacco a ogni forma di violenza patriarcale o transfobica alla pretesa senza se e senza ma della Palestina libera.
Liberazione oggi vuol dire, inevitabilmente, esistere in forme dissidenti, attivarci con modalità indecorose, rifiutare la sobrietà insita nella ‘pace dei padroni’ rivendicandoci il fuoco di chi arde di passione partigiana contro guerre, oppressioni, povertà.
Alla lotta!
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