Ci vuole memoria… per r/esistere

VENERDI’ 23 APRILE’010 DALLE 20

Nuovo appuntamento con la Compagnia del Tinello sul palco di Vag61. "E’ memoria, non è nostalgia… non è la ‘pacca sulle spalle’ tra ex
combattenti di avverse fazioni… sono le storie delle generazioni che
hanno cercato di cambiare il mondo, che guardano al loro passato di
lotta con orgoglio essendo consapevoli del prezzo alto che hanno pagato". Alle ore 20 c’è una cena, non troppo impegnativa, che fa il verso al
tema della serata (questa volta tocca alle ricette della “macchia”, con
piatti a base di aspargina selvatica). Alle ore 21,30 si alza il sipario…

 


 

La Compagnia del Tinello la memoria ce l’ha, quasi come i pesci… che
sia storica civile sociale poco importa. Però non è la memoria dei
“vincenti” e non deve essere condivisa con loro… E’ memoria, non è
nostalgia… non è la “pacca sulle spalle” tra ex combattenti di avverse
fazioni… sono le storie delle generazioni che hanno cercato di cambiare
il mondo, che guardano al loro passato di lotta con orgoglio essendo
consapevoli del prezzo alto che hanno pagato.
Ci vorrebero convincere che la storia è fatalità e dalla fatalità tutto
e tutti possono rimanere travolti… per cui vale la pena rimuovere.
Per
loro, (QUELLI LA’) la storia è una specie di dermatite, conseguenza di
un’irritazione o di un’allergia. Le cause possono essere le più
svariate e tutti ne possono rimanere vittime: chi ha voluto e chi non
ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi
indifferente.
Noi, invece, la immaginaniamo come una catena sociale, dove ogni cosa
che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma all’opera
intelligente delle persone. Nella nostra storia non c’è nessuno che sta
alla finestra a guardare, mentre pochi si sacrificano, si svenano. La
nostra storia non è fatta dagli indifferenti.

Lasciare piccole tracce di memoria storica può essere un’operazione
impegnativa, ma il Tinello del Vag non ha paura del “peso della
storia”… la sua bilancia trova l’equilibrio nella correità: tra il
cabaret, il teatro civile, la performance e il non proprio… il Tinello
è un modo per stare insieme ed affrontare cose che ci fanno pensare… e
quindi è tragico e comico… è reale e surreale…
 
Alle ore
20 c’è una cena, non troppo impegnativa, che fa il verso al tema della
serata (questa volta tocca alle ricette della “macchia”, con piatti a
base di aspargina selvatica)… C’è un piccolo palco e una scenografia
accogliente… una piccola/grande orchestra… un manipolo di attrici e
giullari molto puri nella loro incosciente “antimbarazzo”…  alle ore
21,30 si alza il sipario… C’è un pubblico, c’è gente bella, si beve,
si ride, si mangia… ci si muove… e ci si commuove.

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